La settimana sportiva: l’analisi di Modena – Bari

Si, certo. Il Bari, venerdì, forse non avrebbe meritato di perdere viste le due squadre ed il loro gioco profuso. Fatto sta che i biancorossi son caduti di nuovo per la seconda volta consecutiva, stavolta in pianura Padana altezza Modena, lungo la Via Emilia. E perdere non fa mai bene, anche se ci sono recriminazioni. Non fa, certo, meno male perdere giochicchiando benino, procurandosi occasioni e, puntualmente, sbagliandole, fa sempre male ma soprattutto deve far riflettere tutti. Perché adesso purtroppo non la si può catalogare a giornata storta come ne capitano ogni tanto. Il Bari non può aver giocato entrambe le partite in modo “storto” Qualcosa ci sarà sotto. Il Bari è prigioniero dei suoi limiti tecnici che sono davvero imbarazzanti, della sua inconsistenza di base e nella rosa che urla a squarciagola rinforzi di spessore capaci di elevare l’organico qualitativamente, di personalità e soprattutto di esperienza perché così facendo si retrocede senza tanti sconti. Anche quest’anno, dopo aver visto il Bari sin da Roccaraso, sembra una squadra che dovrà lottare per la sopravvivenza il cui traguardo, anzi, appare assai complicato.

Qualcosa di timidamente buono si è intravisto soprattutto la prima mezzora dove il Bari ha fatto sua la partita, ha creato qualche occasione da rete tutte miserabilmente fallite (da qui l’urgenza di gente di qualità capace di metterla dentro senza tante storie), salvo poi entrare in trance e subire, sia pur senza prendere pallonate in faccia (anzi, tutt’altro) dal Modena che ha cominciato a giocare procurandosi la sola occasione doppia da gol con Palumbo e Mendes che sulla linea hanno sprecato il gol del pareggio che poi si è puntualmente materializzato allo scadere del primo tempo. Un Bari assai inadeguato quello visto. Se questa squadra ha già beccato 13 gol tra ritiro a Roccaraso (alcuni imbarazzanti coi ragazzini) e venerdì a Modena, qualcosa vorrà dire. In una conferenza stampa reperibile su internet chiesi al mio omonimo Longo se, per caso, al di là della necessità di rinforzare la rosa, avesse, per caso, riscontrato problemi in difesa e come eventualmente porre rimedio, e lui mi rispose più o meno che questi problemi facevano parte del processo di crescita e, come tali, da mettere in conto. Bugia. Il Bari, questo Bari, ha delle gravi lacune soprattutto in difesa dove, nonostante il terzetto di centrali, continua a subire gol a grappoli soprattutto da palle inattive dove gli attaccanti colpiscono il pallone di testa indisturbati facendo ovviamente gol. Dispiace per Vicari dai piedi educati, forse troppo, lui ha raccolto il testimone di Valerio Di Cesare sia come presunto pilastro là dietro, sia come capitano, ma la resa è assolutamente sotto le aspettative. Non ne parliamo di Obaretin e di Pucino incapaci di elevarsi da terra se non occasionalmente magari quando basterebbe stoppare il pallone e disimpegnarsi senza tanti grattacapi.

Come dicevo ho visto un bel Bari nel primo tempo con Manzari più o meno ispirato, con Oliveri che ha preso di petto la situazione non sfigurando, con Favasuli ancora lontano parente di quello intravisto in Bari Ternana, e Novakovich che ha dimostrato si può contare su di lui come centravanti da area di rigore e non da giocatore di movimento negli allunghi come è Lasagna. Bene Sibilli bravo a creare spazi e a proporre cross, poi dopo almeno tre occasioni sprecate ecco la punizione di Pucino che costringe ad un intervento prodigioso Gagno sulla cui ribattuta è bravo Novakovich a spingerla dentro, dimostrando di avere il fiuto per il gol, qualità necessaria per affrontare un campionato, fiuto che è mancato lo scorso anno e che, invece in una squadra è di fondamentale importanza.

Quindi il Bari pian piano scompare dai radar aprendo il varco ai modenesi che alzano ritmo e baricentro facendo crescere l’intensità sia pur non creando particolari occasioni da rete se non quella doppia di cui ha parlato più su. E dopo un calcio di rigore annullata dal Var, ecco un altro vero per un puerile fallo di Vicari su Mendes che costringe l’arbitro a concedere il rigore, questa volta confermato e realizzato. Pareggio e tutti negli spogliatoi. Un pareggio che, per chi mastica calcio, non ha lasciato presagire nulla di buono. E così, ovviamente, è stato. Il Modena si ripresenta in campo più reattivo ed il Bari, puntualmente, tira i remi in barca a causa della mancanza di esperienza, ed ecco il secondo episodio da polleria tutta barese: Su un corner Menes tutto indisturbato di testa schiaccia il pallone in rete con i tre centrali a pensare ai tortellini modenesi ed il portiere con la testa altrove. E’ lo schiaffo definitivo, quello del ko tecnico che stordisce i baresi che vanno, poi, in totale confusione fino alla fine della gara.

Inutile dire che servono urgentemente rinforzi di spessore, giocatori capaci di prendere per mano la squadra e portarla su in classifica, di gente di esperienza, di gente che sappia metterla dentro quando capita l’occasione, di gente capace di ragionare in campo, di gente affidabile in difesa che cominci a saltare sull’attaccante così da evitargli di colpire il pallone di testa che poi, inevitabilmente, rotola in rete. E di Radunovic che non convince ne vogliamo parlare? Insomma servono almeno sei rinforzi. Ma la domanda è una: come fa, Magalini, in sei giorni a prendere sei giocatori se in due mesi ha fatto firmare solo il riscatto di Sibilli andando avanti coi prestiti di ragazzini? Non voglio sembrare pessimista, ma la vedo difficile. Non ci si può ridurre al solito ultimo minuto di mercato perché in quel frangente arrivano i soliti giocatori inutili, fuori dalle rose che non fanno parte dei progetti, tendenzialmente rotti o in eterna convalescenza (Diaw ricorda niente?) e magari inesperti. Chi è quel folle che alle 18,30 del 31 agosto si lascia andare gente come Coda o Mendes? Nessuno. Dunque, signori cari, prepariamoci ad un mercato senza squilli, coi soliti giocatori presi dalla bancarella del mercato delle ore 13 quando la frutta e la verdura avanzata, quella con le foglie gialle che non compra nessuno, costa meno e teniamoci pronti al peggio. Salvo miracoli come due anni fa. Ma si sa che i miracoli accadono una tantum.

Il Bari lo scorso anno è arrivato a Terni nella finale playout da malato terminale e si è salvato grazie ad una terapia salvavita. E quest’anno la società non ha posto rimedio facendola ripartire da malato ancora terminale sia pur con medicinali sperimentali nuovi, ma il timore è che si debba soffrire come lo scorso anno, solo che anche in questo caso una volta è Natale, come sul dirsi.

Infine una considerazione: c’è un notevole gap tra la risposta dei tifosi che accorrono in 22 mila al San Nicola il 17 agosto e in 1200 a Modena, con la proposta societaria. Forse questa tifoseria non merita Aurelio De Laurentiis (e la Filmauro) le cui parole pronunciate al Senato sembrano oltre che rabbrividire l’ambiente barese, anche profetiche. E allora che si faccia chiarezza una volta per tutte. Bari non può vivacchiare così, Bari deve per definizione lottare per la A diretta, nemmeno tramite playoff. E allora si dica apertamente: che ne sarà della squadra di calcio?

Massimo Longo

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