E anche la sesta edizione del Bari Piano Festival, con la direzione artistica di Emanuele Arciuli, è stata archiviata. Grandissimo successo della manifestazione, curata in tutti i particolari.
Voluto dal Comune di Bari e realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del protocollo di intesa 2023 con Puglia Promozione e inserito nella Festa del Mare sostenuta dalla Regione Puglia, Bari Piano Festival rivede quest’anno la collaborazione con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari già in essere nelle prime edizioni.
Per gli amanti della musica jazz, il concerto iniziale e quello finale sono stati affidati a due pianisti francesi (uno purosangue ed uno di adozione), con due splendide esecuzioni al tramonto. Dopo tutto, il tramonto è il momento preferito per gli innamorati. Ma anche per chi ha partecipato quasi per caso a queste manifestazioni, è impossibile che sia tornato a casa indifferente.
Dopo la splendida e funambolica esecuzione di Gregory Privat che ha aperto le danze, la chiusura è stata affidata a Baptiste Trotignon. Nato vicino a Parigi nel 1974. Ha iniziato a suonare il violino all’età di 6 anni e il pianoforte tre anni dopo. Il suo primo album per pianoforte solista è stato Solo del 2003. Trotignon compone musica e suona “interpretazioni di musica dai Led Zeppelin e Bob Dylan a Edith Piaf.
E’ stato definito un “talento rinascimentale” per la sua capacità di spaziare dalla musica classica alla musica improvvisata, al jazz.
Pianista jazz sofisticato ed esplorativo, Baptiste Trotignon è un artista molto apprezzato e noto per il suo stile armonicamente ricco e creativo. I primi due album a suo nome sono in trio, pubblicati nel 2000, seguiti da due album per pianoforte solo (che hanno entrambi ricevuto grandi consensi di pubblico e critica) lo hanno portato all’attenzione del pubblico come uno dei talenti più spettacolari di una nuova generazione di pianisti, e ad esibirsi in molti dei principali palcoscenici internazionali. Ha vinto numerosi premi: Prix Django Reinhardt, Best French Newcomer al 2003 Victoires du Jazz, Grand Prix al Martial Solal International Piano Competition 2002. Negli anni successivi si è esibito al fianco di artisti eclettici come Tom Harrell, Stefano Di Battista, Aldo Romano o Brad Mehldau. In particolare, ha partecipato all’incisione dell’album di Stefano Di Battista Trouble shootin’ del 2007, in cui suonava l’organo Hammond). Dopo il suo primo album “americano” registrato a New York nel 2008 (“Share”), ha ricevuto nel 2011 il Sacem’s Grand Prix per il suo lavoro di compositore; nel 2012 ha pubblicato un album incredibilmente audace “Song Song Song”, in cui ha celebrato il suo amore per l’arte del canto, invitando grandi artisti come Melody Gardot. Contemporaneamente ha composto il suo primo piano concerto “Different Spaces” con Nicholas Angelich. Nel 2016, mentre è intento nella pubblicazione di un progetto che mescola jazz e musica classica su Kurt Weill con Kate Lindsey (“Migliaia di miglia”, acclamato dal “New-York Times”), firma con la major SonyMusic, pubblicando i primi due album che mostrano il suo amore per la musica tradizionale sudamericana: “Chimichurri” con il percussionista argentino Minino Garay e “Ancestral Memories” con il sassofonista cubano Yosvany Terry. Nel 2018 riceve il prestigioso premio Echo Jazz in Germania nella categoria Best Instrumentalist-Keyboards, e crea il suo primo pezzo sinfonico “Hiatus et turbulences” con l’Orchestre Philharmonique de Radio-France.
Della sua discografia, doveroso segnalare gli ultimi dischi prodotti: Anima, con l’Orchestra Victor Hugo con la conduzione di Jean-François Verdier (2022), Body and soul (sempre del 2022), in piano solo, e Brexit music (2023), dedicata a canzoni inglesi dei Beatles, Rolling Stones, Police, Pink Floyd, David Bowie, ecc.
Alcuni dei brani presentati durante il concerto sono presenti in questi ultimi due album. Il primo brano del concerto (una sua composizione dal titolo Adios), è presente in un disco del 2019 (You’ve Changed), mentre i brani So in love (C.Porter) e My little suede shoes (Parker) son presenti nell’album solo, Body and soul, come il bis finale del concerto (Chega de Saudade di Jobim).
Particolarissima l’esecuzione di un brano di David Bowie (Life on Mars) e a seguire il brano dei Beatles (With a little help from my friends). Particolare perché non c’è stato un punto di passaggio da una canzone e l’altra, ma in modo altalenante è passato più volte da una canzone all’altra, quasi a voler tornare indietro per correggere alcuni passaggi.
Inutile dire che il pubblico ha apprezzato tantissimo lo spettacolo, Un concerto iniziato con i colori rosso arancio del tramonto, ma che con il passare dei minuti ha apprezzato tutte le tonalità dell’arcobaleno, ma non solo per lo spettacolo della natura, ma per i colori pastello regalati dalla maestria di Toutignon, anche quando il buio ha preso il sopravvento.
A questo punto non possiamo far altro che dire arrivederci alla prossima edizione del Bari Piano Festival, un crogiuolo di emozioni.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro