Tra passione e tragedia: Fedra nel nuovo allestimento di Federico Tiezzi in scena a Cesena e Modena

Dopo un percorso che ha toccato le tragiche opere di Sofocle (come “Antigone”) ed Euripide (tra cui “Ifigenia in Aulide” e “Medea”), il rinomato regista italiano Federico Tiezzi ritorna al cuore del mito greco con la sua ultima regia, interpretata da Elena Ghiaurov nel testo di Jean Racine, datato 1677 e ispirato a opere precedenti come “Ippolito” di Euripide e “Fedra” di Seneca. In questo nuovo allestimento, Tiezzi sceglie la traduzione di Giovanni Raboni, celebrando così l’opera di Raboni a vent’anni dalla sua scomparsa.

La produzione, frutto della collaborazione tra ERT/Teatro Nazionale, ATP Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale e la Compagnia Lombardi-Tiezzi, debutta con una première assoluta al Teatro Bonci di Cesena dall’11 al 14 aprile e successivamente sarà in scena al Teatro Storchi di Modena dal 18 al 21 aprile.

La regia di Tiezzi, affiancata dall’interpretazione di Elena Ghiaurov nel ruolo di Fedra, si avvale di un cast titolato composto da Martino D’Amico (Teseo), Valentina Elia (Ismene), Alberto Boubakar Malanchino (Ippolito), Marina Occhionero (Aricia), Bruna Rossi (Enone) e Massimo Verdastro (Teramene). La scenografia, curata da Franco Raggi e Gregorio Zurla, offre uno sfondo suggestivo, mentre i costumi di Giovanna Buzzi e le luci di Gianni Pollini contribuiscono a creare l’atmosfera della Grecia antica. Francesca Della Monica si occupa della direzione del canto, mentre i movimenti coreografici sono affidati a Cristiana Morganti.

“Fedra” è un dramma che affonda le sue radici nella tradizione tragica greca, ma si distingue per la sua modernità e profondità psicologica. Tiezzi esplora le complesse dinamiche dei personaggi, evidenziando come il desiderio possa trasformarsi in colpa e peccato, portando alla luce le oscurità dell’inconscio umano.

La storia si svolge nel palazzo reale di Trezene, dove Fedra è prigioniera di una passione proibita per il figliastro Ippolito. Incapace di resistere al proprio desiderio e non corrisposta, Fedra accusa ingiustamente Ippolito di tentato stupro, innescando una serie di eventi che porteranno alla tragedia.

Racine stesso considerava “Fedra” la sua migliore tragedia, poiché affronta temi universali come la passione, la colpa e la punizione, invitando lo spettatore a riflettere sulle proprie emozioni e pulsioni. I personaggi sono tutti imperfetti e nascondono segreti che li rendono umani e vulnerabili, coinvolti in un intreccio di amore, gelosia e tradimento.

La produzione si inserisce in un contesto più ampio di iniziative culturali, con replica audiodescritta a Cesena il 14 aprile e un incontro con la compagnia a Modena il 20 aprile, seguito da un laboratorio di magia per bambini. La collaborazione con il Centro Diego Fabbri di Forlì e il sostegno della BCC Romagnolo evidenziano l’impegno della compagnia nel promuovere l’accessibilità e la partecipazione attiva del pubblico.

In conclusione, “Fedra” di Jean Racine, nella regia di Federico Tiezzi, si presenta come un’opera intrisa di pathos e profondità psicologica, capace di coinvolgere il pubblico, invitandolo a esplorare i recessi più oscuri dell’animo umano attraverso il filtro del teatro.

Daniele Milillo

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