Francesca Tandoi Trio inaugura splendidamente il ‘Conversano Summer Music Festival’, la rassegna estiva dell’Associazione Nel Gioco del Jazz

Non poteva iniziare in modo migliore il Conversano Summer Music Festival, la breve (ma intensa) rassegna estiva organizzata dall’Associazione Musicale Nel Gioco del Jazz presso l’Arena della Casa delle Arti di Conversano che prevede anche le esibizioni del trio del pianista americano Emmet Cohen, di Fabrizio Bosso con Bebo Ferra e una conclusione con Hyperion Ensemble, se non con l’applauditissima esibizione del Francesca Tandoi Trio

Sul palco, insieme a questa eccellente pianista, il contrabbassista Stefano Senni ed il batterista Giovanni Campanella, due musicisti superlativi che si intendono a meraviglia con la protagonista (Senni è anche compagno di vita della Tandoi).

Francesca Tandoi, romana, classe 1984, è una pianista, cantante, compositrice e straordinaria band leader, con alle spalle un bagaglio di successi in tutto il mondo.  Tra le giovani leve, è ormai acclamata come una delle più straordinarie ed innovative musiciste, capace di stravolgere qualsiasi brano e crearne una realizzazione del tutto personale. Il suo punto di partenza resta la tradizione, ma le piace sempre metterci qualcosa di suo.

Si trasferisce giovanissima in Olanda per studiare al prestigioso” Royal Conservatory of The Hague” (L’Aia) dove si diploma con lode, prima di concludere i suoi studi al “Codarts Conservatory” di Rotterdam e iniziare la sua intensa attività concertistica. Come leader del suo trio, dal 2014 ad oggi ha già all’attivo sette album, tra cui “Winddance”, che appare nella classifica “top10 best jazz albums of 2017” della famosa rivista giapponese “Jazz life”. 

Ha collaborato, fra i tanti, con artisti del calibro di Scott HamiltonPhilip HarperJoe CohnOwen Hart jrAnthony PinciottiLee PearsonJason BrownDarryl HallLuis NashDave BlankhornMarjorie BarnesFlorin NicolescuSergey Manukyan, Dado Moroni e molti altri. Nel 2023, è stata invitata da Michael League ad unirsi agli Snarky Puppy durante il loro concerto live a “Umbria Jazz”.

Ha partecipato con successo ad alcuni fra i più importanti festival jazz in giro per il mondo come il North Sea Jazz, Umbria Jazz, Cork Jazz, Breda Jazz, Amsterdam Arena Stadium e molti altri in USA, Indonesia, India, Giappone, Sud Africa, Russia, Turchia. Appare in oltre venti incisioni discografiche, tre delle quali come pianista del quartetto del celebre sassofonista Scott Hamilton.

Lo stile di Francesca Tandoi è un connubio tra la tradizione e l’innovazione. Influenzata dai grandi del jazz come Oscar Peterson, Bill Evans, Art Tatum, McCoy Tyner, ha sviluppato un linguaggio musicale personale che unisce virtuosismo tecnico e intensa espressività. La sua capacità di comunicare emozioni attraverso il pianoforte la distingue come un’artista eccezionale nell’intero panorama jazzistico contemporaneo.

Sin dalle prime note il concerto ha entusiasmato l’intera platea. Il primo brano (PCR) è stato inciso nel 2022 nel CD “When in Rome”. I brani seguenti (ma non tutti) dall’ultimo CD “Bop web”, pubblicato lo scorso marzo (con il contrabbassista brasiliano Matheus Nicolaiewsky, ed il batterista olandese Sander Smeets). Quasi tutti i brani eseguiti sono originali, ad eccezione di tre omaggi ad Antonio Carlos Jobim (Agua de beber), a Stevie Wonder (Overjoyed) e Ahmad Jamal (Night mist Blues), oltre una medley che ha fuso insieme un brano di Billy Strayhorn (Day dream) ed uno di Rodgers e Hart (Bewithched, bothered and bewildered) Quest’ultimo brano (tradotto significa Stregato, Infastidito e sconcertato) è un brano composta nel 1940 dalla premiata ditta “Rodgers adn Hart”, ed inciso da tantissimi grossi nomi quali Doris Day, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Lady Gaga, Rod Stewart in duo con Cher. Per nulla intimorita, è stato il primo brano del concerto dove, oltre a suonare il pianoforte, la nostra Francesca si è cimentata anche con il canto. Anche per le sue performance canore, è stata promossa a pieni voti.

Altra medley di sua composizione è stata un omaggio a due grandi musicisti. Al pianista dei Jazz Messengers Bobby Timmons, parafrasando la sua Moanin (che diventa Ninaom (scrivendo il titolo al contrario), e a Dizzy Gillespie con il suo Bebop (che diventa Bop Web, che dà il titolo all’intero album).

Vista la sua formazione classica, in chiusura del concerto non poteva mancare un adattamento per trio di un brano classico di Claude Debussy: “Arabesque n.1”. Gran finale sempre con un brano originale, dal titolo ‘Hope’, che ancora oggi risulta essere inedito. Un messaggio di speranza in questo mondo spesso alla deriva.

Prossime date del tour? New York, e con questo ho detto tutto. Consiglio vivamente di approfondire questa splendida pianista. Scoprirete cose inaspettate. Brava lei, bravi tutti.

Restiamo in attesa della performance del trio (tutto americano) del pianista Emmet Cohen, il 30 luglio prossimo, sempre a Casa delle Arti a Conversano.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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