Organizzato dal Centro Interculturale Abusuan, con la direzione artistica di Koblan Amissah, dopo un’anteprima con Ray Gelato e i suoi Giants, il Festival Bari in Jazz, giunto ormai alla XXI edizione, è entrato nel vivo con una spettacolare esibizione del gruppo Bokanté a Bari, all’interno del cortile dell’Istituto Redentore. Un gruppo di otto musicisti straordinari che hanno letteralmente entusiasmato il numeroso pubblico presente.
I Bokanté giungono a Bari inseriti in una breve tournee che ha toccato Marocco, Germania e Svizzera, passando anche per Pescara e Roma. Con alcune variazioni rispetto alla formazione annunciata, sul palco si sono esibiti Michael League alle chitarre e leader del gruppo insieme alla splendida cantante Malika Tirolien, i due percussionisti Jamey Haddad e Keita Ogawa, il bassista Jay White, altri due chitarristi Bob Lanzetti e Jordan Peters, e per finire Roosevelt Collier con la sua pedal steel guitar.
Bokanté è un collettivo musicale internazionale fondato nel 2016 da Michael League, leader del celebre gruppo Snarky Puppy, noto per la sua capacità di mescolare generi musicali diversi in modo creativo e coinvolgente. Il nome “Bokanté” significa scambio, riflettendo l’anima multiculturale e la diversità delle influenze che caratterizzano la loro musica. La band combina elementi di blues, rock, funk e musica tradizionale africana e caraibica, creando un suono ricco e dinamico.
Un progetto che affonda le radici tra il Delta del Mississippi e il deserto africano. Bokanté significa “Scambio” in creolo, la lingua della giovane cantante Malika Tirolien. Malika Tirolien è la voce del gruppo, una donna cresciuta nell’isola caribica di Guadalupa. Otto musicisti provenienti da diversi continenti che portano sul palco la propria conoscenza e la propria tradizione.
Con due Grammy Award e un implacabile successo planetario, League torna a rimettersi in gioco esordendo con un progetto esplosivo. La maggior parte delle musiche sono state elaborate da League, mentre alcuni testi dei brani sono scritti e cantati in lingua creola (la lingua originale di Malika Tirolien).
All’attivo tre album. Quello di esordio è “Strange Circle”, del 2017. Del 2018 è il secondo album “What Heat” registrato insieme alla insieme alla Metropole Orkest diretta da Jules Buckley. A produrlo, la storica etichetta di Peter Gabriel, Real World Records. L’ultimo album, “History”, è del 2023. What Heat, ha ricevuto la nomination per Best World Music Album per i Grammy Award 2019.
Dieci brani (più il bis) eseguiti durante lo spettacolo barese, selezionati dai tre album: History (Adjoni, Ta Voix, oltre al brano che ha dato il titolo all’album), Strange Circle (O La, Roudesann) e What Heat (Chambre a Echos, La maison en feu, Rapanasyons).
Inutile ribadire il ritmo sostenuto per tutta la durata del concerto con gli splendidi assoli di tutti i chitarristi, ma anche dei bravissimi percussionisti, e la leggiadria con cui la cantante Malika Titolien si è saputa muovere sul palco, attirando l’attenzione e l’apprezzamento di tutti i presenti.
In particolare, il brano “History” è stato introdotto da un lungo asolo di Michael League che ha utilizzato uno strumento africano a corde (solo due) simile alla chitarra, ma che si chiama “Ngoni”, dando al brano un fascino tutto suo. Straordinari gli assoli con la pedal steel guitar che veramente hanno fatto viaggiare la platea da un continente all’altro. Cosa dire dei due percussionisti? Uno di origini libanesi (Jamey Haddad) e l’altro giapponese (Keita Ogawa) che hanno dato a tutto il concerto un’atmosfera davvero particolare. Tutti musicisti di spessore, con un’intensa attività personale e collaborazioni di spessore, che quasi d’incanto riescono insieme a creare sonorità fresche e nuove.
Voglio raccontare un siparietto avvenuto nel finale del concerto, prima del dovuto bis. Nel momento in cui i musicisti hanno smesso di suonare e stavano ringraziando il pubblico, con una sincronia senza pari e giusto di fronte a loro, abbiamo avuto modo di assistere all’esplosione di fuochi pirotecnici. Solitamente queste esibizioni (ormai quotidiane) non sono ben gradite dai baresi, ma questa cosa è sembrata fatta apposta per loro, i musicisti che sono rimasti letteralmente a bocca aperta pensando fossero il nostro ringraziamento. Se qualcuno vuole, potrà vedere lo stupore dei loro volti catturato in alcune foto pubblicate sulla mia pagina Facebook.
Una gran bella serata che è riuscita, per tutta la durata del concerto, a farci dimenticare il gran caldo di questi giorni. Attendiamo le prossime date per altre belle scoperte e gradite conferme.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro