Stéphane Braunschweig, un nome che brilla nel firmamento del teatro contemporaneo e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, si avvicina con sensibilità alla scrittura di Luigi Pirandello. Dopo il trionfo internazionale con opere quali “Sei personaggi in cerca d’autore”, “I giganti della montagna”, “Vestire gli ignudi” e “Come tu mi vuoi”, Braunschweig porta sul palcoscenico “La vita che ti diedi”. Questo lavoro sarà in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna dal 9 al 12 maggio, dopo il debutto a Torino il 9 aprile scorso.
Il cast, interamente italiano, vanta nomi di spicco come Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi e Fabrizio Costella. L’allestimento vede la mano di Braunschweig collaborare con Lisetta Buccellato per le scene e i costumi, Marion Hewlett per le luci, e Filippo Conti per il suono, con l’assistenza alla regia di Giulia Odetto.
“La vita che ti diedi”, scritta nel 1923, si erge come una delle tragedie più struggenti del drammaturgo siciliano, esplorando il tema della maternità e del lutto. L’opera, originariamente concepita per Eleonora Duse, viene finalmente portata in scena al Teatro Quirino di Roma il 12 ottobre 1923, interpretata da Alda Borelli.
Il testo, complesso e vibrante, affronta con umanità e un tocco di genio la questione della perdita e del dolore. Pirandello, attraverso un linguaggio sorprendente, ci trascina nelle profondità dell’animo umano, esplorando il delicato equilibrio tra realtà e illusione, vita e morte.
“La vita che ti diedi” si inserisce in un filone tematico già intrapreso dall’autore in opere precedenti come “I pensionati della memoria”, “Colloqui coi personaggi” e “La camera in attesa”. Attraverso il personaggio di Donn’Anna Luna, Pirandello ci conduce in un viaggio sconvolgente, in cui la tragedia si fonde con la follia e la realtà si confonde con l’illusione.
Nell’universo pirandelliano, il teatro diventa un rifugio, un luogo dove la vita può essere affrontata e interpretata in tutte le sue sfumature. Attraverso una narrazione ricca di suggestioni, Braunschweig ci invita ad esplorare i confini della mente umana e ad interrogarci sulla natura stessa della nostra esistenza.
Con “La vita che ti diedi”, Braunschweig ci regala un’opera capace di toccare le corde più profonde del nostro essere e di risvegliare in noi emozioni e riflessioni preziose.
Per chi desidera immergersi in questo spettacolo, non resta che segnarsi le date e prenotare i biglietti per un’esperienza teatrale indimenticabile.
Daniele Milillo