L’isolamento di Maryam Sadaat

Le parole di Maryam Sadaat, attivista per i diritti delle donne, che ogni giorno, protetta dal po’ di scorta che le è rimasta, si rifugia in una casa diversa, pesano come macigni e suonano come un addio continuo. Nell’intervista che ha rilasciato a Barbara Schiavulli di Repubblica, Sadaat dipinge quello che è l’Afghanistan del nuovo corso talebano, al di là della retorica di dialogo che qualcuno prova a propinare.

Amica mia, temo che mi uccideranno. Questa potrebbe essere l’ultima volta che ci sentiamo. Ho detto alle mie amiche di non contattarmi più perché non vorrei metterle in pericolo. Mi sento molto depressa e sola.

Di’ alla tua gente che non si devono fidare di loro, ti prego, qui sappiamo che non ci faranno più lavorare, studiare o vivere la vita che scegliamo. In questi giorni le donne sono cambiate, si sono ritirate, si sono chiuse in casa, stanno cancellando foto, Facebook, si stanno isolando per paura di essere trovate. Stiamo scomparendo sotto gli occhi di tutti. La maggior parte delle famiglie è in modalità protezione, i nostri mariti, padri, fratelli ci stanno proteggendo, non possiamo uscire, non abbiamo da mangiare, i bambini non capiscono ma sentono che qualcosa è successo. Il prezzo della benzina è andato alle stelle, e la gente non può prendere i soldi perché le banche hanno chiuso. Le strade sono deserte perché tutti hanno paura dei talebani, non perché la città è tranquilla.

Sto pensando di togliermi dai social, quelli controllano tutto. Già così ci stanno cancellando, vogliono zittirci e per paura lo stiamo facendo da sole. Ieri una ragazza è stata uccisa a Nangarhar, la sua colpa? Quella di lavorare con l’amministrazione, o essere giornaliste o attiviste.

Ogni giorno dormo in un posto diverso nel tentativo di ingannare i talebani che mi cercano. Sono agitata, stanca, non mi sento bene. Non parlo a nessuno per paura di rappresentare un pericolo, ascolto le notizie sperando ce ne sia una che mi faccia tirare il fiato, ma sento quello che i talebani dicono ai media internazionali, dicono che le donne saranno felici sotto il loro regime, e io impazzisco. Non dovete credergli, vi prego. Appena vi volterete un attimo, quelli faranno di noi quello che vogliono. E va bene, io mi sono scelta questa vita, posso anche accettare di morire, ma sono preoccupata per tutte le donne di questa terra. Quale sarà il loro futuro? Che ne sarà dei nostri figli? Le femmine diventeranno spose bambine, i maschi li riempiranno di bugie per trasformali in combattenti. Le donne potranno lavorare? Studiare, andare al ristorante con le amiche o saremo imprigionate a casa per il resto della nostra vita? In nome di Dio, se non potete fare nulla per liberarci dai talebani, almeno non credetegli, non riconosceteli. Non parlate con loro.

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