È un racconto di fantasy – scritto a più mani e con variazioni “in progress”- che si è andato affinando nel tempo fino a renderlo convincente.
La platea di consumatori di storie trash e incredibili, si sa, è vasta e la quotidiana opera di divulgazione in rete lo ha trasformato: da fantasy-story a cult neorealista.
E oggi, per molti, è storia vera.
Difficilissimo, se non impossibile, riuscire a convincerli, con dovizia di particolari e documenti alla mano, che è solo invenzione narrativa.
In soldoni, il racconto è questo.
C’è un miliardario molto anziano, George di nome, a cui hanno attribuito il ruolo di “capo radical chic”.
E’ un tipo un poco eccentrico e che ha avuto svariati interessi nella vita.
Il racconto lo descrive come uno che decise, anni fa, di chiamare milioni di africani in Europa e soprattutto in Italia. Per far questo, continua il racconto, ha avuto bisogno di alcuni amici che lo hanno aiutato in questo progetto di lungo corso. Amici che da anni si son presi la briga di andare in Africa, nei villaggi, spesso spacciandosi per medici, preti, suore o volontari, a convincere i ragazzi del luogo a mettersi in viaggio verso nord.
Un viaggio comodo, garantito, senza rischi, con attrezzature (anche tecnologiche) utili per la bisogna. Serve solo resistenza fisica e giovane età.
Poi, arrivati sulla costa nord africana, si trovavano altri amici con la barca pronti per la traversata e che George paga lautamente.
E ove la barca fosse insufficiente o poco stabile o il mare fosse troppo agitato, ecco le navi delle ONG, anch’esse finanziate da George, che vanno a soccorrere i barconi, recuperano le persone e le portano in Italia.
Nell’evolversi, negli anni, del racconto, mutano i nomi di personaggi famosi inseriti nel libro paga di George.
Ci sono stati Obama e Michelle, c’è stato Prodi, c’è la Merkel, c’è stato Veltroni.
E poi la Bonino, la Boldrini, Renzi, Gentiloni: a loro, George ha affidato il compito di cambiare la carta geografica e posizionare l’Italia -una volta molto più lontana- proprio davanti alle coste magrebine in modo da rappresentare l’approdo naturale dei giovani gitanti.
Una volta sbarcati, si sfruttano le risorse economiche della legge Bossi-Fini (non è chiaro se pure questi 2 signori siano stati a libro-paga di George) e le sue successive modifiche, così, chi vuole, rimane e provvede a contaminare la purezza della razza italica; chi non vuole, continua, invece, il viaggio verso il nord Europa.
A chi rimane, George & friends pagano 1.000,00 euro al mese più vitto e alloggio in hotel di lusso (negati, invece, ai terremotati italiani!), maglione di cachemire e telefonino (George, tra le sue molteplici attività, produce anche queste cose).
Una pacchia, insomma.
Una crociera extralusso con mille benefit e opzione di soggiorno finale in Italia.
E se qualcuno tenta di distorcere il racconto parlando di naufragi, di guerre da cui scappare, di fame, di violenze subite, tutti sono pronti ad affermare che sono tutte chiacchiere messe in giro dagli amici di Soros, dai parroci, dalla Caritas e dalla Croce Rossa e, ultimamente, dall’attuale Santo Padre e dalle tante sardine che dall’Emilia muovo verso le altre parti d’Italia.
Un esercito di “traditori” (che il racconto definisce alternativamente con “catto-comunisti” o “comunisti col cachemire” o “buonisti col rolex”) che si ingrossa pericolosamente e che ha consentito a “centinaia di milioni” di africani di “invadere” il nostro Paese, portando mafia, camorra, malattie, propensione alla corruzione e delinquenza.
Il fantasioso racconto si scontra pure con l’esito delle indagini che molti Tribunali hanno fatto e che hanno accertano l’inesistenza dell’invasione e descritto il racconto come narrazione altamente manipolatrice.
Ma anche i Tribunali – si sa – sono pagati da George.
Il quale George, fuori dal racconto, esiste davvero, ha quasi 100 anni e a chi gli chiede conto di questo racconto incentrato sulla sua figura, sorride, sorpreso da tanta notorietà basata sul nulla e sulla manipolazione della realtà.
Lng