Convince “Circus”, il progetto musicale del Collegium Musicum diretto da Rino Marrone dedicato al più grande spettacolo del mondo

Quando mi propongono di seguire i concerti organizzati dal Collegium Musicum non rispondo mai no, fossi matta!
Questo perché le loro proposte non sono mai banali, assolutamente scevre da arroganza e vanagloria che a volte si riscontrano in iniziative a carattere culturale, ma, al contrario, il denominatore che accomuna le performance dell’Orchestra diretta dal Maestro Rino Marrone è la totale trasparenza, il desiderio di rendere comprensibile e fruibile a tutti la musica, sempre, tanto che questo accada attraverso la spiegazione della famosissima “diatriba” tra Salieri e Mozart o tramite le emozioni dettate da una composizione inedita.

Questo obiettivo è stato ampiamente ricercato e decisamente raggiunto nel corso dell’esecuzione del progetto Circus che, come si evince dal nome, è ispirato appunto al mondo de “Il più grande spettacolo del mondo” come venne definito dal titolo di un famosissimo film di Cecil B. De Mille del 1952. La bellezza della proposta del Collegium è quella di modellare l’orchestra in base al tipo di scaletta proposta; infatti, ampio risalto in questo caso è stato dato ai fiati, agli ottoni soprattutto.

Nella suggestiva location del Cortile della Bellezza della scuola Diomede Fresa a Bari, nella città vecchia, messa a disposizione dall’Associazione I custodi della Bellezza e dal Municipio 1, sono risuonate, come da tradizione consolidata, le note della “Marcia dei gladiatori” di Fucik, forse il pezzo che più di tutti porta alla mente una colorata e allegra parata di artisti, per poi attraversare il XX secolo e arrivare al “Dead Elvis” di Michael Daugherty. Quest’ultima sembrerebbe inizialmente una scelta che si discosta dal tema principale ma, se leggiamo quanto dichiarato dal compositore, che ha voluto rappresentare attraverso un utilizzo perfetto di archi e fagotto “una stella del rock si vende a Hollywood, al Colonnello Parker e a Las Vegas in cambio di ricchezza e celebrità”, non potremo non convenire che, in realtà, non vi è nulla di più circense, di più clownesco, della vita del Re del rock, altalena continua tra luci sfavillanti e retroscena colmi di malinconica mestizia.

La serata si dipana tra le note della “Circus Suitedi Fiorenzo Carpi, uno degli autori più prolifici del panorama teatrale e cinematografico italiano; sua, tra le altre, la colonna sonora del Pinocchio televisivo di Luigi Comencini, senza la quale – ne sono certa – non avremmo avuto la medesima percezione di quel capolavoro della cinematografia di tutti i tempi.

Le note della “Suite”, scritta per la compagnia teatrale di un altro gigante, Dario Fo, la cui presenza si percepisce chiaramente, sembrano accompagnare lo spettacolo, dall’ingresso dei clown alla parata finale di cilindri e pailettes passando per prestigiatori ed orsi in marcia.

E’ il momento di un inedito commissionato dal Collegium al Maestro Marco Grasso, una suite intitolata Un giorno al Circo che, ispirata a Leoncavallo, Rossini, Bizet, Stravinskij, Saint Saens e Mancini, che focalizza l’attenzione sulla follia caratterizzante il mondo del circo e tutte le sue componenti.

Il concerto si è concluso in bellezza con “Clowns” di Nino Rota, la famosissima suite scritta per l’omonimo falso documentario di Federico Fellini, probabilmente il definitivo biglietto da visita non solo della musica del Maestro Rota, ma anche della poetica cinematografica del geniale regista riminese.

Con un’altra composizione commissionata dal Collegium al Maestro Nicola Scardicchio, che ha fotografato perfettamente attraverso la sua musica questo magico mondo, la “Rondò-suite”, si è chiusa una performance che non tarderemo a definire egregia.

Ho iniziato questo racconto sottolineando la capacità dell’orchestra del Collegium di riuscire a farsi spazio nel cuore di tutti, ma questo non sarebbe possibile senza la passione e la bravura dei musicisti che la compongono e allora, in questo caso, grazie ad Andrea Pino (contrabbasso), Giuseppe Camicia (chitarra), Michele Bozzi (flauto/ottavino) Gianbattista Ciliberti (clarinetto) Paolo Debenedetto (sassofono) Michele Dilallo (fagotto) Paolo Russo (tromba) Giuseppe Montalto (trombone) Giuseppe Scarati (tuba) Domenico Carmine (percussioni) Antonio Piccialli (pianoforte/tastiere) e, last but not least, Carmine Scarpati (violino).

Gabriella Loconsole
Foto di Vito Signorile

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