Prosegue al Teatro Abeliano di Bari la rassegna I Solisti, giunta ormai alla quarta edizione. Per circa un’ora il palco é calcato da un artista chiamato a raccontare e raccontarsi, offrendo pezzi di repertorio e quant’altro il suo estro gli suggerisca.
Nella serata del 20 aprile la sala ActorStudio ha ospitato Giuseppe De Trizio, musicista di formazione classica che negli anni ha svolto una ricerca attenta e appassionata sulla musica popolare, giungendo a collaborare con nomi importanti del panorama artistico nazionale. A questa attività ha poi affiancato quella di compositore di colonne sonore, e sempre a lui si deve la fondazione nel 1996 del gruppo Radicanto, che già nel nome denuncia l’intento di recuperare attraverso la musica e l’espressione vocale le radici del nostro patrimonio musicale e culturale.
Affidare il palcoscenico ad un musicista, abituato ad esprimersi soprattutto attraverso il suo strumento musicale (in questo caso la chitarra classica), può essere un rischio lì dove, come è nell’intenzione di questa rassegna, all’esibizione si accompagna il confronto col pubblico, al quale è data la possibilità di interloquire e stimolare il dialogo, rivolgendo domande e osservazioni. Timidezza e imbarazzo possono bloccare da un lato e dall’altro, e vanificare un’occasione preziosa di confronto. Ci è sembrato in verità che De Trizio ami raccontarsi e raccontare aneddoti, ricordi, esperienze di incontri e collaborazioni. E tuttavia fondamentale è stata la presenza sul palco del Narratore dell’Abeliano, quel Vito Signorile al quale basta socchiudere gli occhi per aprire, con una canzone o una battuta, il baule della memoria, il profumo di un ricordo, il calore e il colore di un tempo lontano.
Chitarra e voce, De Trizio e Signorile hanno evocato, narrato, cantato, con quella lentezza che permette di assaporare la bellezza della musica popolare, spaccati di vita semplice e di amori, scene di vita quotidiana che appartengono al vissuto di una città e della sua gente. Adamante, Addubbio, solo per citare alcuni brani che portano la firma di De Trizio, si sono alternati a vecchie reminiscenze in musica di Vito Signorile, dando vita ad un dialogo fatto di parole e musica che ha reso la serata scorrevole e piacevole.
Imma Covino
Foto di Silvio Donà