A volte i libri ci chiamano, altre volte siamo noi a cercarli con determinazione, ma spesso li incontriamo e li scopriamo per caso.
Ho conosciuto Antonio Cucciniello con il suo libro “Le ali del bruco”, e ricordo che mi piacque parecchio. Poi ho casualmente scoperto questo suo recente romanzo, dal titolo intrigante “Pathemata Mathemata – Soffrire per rinascere”, un titolo mutuato da Esopo, che ci dice che le sofferenze sono insegnamenti, perché è attraverso il dolore che si può diventare più saggi.
Il libro è ispirato all’Approccio Sistemico Vitale, una teoria concettualizzata da Sergio Barile, Professore Ordinario della Sapienza di Roma. E’ un giovane a narrarci la sua storia, il suo percorso di vita e le sue difficoltà relazionali, dovute probabilmente a una madre fredda e incapace di esternazioni affettive e a un padre che ha già deciso quale sarà il suo futuro, ingabbiandolo così negli stessi progetti che ha costruito per lui e saccheggiandolo della sua stessa vita.
E’ un “analfabeta emotivo” che non riesce a costruire dei rapporti veri con le persone che lo circondano, genitori, compagni di scuola, ragazze, né è capace di avere contatti fisici con alcuno. Le sue difficoltà e le sue fragilità lo portano a trovare rifugio nell’informatica e nei numeri, e a creare un mondo in cui lui stesso finisce per trovarsi intrappolato a causa di bugie e menzogne, che lo aiutano a sfuggire non solo da una realtà che gli riesce insopportabile vivere, ma anche da se stesso.
“In fondo nella vita siamo tutti pronti a mentire, e le bugie più grosse le raccontiamo nella nostra immagine riflessa nello specchio.”
È un suo ex professore di matematica, un po’ strambo e svitato agli occhi di tutti, che lo aiuta a ritrovare la voglia di vivere, a provare a volersi bene, a risalire dopo aver toccato il fondo. E poi c’è Giulia, la donna che più di ogni altro essere umano gli insegna a conoscere l’alfabeto delle emozioni. Perché il destino, si sa, a volte ci fa incontrare delle persone che hanno la capacità di farci provare più amore verso noi stessi, ma soprattutto a dare forma ai nostri sogni e a decidere quello che vogliamo essere e che vogliamo fare nella nostra vita.
“Noi siamo padroni del nostro destino, e nella vita possiamo scegliere di essere portatori d’ombra o portatori di luce”, così come possiamo decidere di attivare “consonanze” con il resto del mondo. Prima, però, bisognerà conoscere la sensazione devastante di chi ha toccato il fondo e di chi ha conosciuto il dolore per poter poi tornare a galla e rinascere e ricostruire tutto quello che siamo stati capaci di distruggere, rovinandolo “quasi” irrimediabilmente.
Un libro avvincente e commovente, da cui è difficile staccarsi, perché il percorso di questo giovane – di cui non conosceremo il nome, perché tutti possano identificarsi nella sua storia – non può non coinvolgerci, non può non farci desiderare di conoscere attraverso quali strade il dolore lo porterà alla rinascita.
Un libro che, in modo toccante e profondo, ci fa riflettere sui nostri errori e sull’importanza di parlare e chiarire sempre tutto con le persone a cui vogliamo bene, perché le parole non dette e i nodi irrisolti sono quelli che poi pesano come macigni sul cuore.
E, a volte, lo capiamo quando oramai è troppo tardi, quando non c’è più modo di tornare indietro per poterlo fare.
Quando si rimane intrappolati nei rimpianti delle cose taciute.
Per sempre.
Ornella Durante