“Mio nonno, alla fine dell’Ottocento, partì da Osimo per l’America Latina. Aveva 17 anni, non ha mai più rivisto l’Italia. Io sono nato e cresciuto in un paese vicino Buenos Aires dove tutti i cognomi erano italiani e la cotoletta e la farinata erano quasi il piatto nazionale. Poi ho fatto l’emigrato di ritorno e sono arrivato in Italia nel 1974 perché avevo un sogno: suonare la chitarra. Difficile trovare un ingaggio così uno dei primi passi è stato frequentare una scuola di jazz a Parma. Mi sono fatto degli amici e un bel giorno mi hanno proposto come chitarrista ad uno strano tipo che non conoscevo, un certo Francesco Guccini. Non è un caso che il nostro primo album insieme si chiamò <<Amerigo>> e il protagonista del brano omonimo ricorda la storia di mio nonno emigrante. In patria ci sono tornato con Francesco nel 1983. Da quel viaggio è invece scaturita la canzone <<Argentina>>.”
A parlare è Juan Carlos Bondini, “Flaco” per chi conosce Guccini, di cui poi diventò chitarrista, collaboratore e spalla (interpretando Sancho Panza in “Don Chisciotte”). Dopo l’ultimo disco di Guccini, «L’ultima Thule», 2014, è cominciata l’avventura dei Musici, il gruppo dei musicisti di Guccini (con Bondini anche Vince Tempera, Ellade Bandini e Antonio Marangolo) che va in giro a fare concerti con i brani – riarrangiati- del Maestro.
Bondini, poi, ha anche collaborato con altri artisti italiani (Conte, Fossati, Lauzi, Endrigo e Capossela) .
Ed è lui ad interpretare, nel nuovo disco con altri 11 pezzi del Maestro eseguiti da diversi cantanti, questo brano dalle atmosfere argentine.
La storia di questo brano è un po’ strana. “Alcuni anni fa Caterina Caselli chiese a Francesco un testo per Bocelli. Lui accettò e io l’ho musicato. La canzone però fu respinta dalla produzione inglese di Bocelli, forse perché a suo dire descriveva la migrazione con toni troppo cupi. Ma d’altronde se ne può parlare in tono leggero? Così la canzone è rimasta nel cassetto per un po’. Poi, nel 2018, noi Musici, insieme ad Enzo Iacchetti, l’abbiamo proposta a Sanremo, ma non fu selezionata. Oggi finalmente i fan di Francesco possono ascoltarla in questo album, con la voce mia e sua. L’abbiamo incisa divisi: lui stava a Pavana, nella sua cucina mentre io e i Musici siamo andati a Milano; Mauro Pagani ha voluto che registrassimo in studio“.
Anche gli arrangiamenti del nuovo disco “Note di viaggio n°2” faranno storcere il naso ai puristi. Troppe le differenze con gli originali. Ma il compito di queste operazioni (come avvenne 20 anni per Faber riarrangiato da Morgan) è non far disperdere il grande patrimonio artistico del Maestro di Pavana.
Non date retta dunque ai puristi. É un ottimo lavoro. Notevole musicalmente, tra le altre, la versione gospel di “Dio è morto” eseguita da Zucchero.
LNG