Grazie Evelyn perché, seduta sulla mia poltrona preferita con le gambe sul pouf, posso scrivere con una “non penna” su un “non foglio”. Scrivo in corsivo sull’ipad con la penna senza inchiostro e lo schermo me lo ripropone in stampatello. Posso cancellare con una “non gomma” e riscrivere.
Ma non vi sembra una cosa strepitosa?
Con Evelyn Berezin voglio iniziare a ringraziare donne che hanno contribuito a rendere la mia vita migliore. Non è una cosa scontata. Quante di noi si son sentite sottovalutate o, addirittura, screditate, anche nel nostro 2021? Forse non ci impegniamo abbastanza per eliminare discriminazioni, sessismo e altri atteggiamenti che ci opprimono da sempre. Non ci raccontiamo abbastanza . Bisogna tornare a raccontare storie, quelle belle, alle nostre ragazze, ma anche alle nostre bambine, perché possano sognare un futuro migliore.
Io inizio da Evelyn.
Nel 2010, lo scrittore ed imprenditore britannico Gwyn Headley, parlando di Evelyn Berezin ha detto: “Perchè questa donna non è famosa? Senza di lei non ci sarebbero stati nè Bill Gates, nè Steve Jobs, niente internet, niente word processors, e niente fogli di calcolo; niente che colleghi remotamente il business con il 21° secolo”.
Una domanda molto simile me la son posta pure io, dopo aver scoperto Evelyn grazie all’interessantissimo libro di Carla Petrocelli “Il computer è donna“, già presentato su queste pagine (https://www.ciranopost.com/2020/09/22/riscrivere-la-storia-dellepopea-informatica-e-lappassionata-mission-del-libro-il-computer-e-donna-di-carla-petrocelli-la-nostra-intervista/) e la cui lettura vi raccomando ancora vivamente.
Approfondendo la ricerca, mi trovo a ringraziare Evelyn non solo ogni volta che digito un documento, ma anche ogni volta effettuo una prenotazione aerea o una transazione bancaria online. Ho scoperto, infatti, che per ognuna di queste tre azioni, oggi cosi scontate nella nostra vita, sto utilizzando la tecnologia che lei ha introdotto nella nostra quotidianità.
Ma chi era Evelyn Berenzin?
Certamente una donna straordinaria che ha reinventato se stessa più volte e, per superare la discriminazione, ha creato l’azienda di cui è diventata manager, la prima ad essere guidata da una donna. Figlia di ebrei russi immigrati negli Stati Uniti, Evelyn nasce nell’East Bronx nel 1925, frequenta la Christopher Columbus, scuola pubblica locale in cui le classi erano frequentate anche da 45 bambini (ed io che mi lamento del sovrannumero di alunni nelle mie classi). I suoi insegnanti, come raccontò la stessa Evelyn in un’intervista, erano molto giovani e tutti con un curriculum straordinario, PhD o dottorati di ricerca in ambito scientifico. Sarà stato questa circostanza, unitamente alla passione per i fumetti di “Austondig Science Stories ” che uno dei suoi due fratelli comprava, che fece nascere in lei una grande curiosità per le scienze e la fisica, perpetuata sino a dopo il diploma, ottenuto a 15 anni, quando iniziò a frequentare l’unico college gratuito per le ragazze, l’Hunter College, studiando materie che non avevano nulla a che fare con quelle scientifiche, perché ritenute non idonee per le donne. Ma siamo nel ’41, sono anni di guerra e le opportunità precluse alle donne in tempi di pace sono a portata di mano; è proprio vero quello che affermò Albert Einstein: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato“. (da “Il mondo come lo vedo io” 1931). E così Evelyn coglie l’occasione ed a soli 16 anni, mentendo sulla sua età, ottiene un primo lavoro come assistente di laboratorio alla International Printing Company di Manhattan, qualifica ovviamente prevalentemente concessa in ambito maschile; la maggior parte degli studenti maschi era impegnato in guerra e il vuoto lasciato permise ad Evelyn e, come lei, ad altre, di passare da un’università all’altra. Evelyn insegue i suoi sogni, iscrivendosi alla Facoltà di Fisica e Chimica di NY, ma frequenterà, come unica donna, anche la facoltà di Matematica al Politecnico di Brooklyn . Instancabile, lavora di giorno e studia di notte, ottenendo la laurea in Fisica nel 1945. Subito dopo riceve una borsa di studio dall’Atomic Energy Commission, e come racconta la stessa Evelyn in un’intervista concessa nel 2014 a Garden Hendrie del Computer History Museum, seguì la sua prima lezione il giorno dello scoppio della bomba su Hiroshima, il 7 agosto del 1945.
Basterebbe questo a far comprendere che Evelyn sia una “forza della natura”, ma c’è molto di più.
Nel 1951 Evelyn colse un’altra occasione: non riuscendo a trovare impiego come fisico, rivolse le sue ricerche al mercato elettronico che emergeva in quegli anni. Ottenne un posto di Logic Designer alla Elecom (Electronic Computer Corporation-Ecc ) e, avendo una forte preparazione scientifica multidisciplinare, non si perse d’animo quando un giorno “Mi dissero: progetta un computer! Non ne avevo mai visto uno prima. Quasi nessun altro lo aveva mai visto. Così ho dovuto solo capire come farlo. Era molto divertente, quando non ero terrorizzata”.
Evelyn lavorò a diversi altri progetti informatici, tra cui un sistema bancario automatizzato, un calcolatore per il targeting delle armi per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e persino terminali per monitorare la quantità di denaro puntata su ciascun cavallo per una pista di corse di cavalli.
Pur avendo delle capacità non comuni, Evelyn non riuscì ad ottenere soddisfazioni personali, perché le opportunità di carriera all’interno delle aziende per le donne erano molto limitate, dato che, ormai, i maschi erano tornati dal fronte; infatti, siamo alla fine degli anni 50 e la guerra era finita da tempo. Evelyn racconta di un’offerta di lavoro del 1960 dalla Borsa di New York che le fu annullata, perché il responsabile delle assunzioni scoprì che era donna, e scusandosi le disse “Hanno detto che eri una donna e per lavoro avresti dovuto frequentare “la borsa! Li il linguaggio usato è troppo volgare per le orecchie di una donna“, lasciandola senza lavoro. Ma siamo a cavallo tra il 1957 e il 1958 ed i transistor divennero disponibili e i computer, ormai molto più veloci, divennero i sistemi di comunicazione giudicati più interessanti dal mercato. Evelyn, arrivata alla Teleregister nel Connecticut, progettò uno dei più grandi sistemi costruiti a quel tempo: nel 1962 fu consegnato il primo sistema di prenotazione passeggeri per United Airlines. Il sistema centrale, costruito a Denver, fu uno dei primi ad usare i transistor, serviva 60 città in tutti gli Stati Uniti, con un tempo di risposta di un secondo e, successivamente, vantò l’assenza di guasti al sistema centrale in 11 anni di attività. Il collegamento avveniva attraverso un sistema di antenne e constava di 3 macchine telescriventi: se una si bloccava lavoravano le altre due. Ma anche alla Teleregister fare carriera per una donna era praticamente impossibile. Evelyn si era battuta degnamente, ma era pur sempre una donna in un mondo di maschi. Non vi era altra possibilità che crearsi la propria azienda!
In una pubblicazione del 1976 della rivista BusinessWeek delle 100 donne d’affari più anziane negli Stati Uniti, solo una era Presidente di una società tecnica: Evelyn Berezin, a capo della sua Redactron, una nuova azienda produttrice di elaboratori di testi nata nel 1969, quando Evelyn ebbe un’intuizione, forse la più importante di sempre: esistevano già le fotocopiatrici, ed ancor prima esistevano le segretarie, ma solo il 6% degli impiegati sapeva usare la macchina da scrivere. Cancellare era difficile, copiare un testo era un lavoro notevolmente faticoso, quello del revisore di bozze era un mestiere ingrato e in generale i testi circolavano con lentezza. Perché, si disse certamente la scienziata, non inventare un computer in cui scrivere ed editatare il testo, potendone cancellare dei segmenti e spostarli in un punto diverso, inserire revisioni, e facendo il tutto il più velocemente possibile? A seguito di quell’idea, Evelyn inventò il primo word processor che chiamò Data Secretary, ed era una macchina innovativa, prima ed unica nel suo genere in quanto utilizzava chip a semicondottore. I primi elaboratori di testi di Redactron furono consegnati nel settembre 1971, un anno e mezzo dopo l’avvio della società con solo nove persone, al prezzo di 8000 dollari l’uno. Nel 1975 impiegava poco meno di 500 persone. Ma nel 1976, l’IBM cominciò a competere con la Redactor e iniziarono i primi problemi che portarono alla vendita dell’azienda alla Burroughs Corporation, dove Evelyn restò fino al 1980. Alla fine della sua magnifica carriera, Evelyn era ancora parte di molteplici consigli d’amministrazione di importantissime aziende e società. Nel 2011 fu inserita tra le Women Technology International Hall of Fame di Los Angeles e il suo Data Secretary lo si può ammirare al computer History Museum in California.
Eppure, le segretarie esistono ancora, perché, come lei stessa sentenziò, “è diventato ovvio per gli uomini non avere più bisogno delle loro segretarie. Potrebbero fare quasi tutto da soli. Ma abbiamo anche imparato che se c’è qualcosa che un uomo odia, è rinunciare alla sua segretaria”.
Evelyn Berezin è morta l’8 dicembre 2018 a 93 anni a causa di un linfoma.
Questa storia raccontatela alle vostre figlie ed alle vostre nipoti, per farle sognare, ma non l’arrivo del principe azzurro, bensì di un giorno in cui le donne potranno essere finalmente essere giudicate al pari degli uomini.
Maurizia Limongelli
ottimo articolo , molto attuale e interessante complimenti!