Le musiche del capolavoro cinematografico di Bertrand Tavernier “‘Round Midnight” continuano ad affascinare il pubblico del Duke Jazz Club di Bari con il sax torrenziale di Michele Carrabba

Altro travolgente appuntamento al Duke Jazz Club di Bari con un omaggio al film “‘Round Midnight” realizzato da Michele Carrabba, tenor sassofonista garganico, insieme ai nostri Guido Di Leone alla chitarra, Nico Marziliano al pianoforte, Maurizio Quintavalle al contrabbasso e Mimmo Campanale alla batteria. Tutti musicisti affermati ed apprezzati, con un curriculum degno di nota.

Prendendo in prestito il titolo da un celeberrimo brano scritto nel 1944 da Thelonius Monk, ‘Round Midnight, nel 1986 il regista francese Bertrand Tavernier realizzò un film ambientato nella Parigi del 1959, narrando la storia di Dale Turner, sassofonista statunitense ex-alcolizzato, che si esibisce nuovamente nella capitale francese dopo molti anni. Francis Borier, pubblicitario appassionato di jazz, e ammiratore di Turner, tutte le sere va ad ascoltare la sua musica stando sul marciapiede fuori dal locale dove Turner suona.

Una sera Francis trova il coraggio di presentarsi a Turner e di offrirgli da bere: questo gesto segna l’inizio di una straordinaria amicizia, e Francis diventa suo assistente e protettore, lo tiene per quanto possibile lontano dall’alcool, lo raccoglie in giro fra bettole e commissariati e riesce anche a farlo lavorare con impegno e dedizione e a fargli incidere dei dischi.

Presto Turner sente il bisogno di tornare negli Stati Uniti e Francis decide di accompagnarlo, facendosi promettere che torneranno insieme a Parigi. All’ultimo però Il sassofonista decide di rimanere negli Stati Uniti e Francis, una volta a casa, riceve dopo breve tempo un telegramma che annuncia la morte del grande amico.

Questo film segna in tutto il mondo un omaggio delicatissimo alla musica jazz, tant’è vero che riceve il Premio Oscar per la migliore colonna sonora (consegnato ad Herbie Hancock, coordinatore del gruppo). Anche Dexter Gordon, straordinario interprete del film, riceve la Nomination per gli Oscar come miglior attore protagonista, ma non gli viene assegnato tale riconoscimento perché, a detta di taluni, nel film non faceva altro che interpretare sé stesso.

A seguito dell’enorme successo del film, Dexter Gordon porta in tournee in tutto il mondo quella splendida colonna sonora che tocca anche Bari, con un memorabile concerto alle piscine comunali con il pianista Cedar Walton, il batterista Billy Higgins, il vibrafonista Bobby Hutcherson e il contrabbassista Pierre Michelot. Era il 22 luglio 1987. Dexter Gordon, a parte le “Nomination” al Premio Oscar e ai Golden Globe, si è dovuto accontentare, in Italia, del riconoscimento come miglior attore straniero ai David di Donatello.

Sull’onda lunga del successo di questo straordinario film, ovunque sono stati realizzati omaggi a queste musiche. Come è stato precisato all’inizio del concerto, chi ha voluto riproporne le musiche, scegliendo i brani da eseguire uno ad uno, è stato il musicista Michele Zonno che già in passato, nel 2012, aveva voluto inserire analogo progetto (Remember Round Midnight – Dexter Gordon Tribute) in una rassegna organizzata dal Piccolo Teatro di Bari dal titolo “Cinema in Jazz”, dedicato a musiche da film e con la stessa formazione che si è esibita al Duke.

Tutti i musicisti sono stati splendidi, in un concerto durato più di due ore, e terminato ben oltre il fatidico Round Midnight. I brani non sono stati tantissimi (solo nove, bis compreso), ma sono stati tutti lunghissimi, ad eccezione del brano di George e Ira Ghershwin “How long has this going on” nel quale si è aggiunta la splendida e delicata voce di Francesca Leone). Tutti gli altri brani hanno avuto una durata di circa quindici minuti, ognuno dei quali ricco di lunghi e torrenziali assoli da parte di tutti i musicisti, nessuno escluso. Michele Carrabba è un sassofonista che ha ben acquisito lo “stile coltraniano” e ha saputo in maniera egregia riproporre i brani che hanno dato lustro a Dexter Gordon nel film. Ma anche i musicisti di casa, a cominciare da Guido di Leone (splendido padrone di casa), per passare a Nico Marziliano, Maurizio Quintavalle e Mimmo Campanale) non si sono risparmiati. Tutti hanno brillato di luce propria, regalando al numeroso pubblico lunghi e raffinati assoli, ricevendo ovazioni ed applausi a scena aperta.

Tra gli altri brani presentati durante la serata (la scelta non è stata tanto semplice), non potevano mancare “Round Midnight” di Thelonius Monk (come lo splendido bis Rhythm-A-Night, per il quale è stato invitato a suonare anche il trombettista Alberto Di Leone), Il brano Never said (Chan’s song), scritto da Herbie Hancock in collaborazione con Stevie Wonder, e il delicato “Una noche con Francis” scritto da Bud Powell, oltre ai brani composti da Dexter Gordon: “Fried bananas” (non presente nella colonna sonora del film), “Tivoli” (in cui il sax soprano sostituisce il tenore) e “Society Red”.

E prendendo spunto dal primo brano eseguito (Una noche con Francis), la cosa che non è stata raccontata durante il concerto è che tutta questa storia, in apparenza romanzata, trae spunto dalla storia reale narrata in un libro scritto da Francis Paudras dal titolo “La danse des infidels” (La danza degli infedeli). Il brano invece è stato scritto da Bud Powell e dedicato al suo amico parigino. Il libro racconta la loro amicizia vera, durata cinque anni, tra lui (squattrinato musicofilo, ma anche musicista dilettante) e il pianista Bud Powell, durante il suo soggiorno a Parigi. Powell arrivò a Parigi all’inizio del 1959. Nonostante lo strepitoso successo ottenuto anni prima nell’ambiente musicale internazionale, fu sopraffatto dai problemi di varia natura: dall’arresto per droga, all’abuso di alcol, all’internamento in un ospedale psichiatrico, dove fu anche sottoposto ad elettroshock. Dopo fasi alterne, con la moglie (o presunta tale) e l’ultimo figlio si traferì a Parigi, dove rimase schiavo della moglie che nei suoi confronti continuava ad usare “terapie” discutibili, In questo contesto nacque l’amicizia con questo giovane appassionato di musica, Francis Paudras, che riuscì per alcuni anni a condurlo fuori dalla schiavitù dell’alcol e della droga, ma già nel 1963, a seguito della morte in un incidente stradale di suo fratello Richie Powell insieme alla moglie e al trombettista Clifford Brown, oltre alla diagnosi di tubercolosi ed il desiderio di incontrare una prima figlia Celia, invogliarono Bud a rientrare a New York, seppur per un brevissimo periodo. Partì ad agosto del 1964 con Francis Paudras (la moglie ed il figlio rimasero a Parigi), ma dopo varie vicissitudini ed alterne fortune, ad ottobre 1964 Bud Powell non si presentò all’aereo di ritorno. Seguirono periodi duri, nuovi ricoveri, fino al decesso avvenuto a luglio 1966. In questo modo questa tenera storia di amore e di amicizia termina nel peggiore dei modi.

A questo punto un’altra annotazione è doverosa. Tutti noi appassionati siamo stati contenti del Premio Oscar assegnato ad Herbie Hancock per la colonna del film ed ancora oggi, dopo trentasette anni, continuiamo ad apprezzarne lo spessore. Un omaggio a questo genere musicale. Questa certezza, da parte mia, si è un po’ incrinata dopo aver visto il film di Giuseppe Tornatone, “Ennio”, dedicato alla immensa figura di Ennio Morricone. In quell’anno, a competere per lo stesso premio c’era anche lui, con la colonna del film “Mission”. Senza fare paragoni ed inutili confronti, forse quel premio avrebbe dovuto essere assegnato a Morricone. Se non altro perché viene premiata la migliore colonna sonora originale (Round Midnight raccoglieva tantissimi brani scritti in precedenza da Monk, Gershwin, Powell ed altri, oltre a qualche brano originale di Hancock). Forse Tornatore ha visto giusto.

E per dare un’immagine più viva di questo ricordo, in coda a tutto questo narrare, vorrei inserire una mia foto, seppur sfocata, ma ormai quasi storica, scattata al Festival di Pescara del 1988, che ritrae Francis Paudras (a destra) insieme ad Horace Silver (a sinistra) ed il suo cantante Andy Bey. Sulla scia del successo del film, “Monsieur Paudras” era stato invitato al Festival per proiettare alcune delle tante registrazioni video che aveva realizzato durante la sua frequentazione con Bud Powell. E per ribadire che non tutte le storie vere hanno un lieto fine, Paudras è morto suicida a 62 anni, il 26 novembre 1997, nella sua casa in Francia in seguito ai tentativi del governo francese di confiscare la sua vasta collezione di documenti sonori legati alla musica jazz, a seguito di una controversia fiscale. Una dedica personale a chi ha saputo scrivere con il cuore una storia di un’amicizia vera e disinteressata e che rende questo film (e queste musiche) indimenticabili. Un film da rivedere senz’altro.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.