“Nei miei film la fine non ha niente a che vedere con la felicità o l’infelicità, perché quello che mi interessa davvero è individuare un processo di sviluppo che porti a una trasformazione”
(Céline Sciamma)
Un viaggio non è mai la meta, ma è quello che noi diventiamo, mai respireremo due volte la stessa aria, con le stesse cellule, in un universo immutato.
Questo viaggio da giurati ci ha sicuramente lasciato nuove amicizie, emozioni collettive, declinate in tanti modi quanti siamo noi, l’amore per il cinema, già vivo in noi, ad ardere ancora più forte.
Arriviamo al Petruzzelli per la premiazione supersorridenti, tirati a lucido, più leggeri, ormai il dovere è assolto, e da cerimoniale dovrebbero anche applaudirci per il lavoro svolto.
Veniamo accolti, formando per l’ultima volta il plotoncino, e fatti accomodare in terz’ordine, da cui tifare la nostra formidabile Presidente Donatella Palermo, e i nostri giurati delegati, Simona Saracino e Michelangelo Accettura, che premieranno rispettivamente il miglior attore e la miglior attrice. E l’applauso per noi scatta davvero, soprattutto dopo le meravigliose parole che la Presidente ci ha dedicato. È stata una settimana bellissima, non esiste una vita abbastanza arida da non potere apprezzare l’opportunità che ci è stata data, in 24, selezionate e selezionati tra 250 candidature pervenute. La scenetta inattesa rivela tutto il bello della diretta: trattenuti dai fotografi, i premiati sono arrivati sul palco dopo i premianti!
Abbiamo premiato tre film di frontiera, professionisti e produzioni niente affatto wikipediate. Il premio Ettore Scola per la miglior regia è andato a Ivan Gergolet per il suo “L’uomo senza colpa”, un film ambientato tra Triveneto e Slovenia, duro, fisico, pieno di emozioni complesse e contraddittorie.
Il premio cinema Mariangela Melato per la migliore attrice è andato a Paola Sini per “La terra delle donne” di Marisa Vallone, un’interpretazione viscerale, molto poco folkloristica, di una donna che reca in sé incanti passati e boccioli di futuro, la modernità delle maternità negate e la robusta saggezza.
Il premio Gabriele Ferzetti per il migliore attore è andato a Orlando Angius per “Tutti i cani muoiono soli”. Sorprendentemente, scopriamo che Angius ha alle spalle quarant’anni di ruoli comici, e vince questo premio per il suo primo ruolo drammatico. In questo film dice tutto con la faccia, con gli occhi, col mento, con la dose millilitrica delle parole.
Le foto di rito e gli ultimi applausi decretano la fine di questa esaltante esperienza. Ringrazio Donatella, Michele, Cinzia, Anja, Isa, Maria, Mariateresa, Maria Grazia, Marika, Noemi, Rosa, Antonello, Antonio, Davide, Davide, Giulio, Michelangelo, Pierluigi, Salvatore, Vito, Federica, Alina, Alessandra, Annamaria, Simona. Per sempre, le giurate e i giurati del pubblico del Bif&st 2023.
Beatrice Zippo