Massimo Gramellini ci porta ai bivi dell’esistenza con l’ultimo suo libro “Prima che tu venga al mondo”

Sei al bivio del nostro tempo, ma forse di tutti i tempi. Chiusura o apertura, quiete o movimento, radici o ali. Mettiti l’ anima in pace.

Ai bivi delle varie esistenze.
Ai nostri figli.

Al figlio che sta per nascere Gramellini dedica questo libro, “Prima che tu venga al mondo”, tutto di attesa e sull’attesa, come dimostra anche la divisione in nove capitoli, con i medesimi tempi di una gravidanza.
L’arrivo di un figlio in un’età consapevolmente matura pone il lettore al cospetto con il tema enorme della vita e del suo senso, perché di attese ce ne possono essere tante: la vita, il lavoro, la serenità, la dignità, l’amore. Tutto può essere atteso. Tutto è “avvento”.
E Gramellini si dimostra come sempre artista che pennella i sentimenti più profondi dell’ uomo, mettendo a nudo, con la delicatezza che gli è propria, le paure, i timori e i sogni di ciascuno.

Il lettore compie questo viaggio di nove mesi, e si ritrova nella tenerezza di progetti, idee e speranze. Cosi Gramellini offre a ciascuno di noi la possibilità di un’attesa, qualunque essa sia. Ma alla fine quel che rimane, ai bivi dell’ esistenza, anche di quella del neonato Tommaso, è l’augurio bellissimo di questo libro: quello di preservare la “bambinitudine”.
E bisogna leggerlo fino alla fine per capire cos’è, perché:
“Lloyd, qual è il modo migliore per mettersi in gioco?”
“Credo ricordarsi che il gioco è una cosa da bambini, Sir”
“Quindi è una cosa poco seria?”
“Quindi deve essere divertente, Sir”
“I bambini hanno molto da insegnare, Lloyd”
“E i grandi da imparare, Sir”.

Lilli Arbore

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