“Di Voce in Voce” dell’Associazione Antego e di Francesca Rondinella con la direzione tecnica di Bruno Savino, rivolto ad alunni di ogni età, a gran richiesta, è giunto all’edizione 2019-2020.
È dal 2005 che lo straordinario progetto, che vede protagonista la talentuosa Francesca Rondinella, riscuote successo e ogni edizione si presenta sempre più ricca, coinvolgente e intrigante grazie ad uno sguardo attento verso i veloci mutamenti della società.
Basta osservare gli occhi ridenti dei ragazzi pregnanti di emozioni, i sorrisi, l’entusiastica partecipazione col canto e col ritmo, per percepire il loro interesse, la curiosità e il desiderio di conoscere che lo spettacolo trasmette.
Tutto ciò grazie alla creatività, alla versatilità, all’apertura mentale a 360 gradi e al grande spessore culturale della poliedrica e vulcanica cantattrice. Figlia, nipote e pronipote “d’arte”, Francesca Rondinella con la sua spumeggiante effervescenza, la sua energia positiva, la sua grinta, la sua forza propulsiva è dotata di una rara capacità comunicativa. Le sue variegate performance emozionano, commuovono, educano, insomma, catturano magneticamente l’attenzione: un’arte maieutica esercitata con generosità e amore, senza risparmio, una grande risorsa e opportunità per i giovani.
Con la musica, il canto, la poesia, la narrazione, il ballo, il racconto di aneddoti e curiosità, le immagini, in quelle due ore di Lezione-Spettacolo, si ottengono risultati che a volte anche durante un intero anno scolastico non si conseguono. Le argomentazioni sono, infatti, di ampio raggio e interdisciplinari. Al di là della musica e del canto, si estendono dalla storia alla geografia, dalla letteratura alle diverse forme d’arte, con momenti drammaturgici d’autore intensi e di altissimo livello. “Di Voce in Voce” si avvale, infatti, di un copione filologico ricco e forbito, frutto di ricerche, approfondimenti e minuziose analisi.
Grazie a Enrico Grieco, uno splendido e artistico supporto iconografico costituito da suggestive e rappresentative fotografie, illustrazioni e locandine storiche, segue passo passo e cronologicamente la narrazione dello spettacolo.
Al pianoforte il M° Giosi Cincotti, poliedrico e virtuoso polistrumentista, compositore e arrangiatore, ne tesse l’accompagnamento musicale.
Si viaggia, così, nella storia della città partenopea attraversando i secoli a partire dal 1200 per poi approdare al ‘900, non prima, però, di aver fatto un interessante riferimento alla fondazione di Napoli con la leggenda della sirena Partenope e di Megaride, l’isolotto dove il suo corpo giacque e da cui sarebbe nata la città.
Durante la vivace lezione-concerto c’è la descrizione di strumenti musicali tradizionali, giochi, villanelle, copielle, feste come la Piedigrotta, riferimenti storici alle svariate dinastie che si sono succedute nella città, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi, dai vicereami spagnoli ai Borbone.
Non mancano coinvolgenti lezioni di canto approcciate in modo estemporaneo, il tutto arricchito da espressioni che evidenziano i pregi della lingua napoletana.
Ed è così che con maestria e passione l’artista entra nelle corde dei presenti e i ragazzi apprendono divertendosi.
Interessante il repertorio musicale proposto: l’artista con la sua voce dal timbro forte e caldo, interpreta in modo viscerale e toccante canzoni significative, belle, note e meno note: Sto core mio, Te voglio bene assaie, Pianefforte ‘e notte, ‘E spingule fransese, Marechiaro, medley di tarantelle coinvolgenti come Michelemmà, Cicerenella e Lo Guarracino, l’immancabile Tammurriata nera, un omaggio al grande Renato Carosone con la fusione dei celeberrimi successi Caravan Petrol, ‘O Sarracino, Tu Vuo’ fa’ ll’Americano, e, dulcis in fundo Napule è solitamente eseguita in modo corale con il suggestivo, e ormai tradizionale, ondeggiamento illuminante dei cellullari. Interessanti sono anche le letture di testi di Federico II, Giovanni Boccaccio e i toccanti versi di Guaglione di Viviani, preceduti da una presentazione di giochi di strada di altri tempi.
Di Voce in Voce è, dunque, uno spettacolo che apre la mente ed eleva spiritualmente, un’importante e preziosa occasione per allargare gli orizzonti culturali. Con la sua accoglienza promuove l’inclusione, stimola la discussione e invita i giovani a riflettere sulla forza della cultura, mettendoli in guardia dal rischio di finire inghiottiti in un mondo virtuale che genera falsi valori a discapito dei sentimenti e della bellezza nelle sue molteplici sfaccettature
Daniela Vellani
Sono veramente commossa che, ancora una volta, venga riconosciuto il grande spessore del tuo talento. Ad maiora.