Ha avuto un certo risalto la storia del ragazzino che, qualche sera fa, ha prontamente soccorso, per strada, vicino Torino, una signora che si era sentita male e si era accasciata sul marciapiede.
Avvicinatosi per prestare i primissimi soccorsi e chiamare l’ambulanza, il 15enne è stato, poco dopo, ripetutamente insultato per la sua pelle scura da un passante che, col tipico atteggiamento da bulletto leghista/fratello italiano, lo ha spinto per terra intimandogli di “tornare al suo paese”.
Peccato che il Paese di Jamir sia l’Italia, lo stesso, ahimè, del bullo.
I ben noti comportamenti da gentiluomini di questo tipo di persone han consigliato al ragazzino di evitare di rispondere; sicché, nonostante la sua giovanissima età ed il sopruso subito, ha preferito sopportare pazientemente il leghista molesto e allontanarsi.
Jamir, però, ha ricevuto tanti messaggi di solidarietà e, quel che più conta, è stato ringraziato dalla signora che, poco dopo, si è fortunatamente ripresa.
Anche il sindaco ha chiesto di incontrare Jamir: “L’ho invitato in Comune nei prossimi giorni – dice – voglio consegnargli un segno di ringraziamento per il gesto che ha fatto, è
stato un comportamento da adolescente responsabile. E voglio porgergli le scuse a nome di tutta la città“.
Invece, non si conosce l’identità del bulletto ma si evince la sua area politica di riferimento e si conoscono i suoi – scusate l’esagerazione – pensieri.
Jamir non è l’eroe cantato da Guccini nella canzone da cui è tratto il titolo di questo articolo, ma è un ragazzo giovane e bello, con la testa sulle spalle.
Avrà, dunque, ragionevolmente, una felice vita davanti: almeno glielo auguriamo.
E auguri anche alla signora per una pronta guarigione.
Auguri che non possiamo invece rivolgere al poco di buono e a quelli come lui che, purtroppo, infestano, avvelenano ed avviliscono il nostro Paese e non ci fanno mai la grazia di andarsene.
Immaginiamo come sarebbe bella l’Italia senza questi luridi prepotenti.
LNG