“Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta.” (Platone dall’“Apologia di Socrate”)
“La scienza è un continuo progredire. Così la filosofia non è solo “sofia”, ma ricerca della conoscenza. Ecco se si prova a trattare questi processi senza utilizzare un codice mitologico ci si ritrova a parlare solo di sesso e non di Eros. Amor che muove il sole e l’altre stelle! La nostra compagnia si chiama Compagnia del Sole, capite? Anche se parlo greco?” (Flavio Albanese)
Una calda sera estiva nel Chiostro del Redentore di Bari. Si spengono le luci e il vociare del pubblico va scemando. Risuona profonda una voce: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“. Ed ecco, la magia.
Siam tanti, troppi e le sedie non bastano. Mi tocca incrociare le gambe e sedere per terra, come tanti bambini hanno già fatto sotto al palco. Forse l’organizzazione della rassegna Cuori Urbani III, parte del progetto di AncheCinema per Le Due Bari, non se lo aspettava. Pazienza per la mia schiena, ma son sotto il palco in prima fila e questo mi basta. Il teatro della Compagnia del Sole è una esperienza magica in una dimensione diversa, dove torno una bambina curiosa, come fossi sempre al primo meraviglioso incontro con ‘L’universo è un materasso, e le stelle un lenzuolo’, un’altra produzione della Compagnia che vi consiglio di vedere.
Tutti conoscono la storia di Ulisse, tutti sanno che Omero probabilmente non è esistito, ma l’Odissea noi la ascoltiamo ancora, a bocca aperta. Non è semplicemente per la fascinazione del racconto, ma per come viene raccontata questa sera dall’incantatore Flavio Albanese, grazie anche alla regia e disegno luci di Marinella Anaclerio, al video di Pino Pipoli e agli inserti sonori delle Faraualla. Mentre ascolto mi guardo attorno, scruto i visi dei bambini, non hanno lo smartphone nelle mani, ma con tutto il corpo son protesi verso il palco. Che meraviglia. Solo questo momento vale tutto il mio mal di schiena.
Sul palco una flotta di barchette di carta, di dimensioni diverse non per capacità ma per una visione prospettica, accompagna una narrazione giocata su un sapiente ritmo alternato tra passato e presente, rende il Canto di Ulisse non un semplice spettacolo tratto dall’Odissea di Omero con Flavio Albanese, e la regia e luci di Marinella Anaclerio, ma soprattutto una esperienza che travalica la linea del tempo.
“Andiamo a fare un viaggio nella terra dei Giganti? Volete imparare dalla Maga Circe gli ingredienti per fare la pozione magica che trasforma gli uomini in animali? Sapete come si chiama l’indovino cieco che prevede il futuro? Sapete dove possiamo trovare Tiresia? Avete mai sentito il famoso canto delle Sirene? Lo vorreste sentire? Sapete quanti piedi ha il drago Scilla? Dodici! E quante teste? Sei!!”
Un ghiotto invito per i bambini, e non solo, che non perdono occasione a rispondere ad ogni quesito posto. Diventa una occasione in cui anche io mi confondo: Flavio Albanese racconta una tanto libera e fantasiosa quanto studiata a fondo e ragionata favola oppure le gesta dell’errante Ulisse? “Il mio intento non è quello di divulgare – non sono un divulgatore – ma di trasmettere un processo di pensiero, che poi è lo stesso che utilizzo, per esempio, all’inizio dello spettacolo sull’Odissea. Voglio che i ragazzi comprendano che la difficoltà di tradurre un testo non è la ricerca delle parole esatte ma nella capacità di intercettare quella mentalità che ha dato origine a quelle parole”, afferma l’attore.
Il racconto diventa un percorso, non una semplice storia, ma un richiamo alla antica tradizione del tramandare gli avvenimenti, in cui è evidente un profondo studio ed una meticolosa ricerca personale che affronta l’epica in quanto poesia, non un avvicendarsi di storie ma attento lavoro e sapiente ricerca di ricostruzione delle cause e degli effetti, ciò che si è tramandato con i versi e i canti prima dell’avvento della scrittura. Quello per cui ancora adesso io resto li ad ascoltare l’aedo per eccellenza, con un ritmo dinamico, tra ironia ed emozione, con quello spirito unico che lo distingue nel colloquiare con il pubblico. Il teatro con il pubblico, non solo per il pubblico.
L’istrionico Albanese ne approfitta per educare i piccoli, ma anche i grandi, a farsi più domande che cercarne le risposte, sicuramente non quelle insufficienti di wikipedia, ma andare nel profondo. Un teatro non solo di contenuti, un teatro che si fa scuola: le parole son spiegate, diventano loro stesse personaggi. Cosa è l’intelligenza? Chi è, e cosa è la Metis? E l’immortalità?
I greci avevano già compreso la complessità dell’aggettivo intelligenza e lo avevano distinto in metis e logos. La metis è un’intelligenza pratica, finalizzata a risolvere problemi reali e non astratti. Per fortuna esistono i napoletani, che sono oltre i greci per cui l’astuzia si traduce in cazzìmma ovvero la furbizia, ma con quella punta di cattiveria autoprotettiva, in una parola Ulisse o Flavio. Infatti, quando un piccolo gruppo di spettatori non troppo abituati all’ascolto lo distraggono, Flavio riesce a tradursi in Metis, elegantemente riesce a modellare un dialogo con lo spettatore molesto e trovare la soluzione per il caso concreto. Il logos è una forma di intelligenza astratta, generalmente considerata più alta, grazie alla quale, per esempio, riusciamo a svolgere un problema di matematica o a scrivere un discorso. Non è solo uno strumento per raggiungere uno scopo, ma è lo scopo stesso. Il logos, dunque, guida il nostro mondo: davanti all’eterno fluire del tempo, la ragione è l’unica legge che governa il pensiero e la natura. Infine, grazie al lungo viaggio intrapreso dal restio Ulisse, scopriamo che l’immortalità si traduce nella gloria.
Un consiglio: volete ri-scoprire il fascino del racconto di Ulisse? Andate a teatro ad ascoltarlo, ma che sia Flavio Albanese della Compagnia del Sole e raccontarvi il mito. Li si fermerà il tempo, anzi tornerete indietro nel tempo, perchè lui è un mago e voi lo ascolterete con gli occhi di un bambino.
Maurizia Limongelli
Foto dal sito della Compagnia
Che splendida analisi!!! Grazie! È carburante per il futuro!!!!
Che splendida analisi!!! Grazie! È carburante per il futuro!!!!