Dado Moroni, Eddie Gomez e Joe La Barbéra illuminano il “Bari Jazz Festival 2024” con il loro splendido concerto per (e ‘con’) il mitico Bill Evans

Nell’ambito del programma “Le due Bari”, per la rassegna “Bari Jazz Festival”, in uno degli appuntamenti che ha per location l’estrema periferia di Bari, è accaduto qualcosa di inusuale: nella piazzetta del Borgo Antico di Loseto (un piccolo gioiello), sul sagrato della Chiesa di San Giorgio, si è svolto un concerto da fare invidia ai più blasonati Festival, non solo nostrani.

Sul palco il pianista genovese Dado Moroni, uno dei più acclamati jazzisti italiani, accompagnato da due mostri sacri del panorama internazionale, Eddie Gomez al contrabbasso e Joe La Barbéra alla batteria. Entrambi alla fine degli anni ’70, facevano parte della sezione ritmica di Bill Evans che ancora oggi è considerato l’esponente più di spicco di questo genere musicale. Non è un caso che questi due mostri sacri del Jazz internazionale oggi si ritrovino a suonare con il nostro Dado Moroni, musicista straordinario, apprezzatissimo in italia e all’estero. In molti definiscono Moroni il “più americano” tra i nostri pianisti.

Dado Moroni, genovese, 62 anni, è uno dei più apprezzati pianisti italiani, con una lunga permanenza negli Stati Uniti dove ha avuto modo di collaborare con i più grandi jazzisti internazionali (Freddie Hubbard, Clark Terry, Zoot Sims, Harry “Sweets” Edison, Ray Brown, Ron Carter, Oscar Peterson, Ahmad Jamal, Hank Jones, Niels-Henning Ørsted Pedersen solo per citarne qualcuno). Una passione sfegatata per Bill Evans ed Oscar Peterson (anche il figlio porta il nome Oscar). Mi sento di evidenziare, tra le tante collaborazioni, quella con il bassista Ray Brown, con il trombettista Tom Harrell.

Joe La Barbéra, classe 1948, ha accompagnato Bill Evans fino alla sua morte, avvenuta a settembre 1980. La sua fama è cresciuta negli anni ’70 quando ha registrato e compiuto tournée con Chuck Mangione. Ha anche lavorato come sideman con Bob Brookmeyer, Jim Hall, Art Farmer, Art Pepper, John Scofield, Toots Thielemans e Phil Woods. Dal 1979 è stato membro del trio di Bill Evans, con il quale ha registrato 16 album; in seguito ha collaborato in modo intenso, per gran parte degli anni ottanta e dei primi anni novanta con Tony Bennett. Ha militato anche in un quartetto con il fratello Pat e in un trio con Hein van de Geyn e John Abercrombie. Ha insegnato al California Institute of the Arts e al Bud Shank Jazz Workshop.

Edgar Gomez, detto Eddie, ottant’anni ad ottobre prossimo, ha origini portoricane. La sua fama è legata principalmente alle collaborazioni con Bill Evans, con cui registrò assiduamente dal 1966 al 1977. In giovane età Gomez emigrò con la sua famiglia negli USA per vivere a New York. Qui iniziò a suonare il contrabbasso, alla New York City High School of Music and Art. Ha suonato nella Newport Festival Youth Band (diretta da Marshall Brown) dal 1959 al 1961, e si è laureato alla Juilliard nel 1963. Durante la sua carriera ha collaborato con jazzisti come Miles Davis, Bill Evans, Dizzy Gillespie, Gerry Mulligan, Benny Goodman, Antonio Faraó, Buck Clayton, Marian McPartland, Paul Bley, Wayne Shorter, Steve Gadd, Jeremy Steig, Herbie Hancock, Tony Williams, Al Foster, Chick Corea, Dado Moroni, Carli Muñoz, Michel Petrucciani e Colombo Menniti. La sua fama è dovuta anche alla registrazione di due album con il gruppo fusion Steps Ahead, dove militava anche il sassofonista Michael Brecker: l’omonimo Steps Ahead del 1983 e Modern Times del 1984.

Tuti e tre i musicisti, sin dalle prime note, hanno dato sfoggio di una tecnica senza uguali. Non stiamo parlando di personaggi d’altri tempi (parlando di La Barbera o di Gomez), ma di musicisti capaci sempre di affascinare il pubblico.

E come raccontava Dado Moroni (il racconto gli è particolarmente congeniale), qualsiasi brano scritto da altri, una volta eseguito da Bill Evans, veniva stravolto, diventando quasi un nuovo brano. Nulla era più come prima. Non a caso il concerto (come il CD omonimo inciso dal trio) è iniziato con il brano “I’m getting sentimental over you”, scritto da Tommi Dorsey ed inciso da Evans nel 1966.

Eseguiti anche due brani composti da Eddie Gomez (Amethist) e da Joe La Barbera (Kind of Bill) che hanno messo in luce le loro capacità compositive (oltre alla padronanza dello strumento).

Delicatissimo il brano “First smile”, di Dado Moroni e dedicato al primo sorriso del figlioletto Oscar Alfredo, allora in fasce.

Immancabile anche “Someday my prince will come”, brano scritto da Frank Churcill e diventato famoso come colonna sonora del film Biancaneve di Walt Disney.

E per gli amanti del blues (nonché di coloro che fanno i salti mortali per ricevere un accredito per un concerto, evitando di pagare il biglietto), un fantastico “Guest list blues”.

Un finale di spettacolo col il brano Oleo di Sonny Rollins e un bis con una straordinaria versione di “My foolish hearth”.

Terminato il concerto, con una temperatura finalmente accettabile dopo una caldissima giornata estiva, in tantissimi sono rimasti in piazza per una chiacchiera in più o per farsi firmare una copia del CD Kind of Bill inciso di recente dal trio, e che continuerà ad appassionare i nostri ascolti.

A questo punto una nota personale. Ho avuto modo di ascoltare Bill Evans dal vivo a Lucera, quando la rassegna estiva “Notti di Stelle” si spostava tra le piazze di Puglia. Era luglio 1980, ed in quella occasione era accompagnato dal giovanissimo contrabbassista Marc Johnson e da Joe La Barbera. Evans sarebbe morto solo dopo due mesi. Erano tempi d’oro, quando da noi arrivavano tantissimi nomi del Jazz mondiale, da Dizzy Gillespie, agli Art Ensemble of Chicago, da Steve Lacy a Max Roach. Io ero giovane. Troppo giovane per capire ciò che stavo ascoltando. In tutti questi anni ho avuto modo di ascoltare Dado Moroni tante volte, ma non sono mai sufficienti. Avevo ascoltato anche Eddie Gomez, ma forse solo in questa occasione, socchiudendo un po’ gli occhi e tornando a quella sera del 1980, ho capito e apprezzato la fortuna che ho avuto a poter ascoltare, dal vivo, il più grande di tutti. Grazie a tutti e quattro i musicisti presenti ieri. Sì, perché sul palco (o forse tra di noi), c’era anche Bill. Che serata. Magia pura!

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

Condividi

1 commento su “Dado Moroni, Eddie Gomez e Joe La Barbéra illuminano il “Bari Jazz Festival 2024” con il loro splendido concerto per (e ‘con’) il mitico Bill Evans

  1. La sora Rispondi

    Bravo Gae! Ripensare al passato x apprezzare il presente!, e .. continuare a crescere!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.