Al via la II edizione del “BariFèst Theater”, spettacoli e laboratori di teatro, mimo e clownerie con una sezione dedicata all’arte del silenzio

Dopo il successo dello scorso anno, torna la rassegna che celebra il teatro a 360 gradi, rivolta ad un pubblico di tutte le età, con l’intento di raccontare l’incanto e la magia dell’arte scenica, ma soprattutto la poetica della cosiddetta «arte del silenzio»: è il «BARIfest Theater», organizzato dall’associazione culturale «La Bautta» in collaborazione con Onirica Teatro, con la direzione artistica di Annamaria Fanelli, e il coordinamento di Mariapia Autorino e Vito Latorre. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del “Progetto POC Metro 2014-2020” Le due Bari 2024 “CUP J94J24000270001”.

La rassegna si comporrà di otto spettacoli dal vivo e sei laboratori ad essi collegati (dall’8 luglio al 29 settembre), per attraversare e coinvolgere otto aree bersaglio della città di Bari. Il focus delle attività sarà concentrato anche stavolta su spettacoli nazionali e internazionali che da anni promuovono il linguaggio universale della poetica «arte del silenzio», in un virtuoso connubio di teatro, azione, mimo, pantomima e clownerie. L’ingresso è gratuito, fino ad esaurimento dei posti, con prenotazione obbligatoria su eventbrite.it.

Si parte con una prima nazionale assolutalunedì 8 luglio, alle 21, andrà in scena al Cineteatro Showville lo spettacolo «In petto (interno)» della compagnia belga Okidok, formata dai clown Benoît Devos e Xavier Bouvier, con il gioco clownesco di Christine Rossignol-Dallaire. Irriverenti, mordaci, stralunati ed atletici, gli Okidok sono un duo belga che ha già trionfato al Festival du Cirque de Demain di Parigi ed è considerato fra i più prestigiosi esponenti della nuova clownerie internazionale. Ballerini, commedianti, mimi, prestigiatori, equilibristi, rumoristi e molto altro ancora, da più di 25 anni gli Okidok presentano in tutto il mondo spettacoli nei quali la risata di pancia va a braccetto con la poesia, e la raffinatezza si contamina di elementi carnevaleschi.

In questo spettacolo i clown, specchi distorti della nostra fragile umanità, evocano, “in petto”, l’assurdità delle nostre esistenze. Come possiamo sopravvivere quando il mondo si sgretola costantemente sotto i nostri piedi? Il carro che li ospita – allo stesso tempo dimora, rifugio e promontorio – è in equilibrio instabile sull’unico asse delle sue due ruote. Si inclina all’infinito, sballottandoli da una parte all’altra, falciandoli, espellendoli e tormentandoli. In un momento di sospensione, cercheranno di trovare un compromesso, un equilibrio precario, una soluzione salutare che permetta loro di continuare la strada della loro vita.

Venerdì 12 luglio, alle 19, sul prato «La Gemma», del Quartiere Santa Rita, toccherà allo spettacolo «Pollicino», per la regia di Giancarlo Luce, prodotto da Teatro Le Forche in collaborazione con Onirica Teatro.La fiaba di Pollicino affascina da sempre i bambini: è una meravigliosa storia che facilita il superamento delle paure e determina una iniezione di forza e fiducia in sé, e nel futuro della propria vita. Fonte di ispirazione per la realizzazione della drammaturgia gestuale e degli elementi scenografici è il pittore Marc Chagall.

Domenica 14 luglio, alle 19, nel Teatro Casa di Pulcinella si torna al grande teatro internazionale, con la physical comedy «Caricatos», della compagnia spagnola «La Belle École», di e con Hugo Mirò e Samuel Penhastro, con la supervisione artistica di Leandre Ribera. Uno spettacolo leggero, sottile e delicato, incentrato sull‘interazione con il pubblico, basato sull’eredità dei grandi clown e dei classici del cinema muto, da Buster Keaton a Bill Irwin. Cinquanta minuti di situazioni assurde, effetti visivi e momenti folli dominati dalla manipolazione degli oggetti, dalla pantomima e dalle diverse tecniche circensi, sviluppate all’interno della cornice poetica della clownerie.

Mercoledì 24 luglio, alle 21, al Nuovo Teatro Abeliano, tocca a un’altra prima nazionale, con una star assoluta del teatro di clownerie: «Anna de Lirium – Alive! In concert» è la pièce dell’omonima artista austriaca, per la regia di Jango Edwards e Andreas Simma. Tanja Simma, alias Anna de Lirium, si è formata all’Università di Musica e Recitazione di Vienna e all’École de Mime et Clown in Francia. È stata una delle prime donne clown in Austria e la prima artista austriaca a esibirsi al Cirque Du Soleil.

Lunedì 29 luglio, alle 19, nell’arena interna dell’Accademia del Cinema Ragazzi di San Pio – Enziteto, va in scena lo spettacolo con maschere di commedia dell’arte «Colpi di maschera (Arlecchino e Brighella servitori di una padrona)», di e con Nicola AdobatiDomenico Piscopo e Rosanna Cassano, prodotto da Onirica Teatro. Un omaggio alla Commedia dell’Arte, modernizzata e rivisitata in chiave pop. Sessanta vivaci minuti per un racconto metateatrale che mescola gli elementi più tipici della Commedia dell’Arte e del teatro tradizionale (le maschere in cuoio, i classici lazzi comici, i riferimenti ad Amleto e a «Il servitore di due padroni») ad elementi appartenenti alla pop culture (le citazioni e i richiami al panorama cinematografico e gli intermezzi musicali di ispirazione contemporanea).

Mercoledì 31 luglio, alle 18, nel Cortile dell’oratorio dei Salesiani (Chiesa del Redentore), sarà la volta dello spettacolo di clown e fantasia «Otto Panzer Show», di e con Giovanni Risola, in arte Otto Panzer. Pirotecnico nel suo approccio con il pubblico, Otto è un simpaticissimo clown, vestito da direttore di un improbabile e misterioso circo. Presenta numeri di autentica bizzarria, coinvolgendo il pubblico nelle sue pazzesche avventure sceniche. Irriverente, sbruffone ma anche dolce ed arrogante, regala gag da cui traspare una superba capacità ad adattarsi alla piazza e ad improvvisare, trasformando ogni suo spettacolo in un evento unico.

Il 15 agosto, alle 18,45, negli spazi di ShakaWindsurf (Stradella del Baraccone n. 2), spazio al teatro dei piedi, con lo spettacolo «Va dove ti porta il piede», di e con Laura Kibel, altra artista molto rinomata a livello internazionale. Si tratta di uno show che ha incantato il pubblico di tutto il mondo, grazie ad una tecnica originale e sorprendente: piedi, mani e ginocchia dell’artista si vestono e si trasformano in personaggi umani e burattini in carne ed ossa che amano, soffrono, lottano, divertono e commuovono. Da più di vent’anni sulla scena mondiale, Laura Kibel è la solista italiana più nota al mondo nell’ambito del teatro visuale.

Ultimo appuntamento del BARIfest Theatersarà il 29 settembre, alle 21, nell’Auditorium Vallisa, con lo spettacolo «Betún» della compagnia francese «Teatro Strappato», per la regia di Vene Vieitez. Dopo essere stato presentato in Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Cile e Bolivia, e in diversi festival internazionali (salutato sempre da ovazioni e meravigliose critiche), «Betún» è un indimenticabile spettacolo di maschere senza parole, con un grande significato, in una favola teatrale che si materializza e svanisce dinanzi al pubblico.

L’attività degli spettacoli del festival sarà affiancata anche da sei laboratori: il primo, già iniziato lo scorso 1° luglio (e con diversi incontri programmati fino al 29), sulle maschere della commedia dell’arte, intitolato «Lancia un frizzo, muovi un lazzo», condotto da Vito Latorre, in collaborazione con la Cooperativa Sociale GET, all’Accademia del Cinema Ragazzi di San Pio – Enziteto.

Gli altri si svolgono il 12 luglio sul Prato «La Gemma» con «Briciolì Briciolà» (a cura dell’associazione culturale «Onirica»); il 23 e 24 luglio con il workshop teatrale «Yeah», condotto da Silvia Cuccovillo, in collaborazione con l’associazione culturale «Officina Orffiana delle Arti» (luogo in cui si tiene) e con l’A.S.D.C. dei Non Vedenti Albatros; il 31 luglio con il laboratorio d’improvvisazione teatrale «Non fare il Clown…», nel Cortile del Redentore, condotto da Otto Panzer in collaborazione con la S.C.S. Occupazione e Solidarietà (Centro Servizi Famiglie Libertà); il 15 agosto il laboratorio di tecnica di teatro con i piedi «Con il piede giusto», negli spazi di ShakaWindsurf, condotto da Laura Kibel; il 28 e 29 settembre il workshop teatrale «Dietro la maschera», nella Chiesa Santa Teresa dei Maschi, condotto dagli attori della compagnia «Teatro Strappato».

«L’arte del silenzio – spiega Mariapia Autorino – non conosce confini nazionali. Mai come in questo periodo abbiamo bisogno di varcare i confini, ma soprattutto di farli varcare, di accogliere e di essere accolti. Il BARIfèst Theater è una vera festa del teatroper grandi e bambini. Perché, come diceva il grande artista internazionale Marcel Marceu, “la risata e le lacrime suscitate dal gesto che si immerge e travalica la parola, sono le caratteristiche dell’umanità universale, emozioni autentiche in grado, quindi, di riunire tutte le culture”».

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