Il giorno del solstizio d’estate, alle S.E.R.R.E. di Terlizzi, in contrada Parco, si è tenuto l’evento in onore di Santa Scorese, organizzato dalle associazioni Fidapa (sez. di Terlizzi, Bitonto, Bisceglie e Giovinazzo) e Giraffa Onlus.
Santa, studentessa e attivista cattolica della provincia di Bari, era una giovane donna che a soli 23 anni perde la vita per mano di uno psicopatico; una donna il cui nome sembra già presagire il suo destino, “nomen omen”, direbbero gli antichi, la sua stessa spiritualità, nella sua personale ricerca vocazionale. Una ragazza che,come tante della sua età, viveva le inquietudini, le passioni, la ricerca di sé e lei l’aveva trovata in Dio “che è veramente l’unico incrollabile punto fermo della vita di ognuno di noi.” (Diario, 17 novembre 1987).
In un’epoca in cui il reato di “stalking” ancora non è perseguibile e, conseguentemente, le denunce presentate alle autorità non sortiscono l’effetto sperato, Santa diventa il bersaglio facile di uno pscicopatico che, casualmente, l’ha sentita proclamare la Parola di Dio e da quel momento la segue ovunque, perseguitandola, tentando una violenza sessuale, chiedendole la promessa di rinunciare a Dio a cui, però, Santa oppone il suo netto ed eroico rifiuto perché lei ha scelto Dio. “O mia o di nessuno, nemmeno di Dio”, queste le parole che scriverà su un bigliettino per Santa. Nonostante le precauzioni nella tarda serata di venerdì 15 marzo 1991, Santa verrà accoltellata dal suo persecutore davanti al portone di casa sua, ma le sue ultime parole saranno di perdono per l’uomo che l’aveva uccisa.
Al di là del fatto di cronaca nera, la vicenda di Santa racchiude una testimonianza di fede profonda, tanto da essere annoverata tra i “martiri della dignità della donna” per la quale è stata avviata la causa di canonizzazione. E così, sotto un cielo di stelle che alte brillavano, quasi a voler prepotentemente richiamare gli astanti alla luce, al coraggio, alla speranza, alla vita e all’amore, spesso negato a chi più sa amare, è trascorsa una serata, che resterà indimenticabile, per tornare a parlare di Santa in un momento di intrattenimento, condivisione e solidarietà, per accendere una fiamma di speranza e cambiamento nella nostra comunità; un’occasione di riflessione e sensibilizzazione sulla gravità dello stalking, resa ancora più emozionante dal racconto fatto dalla viva voce di sua sorella Rosamaria Scorese, instancabile testimone dell’eredità di Santa.
E perché la serata fosse davvero un inno alla vita ecco che si è animata di leggerezza e sorrisi grazie alla straordinaria performance del “musicomico” barese Antonello Vannucci che, con la sua chitarra e il suo spirito contagioso, ha fatto ridere ed emozionare un pubblico partecipe con brillanti reinterpretazioni in vernacolo dei più grandi successi musicali, e – perché no?- sorseggiando un buon calice di vino frizzante e succo di melograno, sgranocchiando nodetti per gusti sopraffini.
Flora Guastamacchia