SEE BEYOND THE SEA
RELIGIONI E MITI
Non più 16, ma 17 le mostre che si terranno dal 6 settembre al 3 novembre a Monopoli che si trasformerà nella capitale pugliese della fotografia per il quarto anno consecutivo con il ritorno del PhEST,il Festival Internazionale di Fotografia e Arte dedicato quest’anno al tema Religioni e Miti, con la direzione artistica di Giovanni Troilo e la curatela fotografica di Arianna Rinaldo.
Le foto esposte saranno quelle inviate da tutti i partecipanti al social-contest #TAGYOURGOD, che dalla metà di agosto è stato attivato e ha raccolto oltre 500 scatti, tutti di altissimo livello e con una ampiezza di visione inimmaginabile. “Questa mostra è un regalo che gli utenti hanno fatto a noi e che noi facciamo a tutti quelli che verranno a Monopoli nei prossimi due mesi – ha detto Giovanni Troilo -; sapevamo di lanciare una sfida, ma non immaginavamo davvero che sarebbero arrivate così tante foto, e soprattutto di una qualità così alta. Questo ci rende orgogliosi e soprattutto ci dice che il nostro lavoro sta procedendo nella direzione che immaginavamo dall’inizio di questo percorso”.
Prodotto dall’associazione culturale PhESt, il festival è realizzato con il sostegno di Fondo FSC 2014 – 2020 per lo Sviluppo e la Coesione, Regione Puglia – assessorato Industria Turistica e Culturale e Teatro Pubblico Pugliese, Comune di Monopoli – Monopoli Tourism, con il patrocinio di Puglia Promozione, Fondazione Apulia Film Commission, Accademia di Belle Arti di Bari Politecnico di Bari, Politecnico di Bari e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale; official carrier Trenitalia; media partner SkyArteHD; main sponsor Masseria Torre Coccaro; Tormaresca; partner culturali National Geographic e Museo nazionale di fotografia Marubi.
See Beyond the Sea si propone anche quest’anno come qualcosa di più di un semplice festival di fotografia, ovvero come momento di provocazione e confronto, in grado di seguire le rivoluzioni culturali e sociali mondiali per aiutare i cittadini del mondo a leggere il passato, e il presente, in modo intelligente e moderno, mantenendo un’autonomia di pensiero e anzi, cercando di costruire insieme il futuro.
“Dio è morto? Chiedeva Nietzsche. No, non è morto, è più vivo che mai. L’uomo è costantemente alla ricerca di Dio. È parte della sua natura, è figlio della sua capacità di immaginare, figlio dell’essere consapevole della finitezza della sua esistenza e delle sue forze. Un rifugio necessario. Allora non può che ricorrere a Dio. Ma è questo ricorrere a Dio, come elemento universale, che rende la religione uno strumento perfetto per l’esercizio del potere. Diventa la base comune su cui poter costruire strutture sociali complesse e condivise “, spiega il direttore artistico di PhEST, Giovanni Troilo.
La Religione potrebbe apparire uno strumento del passato, ma non c’è nulla di più contemporaneo, basti pensare alla Turchia di Erdogan dove la religione è uno degli strumenti principali del potere, ma questo è solo uno dei temi che Phest in modo provocatorio vuole affrontare e raccontare, provando anche quest’anno con il gioco, la riflessione e l’immaginazione, a riportare le religioni e i miti a quello spazio intimo in cui poter dialogare coi propri sogni, con le proprie paure, coi propri desideri.
Di particolare importanza è la collaborazione tra PhEST e National Geographic che offre contenuti della Image Collection. Nelle sale del Castello Carlo V sarà infatti possibile ammirare “Seeing Mary”, una mostra fotografica composta da 30 potenti immagini relative alle apparizioni mondiali della Vergine Maria. La mostra rivela come persone da culture e luoghi diversi – Polonia, Messico, Francia, Ruanda, Egitto – condividono magari poco, ma sicuramente la fiducia nel fatto che Maria offre loro sostegno, approvazione e attenzione.
Si consolida inoltre la partnership di PhEST con PHmuseum. PhEST ospiterà nei suoi spazi la vincitrice del premio annuale di fotografia New Generation 2019 del PHmuseum, Liza Ambrossio con il suo The Rage of Devotion, storie familiari di donne e stregoneria in Messico.
Importantissima in questo senso anche la partnership tra PhEST – See Beyond the Sea e Trenitalia che quest’anno offrono ai visitatori che raggiungono Monopoli in treno l’ingresso con biglietto ridotto alle mostre del 2019 acquistabile direttamente nelle biglietterie di PhEST esibendo il biglietto o l’abbonamento al treno (info e dettagli su www.phest.it e www.trenitalia.com).
Durante le giornate inaugurali, in partnership con Sky Arte, verranno proiettati alcuni contenuti speciali. Uno di questi è Peter Greenaway presenta: Martin Lutero nell’ arte, in cui attraverso una straordinaria selezione di opere d’ arte e immagini storiche, la voce di Greenaway indaga la vita di Lutero e le sue contraddizioni, suggerendo un curioso parallelismo fra l’ invenzione della stampa (fondamentale alla diffusione del messaggio di Lutero) e la recente rivoluzione digitale.
Immancabile ovviamente il progetto speciale site specific Terra di Santi commissionato quest’anno a Sanne De Wilde, fotografa fiamminga, neovincitrice del World Press Photo per il suo progetto “Land of Ibeji” (La terra di Ibeji ) in collaborazione con la fotografa di Noor Benedicte Kurzen. Sanne in residenza artistica in Puglia, ospitata da Palazzo Fizzarotti, dal 13 al 23 agosto ha scattato foto in alcune delle più suggestive feste religiose pugliesi con l’obiettivo di restituire alla nostra regione, ai suoi abitanti e ai numerosissimi turisti che sempre più la scelgono come meta delle loro vacanze, l’idea di quello che la fede e le feste religiose rappresentano ancora oggi, tra legami con il passato e sguardo rivolto al futuro.
Altro progetto speciale ospitato quest’anno è quello commissionato a Piero Percoco, per Tormaresca in collaborazione con PhEST, con un lavoro stile IG, sulla vita religiosa in Puglia. E poi la mostra sull’ateismo Atheism Museum che arriva dal Museo Nazionale di Fotografia Marubi di Scutari (Albania) a cura di Luçjan Bedeni, dedicata al tentativo del regime di denigrare e cancellare la fede e i suoi elementi identitari; Alinka Echeverría con The Road to Tepeyac in cui ritrae pellegrini in cammino verso la Madonna di Guadalupe a Città del Messico mentre trasportano sulla schiena riproduzioni minuziosamente realizzate dell’icona della Vergine; Alessandro Gandolfi con Immortality, INC dedicata alla ricerca della vita eterna da parte dell’uomo; Julia Krahn con 33MM-Maria Maddalena che ritrae donne a sé molto care in una creazione personale che racconta la sacralità di ogni donna. E ancora, Norman Behrendt con la sua Brave New Turkey sulle nuove moschee sponsorizzate dallo stato turco che punteggiano il paesaggio di Istanbul e Ankara; Daniel Ochoa de Olza che ha ritratto La Maya, usanza spagnola di origine pagana che vede ogni anno quattro o cinque bambine tra i 7 e gli 11 anni alternarsi su un altare disposto per strada per dare il benvenuto alla Primavera; Giulia Bianchi con il progetto dedicato alle donne sacerdote Women Priests Project – Hai dato alla vergine un cuore nuovo e al gruppo di suffragette che dall’estate 2002 porta avanti una protesta di disobbedienza religiosa a favore dell’ordinazione delle donne; Jesse Rieser con Christmas in America – Happy Birthday Jesus dedicata al Natale negli USA: complesso, scomodo, a volte squallido ma anche sincero, celebrativo, colorato e creativo. E poi, Boglárka Éva Zellei con Furnishing the Sacred, che attraverso le cerimonie battesimali fotografate nelle zone rurali dell'Ungheria racconta l’immaginario delle comunità cristiane contemporanee; Roei Greenberg con Along The Break sulle stratificazioni religiose tra Israele e Palestina i cui protagonisti, anche se non compaiono in nessuna delle immagini, sono gli esseri umani, i cui valori ideologici, religiosi e politici hanno cambiato fortemente il paesaggio in conflitto; Michela Benaglia con Il Selvaggio, Il Folle e L’Orso, maschere antropologiche tradizionali in Italia di cui è impossibile risalire a una datazione certa e che si riferiscono alla paura che il mondo occidentale nutre per il volto coperto; Richard Silver con il suo Vertical Churches, iniziato nel 2011 (e ancora in corso) che rappresenta una maniera unica di vedere le chiese del mondo.
Tra gli eventi annunciati nelle giornate inaugurali, il 7 settembre ci sarà il concerto gratuito dei C’mon Tigre in Largo Castello a Monopoli dove a farla da padroni saranno le sonorità
Mediterranee contaminate da jazz, afrobeat, funk ed elettronica.
Sempre il 7 e l’8 settembre PhEST propone e ospita il progetto “Madonnari”. Tre artisti di strada che saranno ospiti in residenza artistica da Masseria Torre Coccaro, realizzeranni le loro opere sul lungomare di Monopoli. Si tratta dell’argentino di fama internazionale Eduardo Relero, Tony Cuboliquido e il barese Silvio Paradiso.
Immancabili gli appuntamenti con le letture portfolio gratuite di PhEST a Palazzo Palmieri il 7 e 8 settembre. Un’ opportunità imperdibile per fotografi professionisti e amatoriali di mostrare i loro lavori a esperti internazionali di fotografia: Cynthia Dumbai (National Geographic Society), Giuseppe Oliverio (PHmuseum), Maysa Moroni (Internazionale), Katrin Iwanczuk (Laica Magazine), Giulia Ticozzi (Repubblica) e Sara Guerrini (Freelance). Per partecipare basta presentarsi mezz’ora prima dell’inizio delle letture e iscriversi.
Informazioni utili
APERTURA AL PUBBLICO
Dal 6 al 30 settembre
Dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20
Dal 1° ottobre al 3 novembre
Dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19
Chiuso il lunedì
INGRESSO A TUTTE LE MOSTRE
valido fino al 3 novembre 2019
INTERO 8€
RIDOTTO* 5€
*RIDUZIONE VALIDA PER
Possessori di biglietto Trenitalia per Monopoli, Gruppi di 10 persone paganti, studenti, soci
FIAF, partecipanti alla call #tagyourgod, residenti del Comune di Monopoli
SCOLARESCHE (prenotazione info@phest.it)
3€ per studente incluso visita guidata
INGRESSO GRATUITO
Under 14 e giornalisti dietro presentazione del tesserino (previo contatto con
info@milaufficistampa.it)
ACCESSIBILITÀ
Non tutte le location del festival sono accessibili a persone con ridotta mobilità.