Masih Alinejad, giornalista, attivista e blogger iraniana di 45 anni, già perseguitata in patria per la sua lotta per la libera scelta dell’hijab in pubblico, ha di recente diffuso un video in cui Shamsia, una ragazza afghana, in lacrime, racconta ciò che sta per succedere a lei e a tante ragazze come lei, ora che il regime talebano ha preso il controllo di Kabul.
La giovane non trattiene le lacrime, fino ad una risata nervosa, dicendo:
“Noi non contiamo perché siamo nate in Afghanistan, non posso fare a meno di piangere, devo asciugare le mie lacrime, a nessuno importa di noi, moriremo lentamente nella storia, non è divertente?”
La rabbia di Shamsia è tanto più devastante in quanto adesso è vestita e pettinata come tante ragazze della sua età, anche nostre connazionali, ma è chiaro che nelle sue parole vi è la coscienza che presto le saranno negati questi vestiti, questa pettinatura, l’istruzione e la bellezza che desidera vedere nel mondo.
Il futuro di Shamsia e delle altre ragazze come noi è incerto, se non già segnato. Le comunicazioni dall’Afghanistan iniziano ad essere confuse e frammentarie.