Sulla scia dei ricordi, “Michelino” Hucknall ed i suoi Simply Red mandano in visibilio il pubblico del Locus Festival 2023

Forse è capitato anche a voi; mentre, nella splendida Piazza Duomo di Trani, aspettavo che iniziasse il concerto dei Simply Red, prestigiosa anteprima del Locus Festival 2023, ho pensato “Mi basta che Mick canti “Stars“”.
Certo, è un po’ riduttivo partecipare ad un concerto solo per ascoltare un pezzo, è come rubare con un dito un po’ di Nutella dal barattolo: non ti può bastare. Poi ho pensato che sarà così anche per molti altri; perchè, in fondo, tutti siamo un po’ legati a questo o a quel brano del gruppo, incastratosi nelle nostre esistenze, incastonatosi come diamante nel grigiore della nostre vite quotidiane.

Alle 21:30, quando “Michelino” Hucknall e compagni hanno fatto il loro ingresso sul palco, con alle spalle il bellissimo mare pugliese, immediatamente siamo stati catapultati nel groove di “Better with you“, singolo ancora poco conosciuto tratto dal nuovo disco uscito un mese fa, “Time”, seguito a ruota dalla bellissima “Thrill me”, con cui Mick rincara la dose del sound avvolgente che ha fatto la fortuna della band, speziato di new-romantic e sintetizzatori, iniziando ad alternare i vecchi successi della lunga carriera.

Ed ecco che accade di nuovo. Sono, ancora una volta, in un luogo magico e proiettata in un tempo indefinibile. Mi lascio avvolgere dalla musica, la riuscitissima miscela di pop e soul made in Scotland, quella che solo i Simply Red son riusciti a creare. Grazie alla sua esuberante presenza scenica il leader della band ingaggia un simpatico dialogo in perfetto italiano con il pubblico facendosi chiamare “Michele”. La poliedricità vocale del frontman della band inglese scalda l’atmosfera, quella atmosfera a cui noi fan della vecchia guardia degli anni 80 e 90 siamo molto legati, passando dal pop di “Fake” al reggae da sballo di “Night Nurse“. Mick ritorna a promuovere il nuovo disco con “Shades 22“, che il pubblico ascolta per la prima volta, salvo poi infiammarsi appena partono le prime note di “Holding back the years“, brano dedicato alla madre che abbandonò la famiglia quando Hucknall aveva 3 anni e che ha consacrato i Simply Red nella scena mondiale nel lontano 1985. Ma la Band sa passare agevolmente da una atmosfera all’altra, rendendo ritmo ed emozioni i fili conduttori di tutto lo spettacolo anche trovando lo spazio per la cover di “It’s only love“, un omaggio a Barry White che ne registrò una versione strepitosa, e subito dopo “Your Mirror” , la già citata “Stars” e “Sunrise”.

La band ha iniziato da Trani il tour promozionale di cinque appuntamenti nella nostra penisola, solo una parte del tour che li vedrà esibirsi in undici paesi. Grazie a una voce fuori dal comune per un lentigginoso bianco con la passione dell’Italia, Mich Hucknall ha riportato le lancette del tempo alle atmosfere degli anni 80. Ciò che ha reso bellissimo questo concerto è stato fare un viaggio nel tempo, un viaggio attraverso tutte le varie influenze musicali della band, dal funk di “Just like you” rinforzato dal basso suonato in stile slap e dagli assoli di fiati, tastiere e chitarra. Non poteva mancare “Come to my aid” e subito dopo la cover di Homer Banks, “Ain’t that a lot of love“. Il pubblico, e io tra loro, non ha smesso di ballare e cantare nemmeno con i due brani manifesto del blue-eyed soul, “Thinking of you” e “Something got me started”.

E come tutti i viaggi tendono arrivare alla meta, anche questo splendido viaggio va verso la fine e la band ha proposto un arrangiamento sambato di un altro grande classico, “Fairground“. Ma in realtà è solo una breve fermata, noi non scendiamo. Aspettiamo ancora dei grandi brani e Hucknall e la band lo sanno. Per il finale i Simply Red scelgono di travolgerci con il brano “Money’s too tight (to mention)“, così come a sorpresa il tributo soul a Tina Turner, icona della black music scomparsa lo scorso 24 maggio, “Nutbush city limits“. Un concerto da un’ora e mezza esatta, ci si deve salutare. E per farlo bisogna cantare tutti insieme la famosissima e dolcissima “If you don’t know me by now“.

Non è stato un concerto. E’ stato uno spettacolo per il cuore. E pensare che tutto è iniziato a Manchester, al Free Trade Hall, il 20 luglio 1976. E’ la seconda data dei Sex Pistol nella città inglese, tra il pubblico è presente anche un sedicenne, che vuole diventare musicista dotato di una voce fuori dal comune per un ragazzo bianco, e un secondo segno distintivo, i suoi capelli rossi.

Anche questo anno il Locus Festival si aggiudica un facile sold out, ad inizio festival. Se non sbaglio l’anno scorso avemmo un’altra cura per il cuore, stessa location con un Paolo Nutini in formissima.

Ma mi sono distratta. E’ l’ora delle confessioni: perchè – qualcuno si sarà chiesto – aspettavo proprio “Stars”? Il 19 giugno 1997 la ascoltai in un luogo in cui mai avrei pensato di ascoltare musica; eppure la caposala della Sala Parto mi chiese se volessi ascoltare musica, al mio cenno d’assenso partì una colonna sonora di cui ricordo solo “Stars” dei Simply Red.
Quel giorno nacque Paola, mia figlia.

Maurizia Limongelli
Foto di Alessandro Lonoce dal web

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