L’iniziativa “Re-start” dell’Associazione Nel Gioco del Jazz ha debuttato domenica 13 giugno al Nicolaus Hotel di Bari con un notevole concerto dell’Antonio Faraò Trio.
La lunga pausa pandemica, in linea con quanto accaduto nel resto del mondo, è stata intervallata da un piccolo cartellone tenuto da Nel Gioco del Jazz nell’estate del 2020 e con l’esperienza streaming.
Lo streaming, e ciò ha messo d’accordo pubblico e artisti nelle parole del Maestro Roberto Ottaviano, che ha introdotto magnificamente la serata assieme al Presidente Donato Romito, toglie una componente fondamentale dello spettacolo, ossia l’interazione e la condivisione; personalmente, aggiungo che lo streaming ruba una specie di respiro, allo show, rappresentato dall’applauso. L’applauso, specialmente nel jazz, ha una componente peculiare al termine di assoli e variazioni (inclusi tempi precisi in cui sorge e si spegne), è l’interplay principale tra palco e pubblico, una spinta propulsiva necessaria, senza la quale poco può davvero accadere.
Ed è proprio l’interplay ad essere determinante nel trio che Antonio Faraò, pianista romano di fama mondiale, amato finanche da Herbie Hancock, compone con il contrabbassista Ameen Salem, emergente, moderno, già top performer di categoria, e Bruce Ditmas, batterista di lunghissimo corso, che annovera collaborazioni con Enrico Rava e Jaco Pastorius.
Il set arriva a Bari dopo essere stato anche al Blue Note di Milano. Per stessa ammissione di Faraò, c’è molta dedica nella scelta dei brani in setlist: “Domi” ed “Evan” dedicati ai due figli, “Freeman”, un omaggio a Chico Freeman, la curiosa “Theme for Bond” dedicata non al famoso 007, bensì all’adorato cane scomparso che da questi prendeva il nome. La vena si fa poderosa e appassiona chi ama il jazz senza orpelli e sofisticazioni, estrinsecata in pezzi solidi come “Black Inside” e “Giant Steps”.
I virtuosismi degli assoli non perdono la legatura all’armonia e alla ritmica vi è una mutua generosità, palpabile nella formazione, a beneficio del pubblico. Il groove del contrabbasso poggia su un fraseggio autorevole, alla sapienza della batteria non manca la freschezza. Sia le ballad che i pezzi ritmati e spumeggianti sono il rientro ideale per chi ha desiderato, finalmente, un concerto tutto da godere, un jazz assieme strutturato e con architetture moderne.
Il tocco pianistico si fa struggente, delicato, estremamente sensibile in “Syrian Children”, la percezione del viaggio, del mare, della speranza e della sofferenza, dedicata ai bambini siriani, ma anche all’inviolabilità di ogni bambina e bambino.
I prossimi appuntamenti del programma “Re-Start” prevedono un magnifico “Jazz Revenge Fest”, che si terrà all’Arena della Pace di Bari, diviso in due tranche: la prima, dall’08 all’11 luglio, ospiterà l’Ambrose Akinmusire Quartet, il David Murray Trio, Fred Hersch e l’Antonio Sánchez Quartet; la seconda, tutta italiana, dal 26 al 29 agosto, conterrà “Tinissima” di Francesco Bearzatti, l’“Eternal Love” di Roberto Ottaviano, “No eyes” di Emanuele Cisi e i Bumps di “Ars Insidiae”. Oltre a ciò, vi è un ampio programma di serate “Jazz in Terrazza” presso il Dexter Jazz Club, mentre prosegue il progetto “Urbis” presso la Chiesa di San Marco. Infine, dal 06 al 09 luglio si terranno le guide all’ascolto “Storia e Storie di Jazz”, sempre presso la Chiesa di San Marco, a ingresso gratuito.
Beatrice Zippo
foto di Beatrice Zippo