“L’Avana, la mia amata Avana, immensa e magica. Immensa per le sue dimensioni culturali, e magica, per la sua bellezza, per il suo Malecon Habanero, per la sua gente, e per quei locali notturni che offrivano musica e ballo in modo seducente e unico. Quella era l’Avana che conoscevo e che mi ha cullato. Sono nata e cresciuta lì, in una casa piantata in mezzo al suo cuore, nel cuore dell’Avana, ed è stato in quella casa che ho sentito, nascosta dentro un vecchio giradischi, la musica che mi ha segnato per sempre, la musica di un’Avana inebriante e notturna.” (Aymée Nuviola)
Quando ascolto la musica, sono vittima della sua potenza ma anche della mia appassionata immaginazione, e vengo proiettata in una nuova dimensione. Mi è successo anche in una calda sera di luglio nel Cortile dell’Istituto Redentore, e non credo di essere stata la sola. Per un paio di ore mi sono perduta nei piccoli locali notturni dell’Avana, dove la musica è un intreccio di emozioni e di magia.
Sul palco nel Cortile del Redentore è apparsa una donna bellissima, conosciuta come “La Sonera del Mundo”, mi ha entusiasmato la sua straordinaria presenza scenica. Cercando notizie su di lei scopro che è stata selezionata dalla rivista People en Español nel 2021 come una delle 25 donne latine più potenti degli Stati Uniti, è stata inserita dalla rivista Hola tra le più influenti donne latine. Nasce come musicista, cantautrice ma non si ferma qui, Aymèe Nuviola è la prima donna a dirigere una band “Timba” in tutto il mondo, prima donna latino americana ad aver cantato alla trasmissione di celebrazione dei Grammy, nonché vincitrice di un Grammy Award e un Latin Grammy. Aymèe è anche attrice come protagonista del telenovela sulla vita di Celia Cruz in onda su Netflix.
Ascoltandola, accompagnata al piano dallo straordinario Kemuel Roig, alla chitarra dal bravissimo Julian Avila, Lowell Ringel al basso, José ”Majito” Aguilera alle percussioni e Hilario Bell alla batteria, ho percorso un viaggio musicale tra son, boleri, latin jazz e filin. Il suo spettacolo è stato un viaggio emotivo a ritroso per scoprire quelle sonorità che sono le radici della capitale cubana, perché Aymée è cresciuta in tempi in cui L’Avana di notte era anche bolero e Filin. Adesso lei è conosciuta come “La voce di EL FILIN”, un movimento musicale emerso nel cuore dei popolosi quartieri della capitale, non solo uno stile interpretativo e compositivo ma anche un modo di vivere e divertimento, le cui origini sono legate agli anni ’50 e ’60 in cui all’Avana fu la culla capace di ispirare musicisti poveri ma colti, attratti dal sperimentare il jazz vocale e la tradizione del son e del bolero cubano.
Fin da subito è apparsa evidente la sua potente abilità artistica e non ha deluso le aspettative con una performance straripante di forza e sentimento con cui ha conquistato i cuori di tutti noi corsi ad applaudirla. Ci ha fatto ballare, emozionare e tanto divertire per quasi due ore di spettacolo.
Io l’Havana non l’ho mai visitata, ma me la immagino così: calda come la musica di Aymèe che ho vissuto a cui difficilmente riuscivo ad oppormi, e profumo di spezie che colorano di ritmo che ti entra dentro come l’umidità, ma che ti anima la vita.
Maurizia Limongelli
Foto di Giovanni Guadalupi
dalla pagina Facebook del Festival