La libertà è un concetto assoluto, ma le sue interpretazioni sono altrettanto libere. La prova è questo periodo di allentamento delle restrizioni, che ci hanno attanagliati: per qualcuno è troppo presto, per qualcuno è troppo tardi, qualcuno è stato preso da un’irrefrenabile voglia di vivere, qualcun altro non intende lasciarsi andare per adesso.
Qual è il faro dell’anima, in tanta indecisione? La musica, quella bella.
E Giovanni Angelini, con il suo “Freedom Rhythm”, prodotto da A.Ma Records prova a imprimere il ritmo della nuova libertà. Il progetto è sostenuto da “Programmazione Puglia Sounds Record 2022” – operazione finanziata a valere sul POC Puglia 2007-2013 – azione “Sviluppo di attività culturali e dello spettacolo”.
La batteria di Angelini si avvale della collaborazione di numerosissimi musicisti arcinoti agli appassionati, da Simona Severini a Gaetano Partipilo, da Alberto Parmegiani a Giovanni Astorino, da Giuseppe Todisco a Antonio Fallacara, da Dario Giacovelli a Vince Abbracciante.
La libertà passa prima di tutto attraverso la possibilità di viaggiare, o anche solo attraverso il pensiero di poter viaggiare: “Voyager”, il pezzo di apertura del disco, è una rincorsa continua, che alle volte vorrebbe guardarsi indietro, per capire quanta paura abbiamo vissuto e quanta ancora ne abbiamo.
La title track dell’album, sostenuta dal piano elettrico di Abbracciante, con un dialogo sanissimo con la batteria di Angelini e l’ipnotica frase sostenuta ostinatamente dagli ottoni, è l’inno ritmico della nuova libertà, ostinata nel venire a cercarci per riportarci a vivere. L’arrangiamento di questo pezzo è ricco, elegante, la facilità di ascolto e di restare impressa è un plus che nulla ha a che fare con la superficialità.
Il fascino dei rotabili fa particolarmente presa sui musicisti, per il senso ritmico e del viaggio che ispirano, e Angelini decide di lasciarsi sedurre, assieme al collettivo, per un pezzo frenetico, deciso, pieno di stimoli: “Subway”, una metropolitana emotiva, un sotterraneo che emerge, un invito a guardare le cose nel profondo.
La voce di Simona Severini, intrisa di sonorità acquatiche, come proveniente da un sogno amniotico, incanta la traccia di punta dell’album, “I need your Smile”, un arrangiamento che pesca anche da una certa cinematica. Il risultato è quello di una vagolante nostalgia, quella che ci riporta all’autostrada della vacanza e alla sua lontananza, quella che in questo periodo in cui le ferie sembrano un bisogno primario attanaglia particolarmente.
Ci attanaglia così tanto, da farci sembrare tante scimmie in gabbia, e Angelini, con il suo “Release the
Monkey”, ci apre la gabbia del mondo: ma non era poi il mondo un’immensa gabbia dalla quale scappare? Se lo chiedono Angelini e Partipilo nei loro assoli che tendono a essere soliloqui.
E dove andiamo? Iniziamo da “Huelva”, in Spagna, lasciamoci guidare dalla torrida tromba di Todisco e dall’espressività della chitarra di Parmegiani, mai abbandonate dalla batteria e dal resto degli strumenti.
Oltreché di un nuovo ritmo per la libertà, Angelini ci regala una bussola, un “Compass” di bordo, forse il pezzo in cui la batteria è più protagonista, oscillante e pervasa di microscopiche tensioni, scrosciante verso la fine, per poi riportarci in palmo di mano a un porto dolce e ospitale.
E niente, tocca vedere il collettivo dal vivo e farselo assieme questo viaggio nella libertà.
Beatrice Zippo