“In principio fu un sarto, che lavorava seduto sulla soglia della sua bottega. Apostrofava il ragazzo accennando una terzina della Divina Commedia e aspettava che lui continuasse i versi appena pronunciati. Frustrato dal proprio silenzio dinanzi ad un uomo altrimenti ignorante, il ragazzo tornava a casa e leggeva e imparava a memoria, ma il giorno dopo il sarto proponeva nuove terzine, e il gioco e la provocazione ricominciavano.” (Trifone Gargano).
Un attore accoglie il pubblico all’ingresso del teatro: il sarto alza gli occhi dal suo lavoro e inizia una terzina fermandosi, puntando il dito verso qualcuno e chiamandolo a completarla.
Comincia così “Vertigine – Nei gironi e nelle sfere di Dante“, conferenza spettacolo a cura della coreografa Elisa Barucchieri e Trifone Gargano, docente esperto di Dante, ultimo appuntamento per la rassegna ACTOR del Teatro Abeliano di Bari.
Un viaggio poetico, ironico, visionario e vibrante nella Commedia dantesca, col dichiarato scopo di demonumentalizzare e destrumentalizzare Dante (sono le parole del professor Gargano) non per svilirne la bellezza e la preziosità ma per individuare una strada che ci permetta di riscoprirne la forza e la vitalità intrinseca.
“Vertigine” è dunque una conferenza, un racconto appassionato, a tratti comico, che alterna curiosità, aneddoti e divagazioni a indagini numerologiche, rispondenze ed echi fra canti e cantiche, analisi e significati evidenti e nascosti. È il tentativo di presentare un’opera che suscita soggezione in un modo che faccia superare le difficoltà della lingua e della struttura narrativa, perché se ne apprezzi la prossimità.
A questo mirano le parole di Gargano, il suo stile colloquiale e semplice: favorire l’incontro, disporre all’ascolto, raggiungere chi normalmente fugge e mostrare che Dante è possibile, che è più vicino a noi di quanto si pensi. Perché la poesia è potenziamento della realtà, e leggere la poesia permette di accarezzare le proprie emozioni, coltivare il sogno e la speranza, salvare la vita stessa.
Accanto alla parola la danza, anzi la grande danza della Compagnia ResExtensa diretta da Elisa Barucchieri che ne è guida e anima. La struttura del teatro ospitante permette di cogliere persino il battito delle ciglia di questi appassionati danzatori, giovanissimi eppure così intensi e vibranti, delicati ed esplosivi, capaci di avviluppare tra le sete degli abiti di scena anche lo spettatore che nulla sa di danza, ma che non può resistere alla magia e al fuoco del loro gesto.
La Barucchieri è sempre la certezza della meraviglia, dell’incanto, della passione, e i suoi danzatori incarnano perfettamente il senso della sua ricerca e del suo andare.
Parola e danza, intelletto e cuore.
E due modi molto diversi di vivere e raccontare.
Da un lato prossimità, ironia, complicità; dall’altro fuoco, ieraticità, solennità.
In alcuni momenti la convivenza fra parola e danza si fa difficile, e non convincono completamente il contrasto e il salto di stile (e di linguaggio) fin troppo ardito. Ma è una strada coraggiosa quella di “Vertigine“, una scommessa che vale la pena di tentare ancora, cercando di superare e levigare almeno in parte quelle differenze che rischiano di far smarrire lo spettatore, talvolta confuso dai profondi cambi di registro, continuando a cercare un punto di incontro nella sincera e comune ricerca di bellezza.
“Cadrò, cadrò sempre fino all’ultimo giorno della mia vita, ma sognando di volare.” (Alfonso Gatto)
Imma Covino
Foto di Silvio Donà