Per la IX edizione del “BIG – Bari International Gender” Festival arriva a Bari l’arte performativa e poetica di Regina José Galindo

Lunedì 6 novembre arriva a Bari l’ospite più atteso dell’edizione 2023 del BIG, l’artista visiva, performer e poetessa sudamericana Regina José Galindo: in continuità con l’edizione precedente, il festival sviluppa una sezione che unisce performing arts ed arti visive, dedicata a un artista di fama internazionale, e affidata all’artista Pamela Diamante, sempre in sinergia con la direzione artistica curata da Tita Tummillo e Miki Gorizia. Galindo sarà protagonista dell’evento «Il corpo come spazio politico», che consta di una mostra, un talk e una performance realizzati con il patrocinio dell’Assessorato alle Culture della Città di Bari e il sostegno di Fondazione H.E.A.R.T e Imago+.

Lunedì 6 si terrà un talk alle 11, nella Sala Convegni della Biblioteca de Gemmis. Galindo dialogherà con Giuliana Schiavone, storica dell’arte, curatrice indipendente, ricercatrice in Studi Interdisciplinari di Genere presso la Universidad de Alcalà de Henares. Alle 18.30, nell’Ex Tesoreria di Palazzo di Città (via Roberto da Bari, 1), si inaugura, alla presenza dell’assessora alla Cultura del Comune di Bari Ines Pierucci, la mostra che abbraccia 4 opere video, realizzate tra la fine degli Anni Novanta e il 2013, testimonianze della violenza esercitata dal potere. Dal genocidio di Stato avvenuto in Guatemala alla violenza che quotidianamente viene perpetrata sulle donne come soggetti marginalizzati e razzializzati. Nel Cortile del Palazzo di Città saranno presenti anche delle poesie scritte dall’artista. La mostra sarà visitabile fino al 16 novembre, esclusa la domenica, dalle ore 11 alle 19.

Martedì 7 novembre sempre Galindo è la protagonista di un’azione performativa inedita, «La comida está fría», che si tiene a partire dalle 20 nelle splendide sale di Palazzo Fizzarotti, sede della Fondazione H.E.A.R.T (Corso Vittorio Emanuele II, 193). La performance riflette sul tema della violenza sulle donne. Anno dopo anno il numero delle donne uccise in contesti familiari o affettivi per mano di partner o ex sono innumerevoli in Italia, come in Spagna, Germania e in Europa. Le sirene d’allarme sono attivate: si tratta di una nuova pandemia silenziosa.

Artista visiva, performer e poetessa sudamericana, Galindo utilizza il contesto locale del Guatemala, suo paese di origine, per esplorare e denunciare le implicazioni etiche della violenza sociale e le ingiustizie legate alla discriminazione razziale e di genere, gli abusi ai diritti umani e le diseguaglianze nelle dinamiche di potere delle società contemporanee. La vasta produzione che da sempre la contraddistingue mira a generare nel pensiero un punto critico che segnala, denuncia e impegna a giudizio le diverse azioni abusanti a cui sono sottoposti vari gruppi sociali, normalizzate nel corso degli anni e del silenzio che lei rompe. Galindo ha ricevuto il Leone d’Oro come Miglior Artista Giovane alla 51a Biennale di Venezia e, nel 2011, il Prince Claus Awards per la sua capacità di trasformare l’ingiustizia e l’indignazione in atti pubblici. Di recente ha ricevuto il premio Robert Rauschenberg della Foundation for Contemporary Arts. Galindo ha partecipato alle più importanti manifestazioni artistiche come Biennale di Venezia; Documenta 14 ad Atene e Kassel; Biennale Internazionale di Cuenca; Biennale delle Arti Grafiche di Lubiana; Biennale di Shanghai (2016); Biennale di Sydney; Biennale di Mosca; Triennale di Auckland, tra le tante.

Per gli appuntamenti del 7 novembre biglietti su dice.fm o al botteghino la sera dell’evento. La giornata del 6 novembre è ad ingresso libero. Info su bigff.it.

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