L’appuntamento, si diceva qualche giorno fa, era di quelli imperdibili.
Previsto l’arrivo di oltre 50.000 persone da tutto il mondo, in pratica tutta la comunità scientifica internazionale che non poteva rinunciare a questo importante evento anche per il prestigio della sede, la Sala Capitolare del Senato, dove si è svolto il convegno dal titolo: “Covid in Italia tra informazione, scienza e diritti”.
Certo, a fine luglio, con 35′ gradi e in un periodo di spostamenti limitati qualche problema si è creato. E, alla fine, da fuori dall’Italia, purtroppo, scienziati ne son venuti pochi. Anzi, nessuno, manco da Torvajanica.
Eppure l’organizzazione del convegno affidata all’entourage dell’on. Salvini e a quello dell’on. Sgarbi, (previsto un loro qualificato contributo sul tema) era perfetta, erano state preparate le cose in grande: per l’occasione, erano state conservate, in appositi freezer, le ultime ciliegie “ferrovia” da far sgranocchiare all’on. Salvini durante gli interventi ed era stato allestito un contenitore dove conferire le mascherine ritenute, come si dice in quei ambienti, inutili. Gli alberghi di Roma tutti precettati.
E invece, nudd!
Certo, inserire, come “moderatore”, Vittorio Sgarbi era già sembrato un po’ una preventiva dichiarazione di intenti della malcelata volontà di prendere tutti per i fondelli.
E pure tra gli interventi e gli intervenuti attesi, qualcosa è andato storto e il conto non torna. Analizziamone qualcuno a titolo d’esempio:
– l’on. leghista Armando Siri, che può vantare un curriculum niente male: una condanna con patteggiamento per bancarotta fraudolenta, una laurea inventata, ma fatta valere maliziosamente in varie occasioni, e svariate indagini a suo carico in corso;
– Nicola Porro, quello che: “Il Covid? Sta diventando una religione”;
– Paolo Becchi, quel tipo con barba folta e sguardo poco attento che impervesava, anni fa, in TV con la qualifica – temo autoattribuitasi – di “filosofo del M5S” e ora imperversa con la qualifica – sempre autoattribuitasi – di “filosofo della Lega!”;
– Giulio Tarro, quello che “Le mascherine sono inutili”; o “”Vedrete, coi primi tepori primaverili sparirà il virus”;
– Giuseppe De Donno, quello che si creava profili multipli per mettere “mi piace” ai suoi link e ai post di Salvini, inventandosi complotti ai suoi danni;
– Matteo Bassetti (“Mortalità bassa, non sarà un’epidemia” disse a marzo; “I 35.000 morti? Si, più del previsto ma nessuno è morto di Covid-19” disse a giugno).
– lo stesso Sgarbi, il “poco moderato” moderatore (“il virus è morto già a febbraio, i medici raccontano balle”).
Chissà perchè, forse per sbaglio, era stato inserito tra i partecipanti anche il prof. Guido Silvestri, patologo e immunologo di fama mondiale che però, dopo la pubblicazione della locandina dell’evento, aveva così precisato: “RETTIFICA. Fui invitato tempo fa a questo meeting su “Covid-19 in Italia” ed avevo inizialmente accettato non conoscendo i nomi dei partecipanti. Dopo aver visto la lista, e notando in essa svariate persone con le quali per vari motivi preferisco non essere associato, ho deciso di rinunciare all’invito. Me ne scuso”.
E vabbè – avranno pensato gli organizzatori – nessun problema; infatti, scalpitano, per prendere il suo posto, altri intellettuali di riferimento dell’area: Povia, Massimo Boldi, il Mago Otelma e Diego Fusaro che le cronache descrivono assai incazzato perché la sua aspirazione ad essere il filosofo di riferimento prima del M5S e poi della Lega, in funzione sovranista, sembra tramontata poiché gli è stato ingiustamente preferito il predetto prof. Becchi: il suo sguardo deve essere stato ritenuto più vispo.
A tenere alto, altissimo, il tenore del convegno ci ha pensato, comunque, Andrea Bocelli, autore di un discorso assai raffinato dal punto di vista scientifico e statistico che, tuttavia, ha provocato qualche malumore tra i suoi familiari (che erano stati colpiti dal Covid-19 e ricoverati a lungo) e un plateale rimbrotto dei suoi figli che gli hanno detto “Papà, lascia stare le cose della politica, soprattutto quella cazzara, torna a cantare che lo sai fare meglio”.
Ingrati.
La sfortunata kermesse, alla fine, ha visto poche decine di partecipanti e centinaia di giornalisti chiamati dall’entourage dei due politici organizzatori.
Sulla comunità scientifica evidentemente non si può contare, sono la Kasta, ma sul circo mediatico dell’informazione, per fortuna, si può contare.
La prossima volta andrà meglio.
LNG