Cinque Stelle allo sbando
Lo Spadaccino
Cinque Stelle allo sbando
Certo per I pentastellati sono momenti terribili: non basta l’iperattivismo del premier ombra sulla questione dell’immigrazione e della pretestuosa sicurezza dei cittadini, argomenti sui quali hanno ritenuto “meglio” abbozzare senza rendersi conto che questo li rende complici. Non basta la batosta elettorale epocale a seguito della quale non hanno neanche dubitato per un attimo che fosse il caso di mettere in discussione pensiero, organizzazione e leadership. Non bastano le questioni di politica estera, sulle quali sembra che procedano a passi di danza, un passo avanti e due indietro, o due in avanti ed uno indietro (ricordiamo il golpe in Venezuela, la guerra in Siria, la questione palestinese e via dicendo).
Oggi ci si mette un emendamento del PD, per lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore di Radio Radicale, per scongiurarne la chiusura, a creare scompiglio e ad aumentare lo stato confusionale. Infatti, il socio di governo (mosso da chissà quali motivazioni, non certo per amore della cultura e della libertà di informazione, cose che ha più volte mostrato di non tenere in alcun conto) ha appoggiato la proposta del PD, che dunque é passata.
Loro sono stati I soli contrari, ossessionati dalla necessità di dimostrarsi “il nuovo” rispetto “alla vecchia repubblica”. Contemporaneamente, però, votano, o nella migliore delle ipotesi non ostacolano, leggi o comportamenti di ispirazione razzista, portano a conclusione l’acquisto dagli USA degli F35 e subiscono ogni sorta di imposizione dal partito del premier ombra. Tutto ciò perché la destra e la sinistra non esistono più e sono concetti trapassati.
Fortunatamente, in un sussulto di vetero-socialismo, Di Maio ha deciso di battere I pugni sul tavolo con la Whirlpool, firmando – a fronte della dichiarata volntà di delocalizzare la produzione – la revoca di tutti I provvedimenti di concessione di finanziamenti erogati (in passato) in favore della azienda dal governo italiano. Complimenti vice premier. A meno che non si tratti ancora una volta del passo avanti che prelude ai due passi indietro, di cui parlavamo prima.
Ai complimenti aggiungiamo gli auguri signor vice premier.