Paolo Borrometi

Poche piccole riflessioni sull’incontro con Paolo Borrometi del 18 maggio 2019.

La figura del giornalista-scrittore, presidente di “art. 21” e collaboratore di Libera, è nota ed apprezzata in Italia, ovviamente soprattutto negli ambienti di effettiva contrapposizione alle mafie. Così  nota che non occorre alcun tipo di precisazione ed aggiunta in questa sede.

Mi permetto però di svolgere alcune brevi considerazioni sul metodo e sui contenuti della presentazione, eseguita dallo scrittore, del suo libro “Un morto ogni tanto”. L’evento, ospitato dall’Istituto Salesiano del Redentore e organizzato da “Svoltastorie libreria per ragazzi”, si é tenuto oggi 18 maggio 2019, nella ricorrenza dell’ottantesimo anno dalla nascita di Giovanni Falcone.

Sul metodo illustrativo e discorsivo usato dall’autore, faccio rilevare come lo stesso abbia un pò esagerato nella sottovalutazione della conoscenza, da parte dei giovani presenti, dei personaggi morti per mano della mafia e delle brutture che possono ricondursi ad essa. Inoltre, considerato che il pubblico era equamente diviso tra giovani ed anziani, si potrebbe osservare che  questi ultimi si siano sentiti non del tutto coinvolti nella conversazione. Di conseguenza, il tono generale della presentazione ne è risultato in certa misura didattico e professorale.

Quanto, invece, ai contenuti della intervista-conferenza, va detto innanzitutto che la ricostruzione delle vicende di vita dell’autore che hanno segnato gli ultimi anni (riteniamo una decina) è stata senz’altro esauriente e ricca di particolari, tanto da risultare avvincente. Anche qui, però, notiamo che nella descrizione del fenomeno mafioso è mancato qualsiasi riferimento alla politica ed alla finanza. In pratica, parlare di mafia oggi come se si trattasse solo di un fenomeno malavitoso ci sembra riduttivo e un pò fuorviante. Sono convinti, in ogni caso, che l’omissione sia stata dovuta al tempo esiguo di cui Borrometi disponeva, avendo un aereo ad attenderlo.

Detto questo, però, non ci si può che inchinare di fronte al coraggio di una persona che vive all’età di 36 anni seguito perennemente da cinque uomini di scorta, che – come lui stesso ha raccontato – gli hanno già salvato la vita in qualche circostanza. E non si può che applaudire all’editore (Solferino) che ha prodotto il libro, alla libreria innanzi citata che ha organizzato la presentazione e ne curerà la vendita, ed all’Istituto del Redentore che ha ospitato l’evento, e che continua a svolgere un ruolo di contrapposizione forte e coinvolgente contro la malavita, pur operando in un quartiere di Bari di certo non facile.   

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