La settimana sportiva: l’analisi di Bari – Catanzaro

Un’altra prestazione sotto tono e parecchio discutibile, inutile addentrarsi in tortuosi giri di parole. Occorre guardare in faccia la realtà e la realtà, oggi, parla di un Bari, nonostante la confortante e forse effimera imbattibilità, che non convince e che arranca. Perché a me, da giornalista, piace discutere sulle certezze, sulla “foto” del momento, non sul futuro, per questo ci sono le conversazioni su facebook.

Certo qualcuno può dire che siamo ancora ad inizio stagione ed è presto e prematuro addentrarsi in frettolosi giudizi, è anche vero che Mignani è alle prese con un complicato problema d’amalgama tra i quindici giocatori arrivati che devono innestarsi coi vecchi e soprattutto devono assimilare le sue idee di gioco, tuttavia il pareggio di domenica, oltre a lasciare scie di delusione, ha lasciato anche scie di preoccupazione.

Il rodaggio del Bari è ancora una cosa inconfutabile dalla quale non si può prescindere, tuttavia fa specie la sua durata, oggettivamente troppo prolungata per una squadra come quella del Bari che, a prescindere dalle dichiarazioni di Polito e da quelle del Presidente che, come è noto, non sono state sincronizzate, deve, per definizione, stazionare almeno tra le prime quattro, ed invece qui, al momento, è ben salda al nono con un calendario dal coefficiente alto che prevede la rischiosa trasferta a Parma (prepariamoci ad una sconfitta, quanto meno mettiamola in preventivo, inutile farsi illusioni, il Bari non ha nulla da perdere, prepariamoci tutti al peggio così se dovesse uscire indenne sarà tutto guadagnato), poi in casa col sorprendete Como e poi nella trasferta di Reggio Emilia che rievoca una gara maledetta.

Poi ci sono i dettagli che fanno capire quanto sarà dura quest’anno, i dettagli non sono mai trascurabili almeno quando sono un numero cospicuo e non occasionale: lo scorso anno gli episodi VAR erano pressoché tutti a favore del Bari, quest’anno siamo già al terzo episodio VAR contro il Bari. Poi si aggiungano gli infortuni: prima quello di Diaw che ha costretto il Bari ad essere spuntato per ben cinque gare, quindi quello subito dal giocatore simbolo di ieri, Koutsoupias, per il quale speriamo tutti si tratti di una cosa non grave, ci mettiamo anche la condizione pessima di molti giocatori arrivati nel mercato, l’inaffidabilità di altri arrivati a Bari dopo ben un mese di tempo, qualche scelta sbagliata di Mignani che pure ci sta, e si tiri la linea.

Un Bari inesistente nel primo tempo, migliore nel secondo dove Mignani ha apportato alcune modifiche inserendo Morachioli al posto di Edjouma e cambiando schema tattico. Sibilli ha colpito la traversa con una staffilata, e c’è stato un dubbio intervento su Nasti in area per il quale l’incerto arbitro aveva fischiato il rigore che con il VAR ha evidenziato un fuorigioco, ma non è bastato per vincere la partita. L’espulsione di Miranda e quella del tecnico del Catanzaro Vivarini ha dato al Bari un’ulteriore opportunità di vincere la partita, ma l’arbitro, a tratti irritante, ha spezzettato il gioco e il Bari non è riuscito a sfruttare la superiorità numerica.

Molti i giocatori apparsi fuori forma, fuori condizione, ma anche fuori posizione, dunque non si può giudicare a tutto tondo in prospettiva la squadra che, chissà, magari tra un mese ribalterà tutti i giudizi negativi che sta incamerando da un po’ da tutte le parti, stampa e tifoseria, perché il calcio è anche questo ma, torno a ripetermi, il vero giornalista, quando scrive, non si addentra in frettolosi giudizi in prospettiva ma si limita a fotografare il presente, ed il presente, almeno secondo me, dice che questo Bari non va.

Domenica ho visto un Edjouma davvero inconsistente. Non riesco ancora a decifrarlo, mi sembra un enigma, un personaggio crittografato, come quello che, nella settimana enigmistica, ne esce unendo i puntini da 1 a 40, e chissà, poi, che giocatore ne viene fuori. Un giocatore in netto ritardo di condizione, avulso dalla manovra, a tratti impacciato col pallone. Il sospetto – e ripeto il sospetto non la certezza – è che possa trattarsi di un secondo Scheidler, il classico abbaglio di un giocatore visionato (male) da Polito che si sarà fidato di qualche prestazione positiva in Romania, prestazione che non basta per farsi un’idea precisa. Ma può darsi che io mi sbagli, sia inteso, magari il giocatore tra un mese sarà un leader indiscusso di questa squadra, forse ha bisogno di tempo, chi lo sa, fatto sta che per adesso lascia alquanto a desiderare.

Poi c’è Frabotta che io ricordo come un giocatore molto mobile, un terzino vecchio stampo che corre, corre, corre, salta l’uomo e va a crossare. Ebbene, chi lo ha visto? Anche di lui si dirà che ha bisogno di tempo, che è arrugginito e le solite cose, fatto sta che domenica ha commesso molti errori almeno per un’ora, poi nell’ultima mezz’ora è andata meglio ma non più di tanto.

E dei numerosi errori di Acampora ne vogliamo parlare? Avrà sbagliato almeno quattro passaggi assolutamente facili, l’ultimo dei quali fatale che ha coinciso col gol del vantaggio calabrese. Il giocatore non si discute, lo conosciamo bene, lui può fare la differenza a centrocampo, fatto sta che anche lui, oggi, appare lontanissimo da una condizione ottimale.

E nessuna critica dobbiamo fare a Brenno? Il portiere, c’è poco da fare, non dà ancora sicurezza nell’area di pertinenza, continua a sbagliare le uscite, nel senso che quando c’è da uscire non esce e quando esce, esce male e in modo sbagliato. Il quesito è inevitabile: era necessario pescare un portiere in Brasile? L’Italia calcistica è nota per essere la scuola mondiale dei portieri. Misteri. Ma si, anche per lui vale la stessa cosa, occorre tempo.

Poi c’è anche da dire che, ormai, la difesa comincia a subire puntualmente gol ogni partita. Dettaglio trascurabile? Mi sa di no. Domenica Vicari ha scricchiolato, Di Cesare appare non più quel “muro” dello scorso anno.

Guardando il bicchiere mezzo pieno, non si può fare a meno di menzionare il greco Koutsoupias che al di là dei due gol, sta convincendo gara dopo gara, lui una mezzala a tutto tondo, abile nel manovrare dappertutto non solo nella sua fascia di appartenenza e capace anche di tirare in porta e far gol. Cosa si vuole di più? I tifosi già stravedono per lui.

In conclusione diciamo che va bene l’imbattibilità che prima o poi verrà interrotta, inutile farsi illusioni, otto punti sono pochi, con essi non si va molto lontano, anzi, occorre guardarsi le spalle. I fischi del pubblico pagante la dicono lunga sul momento assolutamente non convincente del Bari. Posso dire che, tirando una linea relativamente a quanto visto fino adesso, il mercato è stato sbagliato nei tempi e anche un tantino nei modi? O passo per un detrattore della società? E non è che, invece, niente niente, sono un pochino obiettivo? E ripeto, io parlo di quanto visto dal 13 luglio al 24 settembre. Magari tra 15 giorni il Bari sarà secondo in classifica, chi lo sa.

Massimo Longo

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