Immancabile e imperdibile, al Duke, ogni anno, la presenza di Fabrizio Bosso, uno dei più straordinari trombettisti del panorama italiano, apprezzato anche oltre i nostri confini. Sono più di vent’anni che ascolto con piacere i concerti di Fabrizio Bosso e mai posso dire che sia stato ripetitivo o altro, con la sua padronanza tecnica, il timbro unico e personale del suo strumento ed il suo calore umano. Qualunque sia il contesto nel quale si esibisce, riesce sempre a coinvolgere il pubblico presente, trasmettendo energia ai presenti. Il duo con Julian Oliver Mazzariello riesce ad esaltare le doti di entrambi i musicisti, senza che nessuno possa prevaricare sull’altro. Due musicisti eccellenti che riescono ad entrare in perfetta sintonia.
Fabrizio Bosso presumo che sia un artista noto a tutti. Torinese, classe 1973, ha vissuto a Bari per alcuni anni, dove è stato anche insegnante presso la Scuola del Pentagramma, torna sempre qui da noi con grande piacere (suo e nostro). Dopo alcune esperienze giovanili in Piemonte, poco più che ventenne qui a Bari ha avuto modo di “crescere insieme” alla generazione di nostri musicisti quali Nicola Conte, Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo, Giuseppe Bassi, Fabio Accardi.
Nel 1999 si aggiudica il TOP JAZZ come “Miglior Nuovo Talento”, risultato dello storico referendum della rivista Musica Jazz. Straordinarie le collaborazioni con Gianni Basso, Enrico Pierannunzi, Renato Sellani, Irio De Paula (giusto per citarne alcune). Nel 2000 pubblica con la Red Records il primo album a suo nome, “Fast Flight” in quintetto con Rosario Giuliani al sax, Salvatore Bonafede al pianoforte, Giuseppe Bassi al contrabbasso e Marcello di Leonardo alla batteria. Dopo poco prende l’avvio il quintetto che per diversi anni viene considerato una delle formazioni di punta della nuova generazione del jazz italiano, gli “High Five”. Con il sassofonista Daniele Scannapieco, Julian Oliver Mazzariello prima e Luca Mannutza poi al pianoforte, il contrabbassista Pietro Ciancaglini e il batterista Lorenzo Tucci, pubblicano 4 album (“Jazz for More” nel 2002 – “Jazz Desire” nel 2004 – “Five For Fun” nel 2008 e “Split Kick” nel 2009). Esiste anche un CD “Live for fun”, registrato dal vivo al Blue Note di Tokio nel 2009 e pubblicato in Giappone ma non in Italia. Registrano “Handful of Soul” nel 2006) disco che segna la consacrazione al successo di Mario Biondi. Sempre tutti i componenti degli High Five son presenti (insieme ad altri musicisti) nella realizzazione del disco di Nicola Conte “Oder Directions”, pubblicato nel 2004.
Nel 2004 partecipa come tromba solista ad alcune date del tour europeo della Liberation Orchestra di Charlie Haden con gli arrangiamenti e la partecipazione di Carla Bley. L’anno seguente arriva la svolta della carriera di Fabrizio Bosso. E’ la pubblicazione dell’album “You’ve Changed” (2007, Blue Note), registrato in quartetto con Pietro Lussu al pianoforte, Luca Bulgarelli al basso e Lorenzo Tucci alla batteria e con un ensemble di archi, arrangiati e diretti da Paolo Silvestri. La line up è arricchita da alcuni ospiti d’eccezione come Sergio Cammariere, Bebo Ferra, Stefano di Battista e Dianne Reeves, che interpreta la title track.
Una delle dimensioni più congeniali a Fabrizio Bosso è indubbiamente il dialogo a due e, dall’incontro (2009) con il vulcanico Antonello Salis, il trombettista comincia a sperimentare anche l’uso dell’elettronica. Il duo pubblica il disco “Stunt”, che si aggiudica il TOP JAZZ come miglior disco dell’anno. Qualche anno dopo sarà un altro fisarmonicista a dialogare con la sua tromba: Luciano Biondini, con il quale pubblica l’album “Face To Face” (2012). La collaborazione con Mazzariello nasce nel gruppo degli High Five, con il quale Mazzariello ha inciso “Jazz for more”.
Julian Oliver Mazzariello (Hatfield, 1978) è un pianista inglese di origini italiane (madre inglese, padre campano). Per lui è stata la prima volta che si è esibito sul palco del Duke. La sua carriera musicale inizia nel 1991, a soli 13 anni, quando insieme ad un amico Jose Hathaway (batterista), vince il premio “Young Jazz Musician Of The Year” indetto da Daily Telegraph. Nel 1995, a 17 anni, si trasferisce in Italia, a Cava de’ Tirreni. Qui diventa da subito uno dei protagonisti del panorama jazzistico salernitano grazie a musicisti quali i fratelli Deiddda, Daniele Scannapieco, Ciro Caravano dei Neri per Caso. Nel 1996 entra in contatto con Gegè Telesforo e Stefano Di Battista. Nell’estate del 2002 Stefano Di Battista organizzò un concerto al Testaccio Village (Roma) al quale parteciparono Lucio Dalla, Alex Britti e Max Gazzè, in veste di musicisti e non come cantanti, assieme a Dario e Sandro Deidda. Lucio Dalla si mostrò subito entusiasta di Julian e così lo invitò a suonare nel suo disco, intitolato Lucio (2003) e a partecipare alla sua tournée. Tra la fine del 2005 e il 2006, Julian è componente fisso del quartetto di Stefano Di Battista.
L’album Tandem, in duo con Fabrizio Bosso è del 2014 (con la partecipazione in due brani di Fiorella Mannoia e Fabio Concato). Nel 2019 esce la versione dal vivo di Tandem, registrato ad Umbria Jazz Winter. Ma oltre il duo, Mazzariello è ormai pianta stabile delle svariate formazioni di Bosso. Nel 2018 esce l’album Dèbut, primo album a suo nome, con André Ceccarelli alla batteria e Remì Vignolo al contrabbasso, contenente 7 composizioni originali e 2 reinterpretazioni.
Al concerto del Duke, nel primo set sono stati presentati sei brani già presenti nella versione Live di Tandem, con delle esecuzioni magistrali di “Domenica è sempre domenica” (sigla finale della trasmissione televisiva “Il musichiere”), o “Nuovo Cinema Paradiso” (omaggio ad Ennio Morricone), insieme ad altri brani quali Lembra de min”, Toghether”, Goodness gracious” o Rumba for Kampei (brano originale di Fabrizio Bosso).
Il secondo set si è aperto con un omaggio a Pino Daniele con i brani “I so’ pazz” e “Allora si”, facendo intendere a una prossima uscita discografica dedicata al cantante napoletano. Eseguiti anche altri brani inediti. Non poteva comunque mancare il Brano “Misty” (sempre dal live at Unbria Jazz Winter), brano a cui Bosso è particolarmente affezionato.
Il bis finale ha visto un inizio di solo pianoforte di Mazzariello, seguito a ruota dalla tromba di Bosso che nel frattempo si era mimetizzato tra il pubblico del soppalco del Duke e lo ha visto scendere verso il palco suonando tra la gente. Perdonatemi la digressione, ma mi va di sottolineare che questo brano, delicatissimo, è un brano scritto da Michel Petrucciani, dal titolo “Cantabile”. Tra le varie versioni esistenti in rete, quella che a me piace di più e quella presente sul CD “Live in Tokio”, registrato a novembre 1997 e pubblicato solo dopo dieci anni dalla sua morte, avvenuta a gennaio 1999. Questo brano sarà scelto come sigla finale del Docu-film “Body and soul”, che racconta la vita e la carriera del grandissimo pianista francese (il film completo si può trovare su Youtube).
Fabrizio Bosso è stato ospite del Duke nei due giorni successivi, per due concerti sold-out con Guido Di Leone, Bruno Montrone e Mimmo Campanale. Il suo legame con Bari continua a rimanere più saldo che mai. Ascoltarlo dal vivo resta sempre un’occasione privilegiata, specialmente in questi giorni in cui non si è parlato d’altro che di Sanremo.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro