Una straordinaria carica vitale, un’incommensurabile innata classe, un’ugola d’oro: Amii Stewart, accompagnata dall’Orchestra Ico Suoni del Sud diretta da Antonio Palazzo, ha magicamente inaugurato il Festival 2024 dell’Agìmus di Mola di Bari

La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.” (Nick Hornby)

Avevano proprio ragione Mogol e Battisti quando affermavano che “non è questione di cellule ma della scelta che si fa, la mia è di non vivere a metà: io, comunque io, comunque vada, sia molto in alto che per la strada”. Infatti, c’è gente – invero pochi eletti ormai – su questo benedetto pianeta che ha un diverso passo, un altro modo di ragionare, scevra da calcoli freddi e opportunistici, capace di abbandonare anche il facile guadagno pur di assecondare il profondo rispetto verso se stessi ed il proprio prossimo (che, poi, è la stessa cosa); quando poi questa sublime qualità si fonde con uno spirito artistico, non vi è dubbio che ci si possa dire fortunati testimoni di un vero miracolo, di un dono che giunge da lontano e che ci si manifesta.

Vista da questa angolatura, la straordinaria quanto luminosa carriera di Amii Stewart può essere a ragione definita più unica che rara; una esaltante esperienza pop – e addirittura disco – alle spalle che poi trasmigra, con un sublime cambio di rotta, verso la migliore musica di alcuni dei più grandi autori dei nostri tempi, che ne hanno fatto la loro musa, trasformandola in un’icona della musica la cui grandezza non conosce compromessi, una divinità delle sette note contro cui nulla possono gli inclementi battiti del tempo, grazie ad una straordinaria carica vitale, ad una irrefrenabile voglia di esserci, ad una incommensurabile quanto innata Classe, quella con la C maiuscola.

Quando è apparsa sul palco nell’Arena del Castello di Mola di Bari per donare la più luminosa delle inaugurazioni alla trentesima edizione dell’Agìmus Festival, l’irrinunciabile rassegna estiva diretta dal Maestro Piero Rotolo, abbiamo ritrovato la stessa Amii di sempre, un’artista mai doma, mai appagata, sempre alla ricerca di ‘nuova’ musica da portare in giro per il mondo, con la sua inalterata maestria, la sua straordinaria forza interpretativa, capace di far emozionare e di fare scatenare senza soluzione di continuità il pubblico dell’Arena (sold out), e la sua voce, che riesce come sempre ad innalzarsi sulle più alte vette.

Grazie all’ottimo apporto dell’Orchestra Ico Suoni del Sud diretta da Antonio Palazzo, la cantante statunitense, ma naturalizzata italiana, in quasi due ore di esaltante concerto fa quello che le pare con l’ugola, e alla fine non importa più quale sia il brano affrontato, se “Turn your love around” di George Benson o “Friends” e “Together” dell’indimenticato Mike Francis (l’italianissimo Francesco Puccioni), “Walk on by”, “I say a little prayer” e “Do you know the way to San Jose?” di Burt Bacharach o “Hurry to me (Metti una sera a cena)” del Maestro Ennio Morricone, “Every breath you take” e “Fragile” di Sting o “E penso a te” ed “Emozioni” del citato duo Battisti – Mogol, passando per il confronto con Aretha Franklin, di cui propone “(You make me feel like) A natural woman” e “Respect”, e Mina, presente con “Ancora, ancora, ancora”, e molte altre, sino ad arrivare alla immancabile hit “Knock on wood”, la cover del brano di Eddie Floyd che regalò la notorietà alla giovane Amii e che quasi fa saltare sulle sedie il pubblico di Mola, e ad una inaspettata quanto appassionata “Un senso” di Vasco, che mette il definitivo suggello ad una serata perfetta.

La sensazione imperante è che qualunque composizione venga affidata alla Stewart divenga classico, evergreen, pietra miliare della musica, mentre lei, nelle nostre orecchie, nei nostri occhi e, soprattutto, nel nostro cuore, torna ad essere la medesima artista di sempre, che non vorrebbe mai lasciare il palcoscenico, desiderosa ancora di abbracciare idealmente il pubblico che le dedica la meritata ovazione.

Un bel modo di aprire il Festival 2024 dell’Agìmus di Mola di Bari, che continua con l’attesissimo concerto del mitico giullare Angelo Branduardi.

Pasquale Attolico
Foto di Giuseppe Catalano
concesse dall’Agìmus di Mola di Bari

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