Debutta al Teatro Duse di Bari il 18 aprile 2024, con repliche sino al 21 aprile, “La stanza di Jacob” di Virginia Woolf, la nuova produzione del Teatro delle Bambole per la regia, traduzione ed allestimento di Andrea Cramarossa con Federico Gobbi (già recensita dal Cirano Post: https://www.ciranopost.com/2024/03/27/la-stanza-di-jacob-di-teatro-delle-bambole-schiude-il-proprio-tour-di-eventi-partendo-dalla-sala-etrusca-di-palazzo-pesce-a-mola-di-bari/)
“I figure that the approach will be entirely different this time: no scaffolding; scarcely a brick to be seen; all crepuscular, but the heart, the passion, humour, everything as bright as fire in the mist”.
Così scrive Virginia Woolf nel suo Diario il 26 gennaio 1920 riferendosi al suo terzo romanzo, il romanzo della “svolta”, “La stanza di Jacob”, appunto. Nessuna impalcatura, scrive, appena un mattone della struttura narrativa deve esser visto ma solo il cuore, solo la passione, tutto ciò che possa esser come la luce di un fuoco nella nebbia, in questo scritto, deve poter apparire. E mantiene la sua parola, la grande scrittrice. È chiaro, qui, che una importante innovazione narrativa viene ad essere messa in campo; la scrittura della Woolf cambia, come sottolinea la scrittrice Mansfield, sua amica da lungo tempo; essa diviene un susseguirsi inarrestabile di immagini che potremmo leggere benissimo come una sorta di sceneggiatura cinematografica in nuce o, meglio, un trattamento in erba, pronto per diventare sceneggiatura vera e propria. Perché proprio così si muovono penna e sguardo della Woolf, come se fossero una specie di “macchina da presa scrivente”. Vediamo, dunque, lo svolgersi delle azioni così come esse potrebbero susseguirsi nella vita reale, con cambi di scena, o meglio di più scene che entrano una nell’altra, con stacchi e movimenti di macchina che ora stringono ed ora allargano sul soggetto, per muoversi, poi, in panoramica sui paesaggi di una magnifica Cornovaglia. Seguiamo, quindi, la crescita di Jacob dalla sua infanzia fino all’adulta giovinezza, spostandoci da un pranzo all’altro, dalla vacanza alle isole Scilly col caro amico Timmy Durrant, dagli orti e le case che si irraggiano per le colline di Dods Hill, dove Jacob ha la casa di famiglia, dove è cresciuto con suo fratello Archer e la madre Betty Flanders e il padre, Seabrook, prematuramente scomparso. Jacob sarà avvolto in quel cognome, “Flanders”, come per un destino segnato dalla nascita e, noi, osserviamo i segni di un passaggio in terra che sono, infine, anche i nostri.
La messa in scena segue il solco tracciato dalla ricerca attuale del gruppo Teatro delle Bambole, che vuole entrare, così, nel profondo senso di opere letterarie (e nelle biografie dei rispettivi scrittori) che hanno mutato il modo di concepire il romanzo o il racconto, facendo delle loro opere un punto fermo da cui si propagano forme significanti di inestimabile valore. Ad esempio, la scrittura della Woolf, come quella di Thomas Hardy, sono capisaldi della scrittura cinematografica e, senza le loro opere, a mio avviso, non esisterebbe il cinema moderno. Nella messa in scena, noi, possiamo seguire lo spirito di Jacob – una intera generazione di giovani che si confronteranno con i drammi della Prima Guerra Mondiale – in movimento attraverso una natura splendida, fatta innanzitutto di colori che si imprimono nella memoria e si mescolano tra loro originando energie vibranti sottopelle, dove la natura umana si integra mirabilmente con quella selvatica, in un continuo andirivieni di gesti poetici, mitologici, leggendari che faranno di Jacob il muto eroe della modernità, in bilico tra il fulgido coraggio e il rammarico della sua assenza. (Andrea Cramarossa)
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LA STANZA DI JACOB di Virginia Woolf
Con Federico Gobbi.
Regia di Andrea Cramarossa.
Casa Madre: Teatro delle Bambole.
Progetto di ricerca: “Dalla Letteratura al Teatro”.
Col sostegno di OTSE – Officine Theatrikés Salento Ellàda.
– DEBUTTO NAZIONALE –
Giovedì 18 aprile 2024 – ore 20.30
Venerdì 19 aprile 2024 – ore 20.30
Sabato 20 aprile 2024 – ore 19.00
Domenica 21 aprile 2024 – ore 19.00
BARI – TEATRO DUSE (nuova sede: via Carulli, 80).
Per informazioni e prenotazioni:
Cell.: 351 9924262
Cell.: 347 3003359
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