E’ calato il sipario sulla X edizione di Skené, la rassegna di teatro nelle scuole organizzata dal Liceo Scientifico G. Salvemini di Bari

Cala il sipario sulla X edizione di Skené (3/5 giugno 2024), la rassegna di teatro nelle scuole organizzata dal Liceo Scientifico G. Salvemini di Bari. Tre giorni di spettacoli diversi per genere ed età degli attori, tre giorni di emozione e passione, impegno e divertimento.

In questi dieci anni il palco del Salvemini è stato luogo di accoglienza, condivisione, confronto. Pensare ai ragazzi che lo hanno calcato, ai loro volti emozionati, intensi e pieni di vita, è già una risposta alla domanda: “a cosa serve il teatro a scuola?”.

Al Salvemini (ma siamo certi che sia così anche altrove) da anni il teatro si fa seriamente, non certo per saltare ore di lezione o interrogazioni. È occasione e luogo privilegiato per la crescita dei ragazzi. Lo sanno bene Tina Gesmundo, preside appassionata che ha lavorato perchè questa rassegna fosse sempre più un’occasione di incontro e confronto, e Monica Iusco che, dopo aver guidato per alcuni anni i Salvemines come tutor, insieme a Rocco Capri Chiumarulo e Anna Garofalo, raccogliendo diversi premi a carattere nazionale e portando in scena i suoi ragazzi fino a Palazzo Montecitorio (nel 2017 con Lea, nella pelle delle donne), si occupa ora dell’organizzazione della manifestazione.

Fare teatro significa imparare a leggere i propri sentimenti vestendo i sentimenti dei personaggi, superare la propria timidezza, gestire efficacemente corpo e voce, affinare la capacità di concentrazione e memorizzazione, superare la paura di parlare davanti ad un pubblico, far crescere l’autostima. Mettersi nei panni di un personaggio significa anche guardare il mondo attraverso i suoi occhi e sposare le sue emozioni, che possono essere completamente diverse dalle nostre. E questo già basterebbe per dare preziosità a questa esperienza, in anni di formazione così delicati. Ma c’è di più. In una società in cui prevale l’individualismo, lavorare in gruppo per dare corpo ad un progetto significa vivere in controtendenza, ed essere singolarmente responsabili per il successo del lavoro di tutti. Questa responsabilità personale, reciproca e collettiva è forse la conquista più importante, quella che fa di un manipolo di ragazzi un gruppo compatto in cui ci si sostiene e ci si sprona a vicenda. Si ride, si litiga, si “vibra”. Si impara una gestione sana della pressione emotiva e dell’ansia. Si vive un tempo denso, un senso bello delle cose.

E dopo la fatica, l’impegno, lo sforzo, il superamento di sé… dopo tutto questo si fa esperienza della magia del teatro. L’emozione prima di andare in scena, il silenzio carico di tensione quando si fa buio in sala e il sipario sta per aprirsi, la percezione del pubblico, e poi gli applausi e la tensione che finalmente si scioglie. Chi lo ha provato difficilmente lo dimenticherà.

Che viva il teatro, e che viva nella scuola: materia preziosa che permette di veicolare temi importanti, di formare attraverso l’arte, occasione speciale per conoscersi e per crescere, fucina e palestra privilegiata in questa età così delicata. Lunga vita a Skené, e grazie a tutti coloro che si impegnano con i nostri ragazzi, nella speranza che il fuoco che hanno acceso nei loro cuori non si spenga mai.

Imma Covino

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