Nuovo sold out per la rassegna Around Jazz 2022/2023. Una stagione da incorniciare del Teatro Forma.
Ed è davvero da incorniciare il concerto di Karima, che sul palco del teatro barese ha presentato No Filter, l’album uscito a maggio dello scorso anno. Undici tracce, grandi successi internazionali senza tempo, interpretati secondo la sua personalissima cifra stilistica che spazia dal jazz al blues, dal soul al pop. Un lavoro per il quale, in studio, si è scelto di escludere l’elettronica, privilegiando una registrazione in acustico, e la coraggiosa scelta di registrare solo due tracce complete per ogni brano, per conservare (sono le parole di Karima stessa) le migliori emozioni che si trasmettono sempre nelle prime volte.
Dal vivo, quasi due ore di concerto, intenso e godibilissimo, costruito in modo impeccabile, con estrema cura, capace di suscitare profonda emozione nel pubblico presente e segno di un grande rispetto da parte dell’artista livornese, generosissima nel darsi e raccontarsi e, nello stesso tempo, riservata, lontanissima da quell’ammiccare che è ricerca di facile consenso.
Sul palco, con Karima, tre musicisti davvero speciali: Bernardo Guerra alla batteria, Gabriele Evangelista al contrabbasso (il suo duetto con Karima vale, a nostro modestissimo e personalissimo parere, un plauso particolare) e Piero Frassi che al pianoforte cuce addosso alla voce e alla personalità della cantante tutti i brani dell’album e lo fa con altissima eleganza, ricavandone pezzi riconoscibilissimi ma destrutturati e reinventati, diremmo quasi con una nuova anima. L’intesa di Karima con i suoi musicisti ci sembra perfetta, e grande l’affiatamento. Lo spazio a loro riservato é segno della condivisione di un progetto, del tendere comune verso un prodotto finale che non è semplicemente ottimo da un punto di vista tecnico, ma racchiude un’anima, un’emozione profonda.
I brani proposti sono davvero, come si diceva prima, senza tempo, e vivono qui con una veste nuova. Si va da Walk on the wild side di Lou Reed a Lately di Stevie Wonder, da Come together e Blackbird dei Beatles a Wrappen around your finger dei Police. E poi una struggente versione di Don’t let me be lonely tonight di James Taylor e una emozionante Love of my life dei Queen. Non manca l’omaggio a Burt Bacharach con I say a little prayer, cantata in coro col pubblico e preceduta dal racconto dell’incontro con il maestro e della successiva collaborazione (Bacharach, tra l’altro, ha prodotto il primo album di Karima, registrato a Los Angeles).
Un’artista elegante, raffinata, capace di raccontare emozioni.
Sicuramente un grande bagaglio di professionalità, ma quello che ci è piaciuto è stato il garbo, la classe, il virtuosismo non fine a se stesso, ma a servizio della bellezza. Karima ha già un pubblico che la segue fedelmente e la abbraccia, come ha fatto qualche
sera fa, ma noi siamo certi che possa spiccare un ulteriore grande salto, magari con una produzione autorevole, con un nuovo lavoro che non sia solo di cover (che pure la sua voce riveste sempre di significati nuovi), ma anche di inediti, con autori che sappiano sfruttare le sue straordinarie capacità tecniche e la sua innata e naturale attitudine a rivestire di eleganza e malìa le sue interpretazioni. Un talento indiscutibile, quello di Karima, frutto anche di un grande e impegnativo lavoro, al quale auguriamo tutto il meglio, tutto il bello.
Imma Covino
Foto dalla pagina Facebook del Teatro Forma