Con la angelica voce di Lucibela, risuonata nella Chiesa di San Sabino di Bari, è calato il sipario sulla rassegna Soul Makossa 2023

L’inizio del nuovo anno è stato salutato da una serata straordinaria che ha visto, presso la Parrocchia di San Sabino, la conclusione della rassegna “Soul Makossa 2023” organizzata dal Centro Culturale Abusuan, con la direzione di Koblan Bonaventure Amissah. Una serata densa di pathos grazie al concerto di Lucibela, una giovane cantante dalla voce cristallina, accompagnata da due musicisti eccellenti, tutti provenienti dalle Isole di Capo Verde, un gruppetto di isole sperdute nell’oceano Atlantico, al largo del Senegal, ma che da sempre rappresentano una fucina di suoni e di musica molto particolare, legata alla tradizione di quel popolo.

Come già detto in altra occasione, la rassegna Soul Makossa prende spunto da un brano musicale di Manu Dibango, artista camerunense e vuol essere la continuazione ideale della rassegna Voci dell’anima (torniamo indietro nel tempo, negli anni 2005/2009).

La rassegna aveva preso avvio il 6 dicembre scorso con un’esibizione di Walid Ben Selim e Marie Marguerite Cano  presso la Parrocchia della Natività di nostro Signore a San Pio, per poi continuare con il concerto dal titolo Tabule, un mix dei virtuosismi alla chitarra di Giuseppe De Trizio e delle armonizzazioni all’organetto di Claudio Prima, con il Trio Dareyn che ha riunito i mondi culturali della virtuosa turca del kemençe Emine Bostanci, di Maya Fridman, giovane talento russo, al violoncello e della pianista coreana Miran Noh.

Dopo il saluto del padrone di casa, il parroco don Angelo Cassano, che ha voluto ringraziare il numeroso pubblico presente (la chiesa era gremita, con tantissime persone in piedi), l’Assessore alla cultura del Comune di Bari Ines Pierucci ha sottolineato il valore di questo progetto, che ha messo insieme culture di paesi diversi, e la volontà con cui l’Amministrazione di Bari si impegna ogni giorno a combattere le “paure” con la “conoscenza” e la cultura.

Come detto, sono tantissimi i musicisti espressi dalla comunità Capoverdiana. Prima fra tutti l’indimenticabile Cesaria Evora, ma non è stata di certo l’unica figura di spicco: difficile fare una classifica, ma impossibile non citare Carmen Souza, Teofilo Chantre, Karin Mensah, Nancy Vieira, Mariana Ramos, Teofilo Chantre, Tito Paris, Ray Lema, e tantissimi altri. Anche lo straordinario pianista Horace Silver aveva origini capoverdiani e ha sempre fuso, nelle sue composizioni, il jazz con i ritmi del suo paese.

Anche in Italia gli omaggi ai ritmi di Capo Verde sono stati tantissimi, da Stefano Bollani, a Fabrizio Bosso, Musica Nuda, Fabio Concato, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Antonella Ruggiero, Enrico Pierannunzi, e tantissimi altri.

Ad accompagnare sul palco Lucibela, Toy Vieira alla chitarra e al pianoforte, e José Antonio De Almeda Soares (Zé) al cavaquinho. Tutti abbiamo notato che il cavaquinho (strumento tipico di questo genere musicale) è una piccola chitarra, ma forse pochi hanno avuto modo di notare che il cavaquiho è uno strumento a sole quattro corde, mentre la chitarra di Toy Vieira ne aveva ben sette.

Lucibela è una cantante di musica tradizionale Capo Verde, ed è considerata l’erede di Cesária Évora, Lucibela nasce nel 1986 a São Nicolau, una delle isole di Capo Verde, al largo della costa dell’Africa occidentale. La sua incredibile voce liquida e spontanea su un’ampia gamma vocale e carica di forza emotiva è stata paragonata a quella della grande Diva capoverdiana.

Lucibela è cresciuta a Mindelo, sull’isola di São Vicente, Capo Verde. Questa città portuale è diventata il suo “paradiso musicale”, grazie ai marinai brasiliani, cubani, britannici e portoghesi che hanno diffuso i semi dei generi musicali creoli con la morna e la coladera, tipici ritmi locali. Secondo la tradizione orale, la coladera ha origine negli anni ’30 quando il compositore Anton’ Tchitch’ accelerò intenzionalmente il tempo della morna . Negli anni ’50 iniziò a incorporare influenze elettroniche e a partire dagli anni ’80 fu influenzato dalla musica dei compas di Haiti.

Nel concerto barese sono stati presentati quindici brani, quasi tutti tratti dai due album incisi dalla giovane cantante: Laço Umbilical, registrato nel 2018, e Amdjer, più recente, del 2022. Gli arrangiamenti e la direzione musicale di Laço Umbilical sono stati affidati a Toy Vieira, uno dei musicisti capoverdiani più famosi della scena locale, che ha accompagnato le più grandi voci del passato, Bana, Titina, Tito Paris, Cesaria Evora, Lura e tanti altri. Sin dai primi brani il pubblico è rimasto rapito dai ritmi capoverdiani, mai tristi, mai melensi, con una voce di Lucibela fuori dal comune.

Lentamente il ritmo della serata è aumentato riuscendo, a metà dello spettacolo, a far alzare il pubblico e a farlo danzare insieme alla cantante. In particolare, sui brani “Amdjer kà bitche”, “Justa Recordacao”, Novo olhar”, “Curpim sab” e il bis “Mi e dode na bò Capo Verde”. Impossibile restare fermi e non lasciarsi coinvolgere.

E con questo evento cala il sipario sulla rassegna 2023 di Soul Makossa. Un’altra splendida occasione per conoscere realtà diverse dalla nostra, spesso molto distanti fisicamente ma con mille punti di contatto e convergenza. Ancora grazie a chi si spende da anni per farci conoscere queste realtà che arrivano da altri continenti, e a chi fornisce tutto il sostegno necessario. Grazie ai tre splendidi musicisti. Grazie al numeroso pubblico accorso, che ha reso “vivo” l’evento.

Non dobbiamo avere paura di chi è diverso da noi. E giusto per chiudere con il Maestro Giorgio Gaber, di cui in questi giorni ricordiamo i vent’anni della sua dipartita, tra le tante cose citate nella canzone “C’è solo la strada”, mi piace ricordare il verso “anche nelle case più spaziose, non c’è spazio per verifiche e confronti”.

Che sia per tutti un buon 2024 denso di eventi.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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