Quando ti capita di incontrare un’artista con una voce straordinaria, capace di tenere il palco come poche, con una comunicativa ammiccante, come fai a non innamorartene? Io insisto sempre che per poter apprezzare pienamente un artista, devi avere la possibilità di vederlo dal vivo. I social non bastano. E non basta neanche ascoltare. Devi vederlo all’opera per apprezzarne tutte le sue capacità.
Sul palco del Teatro Forma, per la rassegna “Starting again” organizzata dall’Associazione culturale Nel Gioco del Jazz, si è esibito il quartetto di Greta Panettieri per la presentazione (in anteprima) del progetto “Fly me to Sinatra”. Insieme a lei, sul palco, Andrea Sammartino al pianoforte e tastiere, Giuseppe Bassi al contrabbasso e Mimmo Campanale alla batteria.
Nata a Roma (1978) e cresciuta in Umbria, Greta Panettieri inizia la sua avventura musicale giovanissima, prima con lo studio del violino e successivamente, presso il Conservatorio Morlacchi di Perugia, iniziò a prendere lezioni di piano fino a quando il suo maestro, sentendola cantare, la invitò a dedicarsi al canto.
Nel 1998 partecipa alle clinics di Umbria Jazz come cantante, vincendo una delle borse di studio per la prestigiosa Berklee College of Music di Boston. Nel 2000 Greta arriva a New York e invece di proseguire per Boston decide di rimanere lì, cantando in vari contesti dai più tradizionali ai più sperimentali esibendosi con gruppi jazz ma anche Latin, Funk, Rhythm and blues, Bossa nova. Cantare i diversi generi musicali le permette di imparare perfettamente sia l’inglese sia il portoghese/brasiliano.
Resterà negli Stati Uniti per oltre dieci anni rientrando in Italia con un bagaglio invidiabile. Avvia collaborazioni con artisti italiani quali Gegè Telesforo, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Sergio Cammariere e partecipa a varie trasmissioni televisive e radiofoniche quali L’aria che tira e Radio 2 Social Club.
Autrice, inoltre, di libri quali “La voce nel pop e nel Jazz” e “Viaggio in jazz”. Ed è proprio della stesura di questo libro, che seleziona cento standards americani, che la figura di Frank Sinatra è emersa prepotentemente fino a convincerla di realizzare un progetto su di lui.
Un’artista a tutto tondo, che non ha mai avuto paura di mettersi in gioco e di sperimentare nuove dimensioni.
Andrea Sammartino è un pianista, tastierista, compositore, arrangiatore/produttore musicale con oltre 25 anni di esperienza nell’industria musicale italiana ed internazionale. Ha partecipato a numerosi tour in tutto il mondo così come a numerose produzioni discografiche nazionali ed internazionali sia come musicista che come compositore, arrangiatore e ingegnere del suono. Ha vissuto per cinque anni a New York, dove è iniziata la sua collaborazione con Greta Panettieri.
Giuseppe Bassi, barese, ormai è diventato uno dei contrabbassisti più richiesti, ben oltre i nostri confini. Anche lui vanta collaborazioni prestigiose un po’ ovunque in tutto il mondo. Lo si potrebbe definire un cittadino del mondo anche se continua a mantenere salde le radici con la sua terra.
Mimmo Campanale oserei dire che è un accompagnatore ideale. Le sue collaborazioni sono innumerevoli, sia nell’ambito del Jazz che della musica pop, accompagnando molto spesso i grossi nomi d’oltre oceano in transito nel nostro paese. Non è da meno l’attività a suo nome, nonché la passione per l’insegnamento.
Il fatto che per basso e batteria siano impiegati due esponenti della scena barese non deve sminuire il loro apporto al progetto presentato da Greta Panettieri. Il loro contributo non è stato occasionale ma dura da tempo, e durante lo spettacolo è stato magistrale, sfoggiando tutta la loro competenza tecnica e padronanza del proprio strumento. Veramente un gruppo ben affiatato.
Le qualità canore di Greta Panettieri sono state subito evidenti a tutti. La sua versatilità, la sua capacità di estensione, passando dalle note basse a quelle più alte, la capacità nei vocalizzi e nei gorgheggi è stata eccellente. Tutte le canzoni presentate durante il concerto e rese famose dall’interpretazione di Frank Sinatra sono state stravolte, ridisegnandone l’armonia. Non è stata la mera riproposizione di brani celebri. In molti momenti del concerto abbiamo avuto il piacere di vederla duettare ora con il pianoforte, ora con il contrabbasso, sempre in modo più che delicato.
Il concerto è iniziato con “Fly my to the moon”, per terminare con “My way”, passando da “The lady is a tramp” da “Strangers in the night”, o “Young at hearth”. Tantissime di queste canzoni sono diventate famose anche grazie ai tanti film interpretati da Frank Sinatra (spesso affiancato da Doris Day).
Tra i tanti brani, mi piace sottolinearne uno, non tra i più famosi, dal titolo “One for my baby” (scritto da Johnny Mercer e Harold Harlen), un lunghissimo blues durato circa 15 minuti. Un brano che racconta di un amore non corrisposto (forse autobiografico di Sinatra). Un brano in cui La voce della Panettieri, le tastiere di Sammartino e il basso di Giuseppe hanno potuto dare il meglio di sé, sempre sorretti dal drumming sostenuto e mai invadente di Mimmo Campanale.
A questo punto, dopo aver apprezzato il concerto, siamo tutti ansiosi della pubblicazione dell’album “Fly me to Sinatra”. Per ora, ad anticiparne l’uscita, su tutte le piattaforme, è possibile ascoltare il singolo “My way”.
Non capita tutti i giorni di ascoltare una voce del genere, accompagnata da musicisti che riescono ad esaltarne tutto il suo valore. Veramente uno spettacolo da ricordare, con la speranza di riascoltarla nuovamente. Brava! Anzi, … Bravi!
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro