Antifascismo e ipocrisia.

Costituzione della Repubblica Italiana art.21: ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Dice lo scrittore Antonio Scurati che gli è stato disegnato un bersaglio sulla faccia. E chi se ne è reso responsabile? Gli esponenti della italica destra democratica e liberale, nonché preoccupata di preservare le finanze della Rai di fronte ad una esosa richiesta economica.

Dicono, sempre quegli esponenti, che la richiesta sarebbe stata di 1800 €, ma non c’è neanche conferma di questo. Anche se così fosse, comunque, si potrebbe restare scandalizzati da tanta ingordigia? Basterebbe dichiarare pubblicamente i costi delle ospitate nelle varie trasmissioni per capire che non è così. Costi che vengono pattuiti con i “ manager “ di politici e talvolta di esponenti della cultura.

Invece, nel caso in esame, la richiesta è stata subito considerata spropositata, tanto da farla respingere con sdegno profondo. Tanto da far dichiarare ad un esponente di quella destra di cui innanzi che “il 25 aprile non si fattura”.

L’ipocrisia, la retorica e la falsità imperano nella comunicazione di chi ci governa nei confronti dei sudditi (parola non usata a caso).

Nella realtà, ovviamente, si intende colpire in ogni modo e chissà per quanto tempo ancora il simbolo della rinascita della nazione italiana, dopo il periodo più buio della sua storia, periodo di crimini di ogni tipo (anche al di fuori dei confini nazionali), di assassini, di prevaricazioni e discriminazioni degli individui e di imposizione ad ogni costo di una cultura autoritaria e repressiva oltre ogni limite.

E il fatto che la parola antifascista non può essere pronunciata dalle loro bocche (in dispregio aperto dalla costituzione) si spiega perciò facilmente. Nel breve arco di tempo di un anno e mezzo, i nostri governanti (democratici e liberali) sono stati protagonisti di leggi, comportamenti e dichiarazioni che tendono a far regredire l’Italia di molti decenni (ricordiamo il Dl sui Rave Party, le manganellate distribuite dalla polizia a destra ed a manca con indifferenza, l’ipotesi di abrogazione della legge sull’aborto, l’indifferenza sul caso di Ilaria Salis e la falsa attenzione al caso Regeni, la discriminazione nella scuola a danno dei figli di immigrati, etc.). La nostra premier gira il mondo in continuazione allo scopo di diffondere il suo pensiero democratico e liberale, chiude accordi sulla immigrazione illegale come quello con l’Albania, secondo il quale i “clandestini “ non saranno più detenuti in Italia, ma in Albania a spese nostre.

Le sue iniziative denunciano una pericolosa deriva antidemocratica che si manifesta anche quando sopravviene un primato dell’esecutivo a scapito del legislativo e delle assemblee elettive.

Ci troviamo in una situazione non facile, anche considerando i tentennamenti e le contraddizioni di chi in questo arco di tempo (dalla caduta del fascismo in poi) si è assunto il compito di custodire i valori della resistenza e della rinascita nazionale.

Ma c’è un’alternativa possibile: il cancro del fascismo va estirpato una volta per tutte, a tutti i livelli. Dai governanti, dai semplici cittadini, dal pensiero storico politico e culturale, dal sistema di formazione culturale professionale, da tutte le forme di espressione artistica. Finché questo non avverrà i nostri figli e nipoti continueranno ad avere un problema gigantesco.

VIVA LA RESISTENZA.

Franco Muciaccia

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