“Overseas”, la furia travolgente del sax tenore di Claudio Giambruno dalla Sicilia con furore al Duke Jazz Club di Bari

Sul palco del Duke Jazz Club Bari si è esibito il quartetto di Claudio Giambruno nell’ambito del tour di presentazione dell’album “Overseas”, un appuntamento che attendevo per le cose interessanti che avevo letto sul band leader e per alcuni musicisti che lo avrebbero accompagnato. Sono arrivato al Duke carico di aspettative, e poi, questo luogo non delude mai. Torni a casa sempre soddisfatto. E allora lo dico subito: è stato un concerto straordinario, ben sopra la media.

Nato in provincia di Palermo nel 1982, dopo l’iniziale militanza quinquennale (da ragazzo) nella banda del suo paese (“I Venti” di Altofonte) in pochi anni si è ritagliato il suo spazio di rilievo nel panorama delle nuove generazioni del jazz italiano, sia come leader che come sideman. Infatti, oltre a guidare diversi progetti a suo nome, ha collaborato con alcuni dei migliori musicisti della scena nazionale. Ha conseguito il Diploma Accademico di II Livello in Sassofono Jazz al Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo con la votazione di 110, lode e menzione d’onore. Ha perfezionato gli studi sul sassofono e sulla tecnica dell’improvvisazione seguendo Masterclasses e Clinics con Barry Harris, Seamus Blake, Mark Turner, Emanuele Cisi, Maurizio Giammarco e tanti altri

Attualmente ricopre il ruolo di sassofonista dell’Orchestra Jazz Siciliana e si è  esibito negli ultimi anni con artisti di calibro nazionale e internazionale, tra i quali: Ron Carter, Christian McBride, Dave Holland, John Clayton, Jon Faddis, Billy Cobham, Gregory Porter, Manhattan Transfer, David Kikoski, Diane Shuur, Giorgio Rosciglione, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso,  Rosario Giuliani, Daniele Scannapieco, Max Ionata, Enrico Pieranunzi, Dario Rosciglione, Amedeo Ariano, Andrea Rea, Roberta Gambarini, Nicole Henry, Halie Loren, Simona Molinari, Enzo Zirilli, solo per citarne alcuni. Alcuni importanti riconoscimenti: Vincitore del Premio Nazionale delle Arti, categoria Jazz (2013) e finalista del Premio Internazionale per solisti di Jazz Massimo Urbani (2012).

Ma veniamo ad un concerto che ha sorpreso tutti i presenti, carico di ritmo e di passione. La sconfinata passione di Claudio nei confronti di Sonny Rollins si è tramutata in assoli torrenziali, quasi senza fine, e supportato straordinariamente da tre musicisti eccellenti quali Andrea Rea al pianoforte (da tempo lo abbiamo ascoltato con Stefano Di Battista), Dario Rosciglione (bassista di seconda generazione) e dall’esuberante Amedeo Ariano.

Classe ’83, Andrea Rea è un talentuoso pianista di Pomigliano D’Arco. Intraprende lo studio del piano sin da piccolo. Successivamente approfondisce lo studio del pianoforte classico. Durante il suo percorso studia e collabora con musicisti come Dado Moroni. Kenny Barron, George Cables, Barry Harris, Maurizio Giammarco, Alessandro Gwis, Julian Oliver Mazzariello, Phil Markovitz. Prende parte a numerosi contest vincendone altrettanti tra cui: “Baronissi Jazz”, “Tuscia in Jazz” ed ancora “Piacenza Jazz” e “Teano Jazz Factory”. Già nel 2007, a 24 anni, è il vincitore del premio internazionale “Massimo Urbani”, il più prestigioso concorso internazionale per solisti che dal 1996 scopre i giovani talenti del jazz.

Dario Rosciglione  (1965) è cresciuto in un ambiente musicale favorevole (anche suo padre, Giorgio Rosciglione, è un noto contrabbassista) e ha un’esperienza consolidata di vari generi che si riflettono nelle collaborazioni avute con artisti i più diversi tra loro. Tra questi: Renato Carosone, Nicola Arigliano, Gabriella Ferri, Gianni Ferrio, Giorgio Panariello, Renato Zero, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Luis Bacalov, Franco Micalizzi. In campo strettamente jazzistico ha suonato con i più importanti esponenti del panorama musicale italiano: Massimo Urbani, Alberto Corvini, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Tullio de Piscopo, Rosario Giuliani, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Stefano Sabatini, Romano Mussolini, Lorenzo Tucci, Pietro Lussu, Gianni Sanjust, Pietro Jodice, Amedeo Ariano, Lello Panico, Nicola Stilo, Daniele Scannapieco, Max Jonata, Marcello Rosa, Oscar Valdambrini, Dino Piana e Franco Piana, Gege’ Munari, Maurizio Giammarco, Danilo Rea, Stefano di Battista, Rita Marcotulli, Flavio Boltro, Antonio Farao’ e tanti altri.

Amedeo Ariano, nato a Salerno nel 1967, fin da giovale è già insegnante di batteria all’Accademia musicale Setticlavio di Salerno, strumento che ha imparato a suonare in maniera assolutamente autodidatta. Negli anni accumula collaborazioni davvero eccellenti ed invidiabili del calibro di John Griffin, James Moody, George Coleman, Benny Golson , Sonny Fortune, Bobby Watson, Jessie Davis, Steve Grossman, David Murray, Ronnie Cuber, Cedar Walton, James Hurt, David Lewis, il grandissimo Tony Scott. Negli anni accumula collaborazioni davvero eccellenti ed invidiabili del calibro di John Griffin, James Moody, George Coleman, Benny Golson , Sonny Fortune, Bobby Watson, Jessie Davis, Steve Grossman, David Murray, Ronnie Cuber, Cedar Walton, James Hurt, David Lewis, Tony Scott. Da molti è conosciuto come il batterista abituale di Sergio Cammariere. Spesso presente in programmi televisivi come Uno Mattina, Maurizio Costanzo show, Domenica In e altre.

Ariano ha anche lavorato per il cinema e la televisione. E’ stato ingaggiato in qualità di attore musicista nel film americano “Titus” con Jessica Lange ed il premio oscar Anthony Hopkins, come musicista attore nel film “Ma quando arrivano le ragazze” di Pupi Avati.

Tre musicisti con un curriculum di tutto rispetto e collaborazioni (dal vivo ed in sala di incisione) con tantissimi musicisti di generi musicali trasversali.

Il concerto barese è stato finalizzato alla presentazione del nuovo recentissimo disco Overseas. pubblicato dall’etichetta Via Veneto Jazz. Per il lancio del disco è stata realizzata una ricca tournée che è partita il 5 novembre da Palermo e terminare il 20 a Villa San Giovanni, passando da Biella, Sestri levante, Milano, Bari, Potenza e Matera,

Metà dei brani del disco sono brani originali, composti da Giambruno. Il concerto barese è stato aperto dal suo brano Gouvy, per proseguire con altre sue composizioni (First time I heard Jobim, Sea muse, Thinkin’ before swingin’), ma non sono mancati omaggi a Fats Waller, a Dan Nimmer (Lu’s bounce) e alla musica napoletana (‘Na voce ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna, brano portato al successo da Roberto Murolo).

Sea Muse è un po’un manifesto dell’intero disco. Come tutti i siciliani, il mare resta la musa ispiratrice di tutti gli isolani. Voglio anche sottolineare lo spessore creativo delle sue composizioni originali.

Rispetto ai brani incisi, la loro durata durante il concerto si è molto allungata (tanti e bellissimi assoli di tutti i musicisti) e pertanto non è stato possibile ascoltarli tutti. Devo ammettere che la passione di Giambruno per Sonny Rollins è stata tangibile, con assoli torrenziali, supportati benissimo dal piano straordinario di Andrea Rea, e sostenuti da una base ritmica eccellente.

Dopo il concerto mi è venuto il desiderio di ascoltare anche i lavori precedenti di Giambruno: Juiu (la pronuncia corretta è Giuiù, vezzeggiativo con cui lo chiamava il nonno) e Moon is here.

Due belle realizzazioni, con alcuni duetti ricercati con musicisti che apprezzo tantissimo come la talentuosa Daniela Spalletta, Dino Rubino (in questa occasione alla tromba e non al piano) e Seby Burgio. Così ho scoperto che questo straordinario artista siciliano è già in piena attività da tempo. Dopo cinque anni dall’uscita dell’opera prima, nel disco Overseas è tangibile la crescita di questo musicista palermitano, destinato a far parlare di sé a lungo.

Tra l’altro, molto attento alla qualità del suono del suo sassofono (un vecchio Selmer Balanced Action, in uso da quasi 90 anni): forse con Claudio Giambruno, dopo tanti anni di attività, ha trovato la persona giusta per esaltarne il suono. Inoltre, l’affiatamento e la sintonia di questi quattro musicisti sono stati apprezzati dal pubblico presente fin dal primo brano.

Grazie ancora al Duke per le attente proposte musicali. Si conferma il luogo dove poter ascoltare sempre buona musica.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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