Nel segno dell’hard bop, il quintetto di Piero Odorici e Roberto Rossi illumina il palco dell’Ostuni Festival Jazz

L’estate non è ancora finita e continuiamo ad assistere a occasioni privilegiate per ascoltare musica di altissimo livello.

Con il concerto di Piero Odorici e Roberto Rossi si conclude un breve ma intenso Ostuni Festival Jazz di tre serate, a sugellare quasi una festa di fine estate. Dopo gli appuntamenti con i fratelli Deidda, ed il pianismo di Massimo Faraò, l’ultima serata ha visto sul palco l’esibizione dell’incontenibile quintetto guidato da Piero Odorici al sax tenore e Roberto Rossi al trombone, accompagnati da Paolo Birro al pianoforte, Stefano Senni al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria. Per gli appassionati, un quintetto stellare con cinque musicisti con esperienze più disparate, che l’associazione MusicalMente Odv di Ostuni è riuscita a mettere insieme sul palco del Chiostro di San Francesco per una serata che rimarrà indimenticabile.

L’Associazione ha solo due anni di vita e si sforza, con tutte le sue forze, di offrire alla cittadinanza (e ai suoi numerosi ospiti) delle proposte musicali di alto livello, che non siano banali o scontate. Numerosi gli artisti che si sono esibiti sul palco di Ostuni, da Dado Moroni a Scott Hamilton, Stefano Di Battista, Andrea Rea, e tanti altri.

Piero Odorici, molto attivo nella sua Bologna, nel corso della sua carriera artistica ha collaborato con musicisti di fama mondiale come Cedar Walton, George Cables, Eumir Deodato, Diane Schuur, Curtis Fuller, Billy Higgins, Slide Hampton, Eddie Henderson, Ben Riley, Jimmy Cobb, Sal Nistico, Steve Grossman, Red Rodney, Jack Walrath, Lee Konitz, Joe Lovano, Steve Lacy, Billy Hart, Dee Dee Bridgewater, Peter Bernstein, Antonio Faraò, Enrico Pieranunzi, Massimo Urbani, Roberto Gatto, Danilo Rea, Larry Nocella, Tullio De Piscopo … Si è esibito nelle principali città degli Stati Uniti (New York, Boston, Philadelphia…). Anche nel panorama della musica pop ha inciso e suonato in tour con Lucio Dalla, Gianni Morandi, Biagio Antonacci, Luciano Pavarotti, Jovanotti, Vinicio Capossela, Rossana Casale, Gloria Gaynor, George Michael, Grace Jones, Tiziano Ferro, Ornella Vanoni e molti altri.

Per i frequentatori di Umbria Jazz, da anni guida quella che è definita la “resident band”, che ogni nottata del Festival inizia a suonare quando tutto sembra finire, (dopo la mezzanotte fino all’alba), accogliendo sul palco tutti coloro che hanno ancora voglia di suonare, mettendo insieme musicisti affermati e giovani appassionati, in nottate di fuoco indimenticabili.

Roberto Rossi si diploma come privatista presso il conservatorio ‘’Malerbi’’ di Lugo nel 1984. Inizia la propria attività professionale facendo parte di alcuni gruppi cameristici, orchestre sinfoniche e partecipa a diversi concorsi internazionali ottenendo vari riconoscimenti. Ha fatto parte delle seguenti Orchestra Sinfonica di Sanremo, della Rai Radiotelevisione italiana, l’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro, dell’Ensemble dell’ORT di Firenze.

In più di quarant’anni di attività partecipa a infinite manifestazioni, collaborando con tutti i migliori musicisti in circolazione: Oliver Lake, David Murray, Marco Tamburini, Franco D’Andrea, Roberto Ottaviano, Billy Hart, Cameron Brown, Lee Konitz, Kenny Weeler, Cedar Walton. Dal 1996 è docente di trombone presso i civici corsi di jazz ”Musica oggi” di Milano. Nel 2006 partecipa ad uno spettacolo teatrale con Giorgio Albertazzi con musiche di D. Ellington.

Insieme ai due leader, Paolo Birro al pianoforte. Nel 1987 ha conseguito il diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Vicenza. Nel 2007 ha conseguito il Diploma di II Livello in Jazz presso il Conservatorio di Adria con il massimo dei voti e la lode. Nel 1996 è stato nominato “Miglior Nuovo Talento” nel referendum della critica specializzata indetto dalla rivista “Musica Jazz”. Collaborazioni con Lee Konitz, Ruud Brink, Scott Hamilton, Art Farmer, Johnny Griffin, Gianni Basso, Maurizio Gianmarco, Enrico Rava, Richard Galliano, Tiziana Ghiglioni, Paolo Fresu, Bobby Watson.

La sezione ritmica d’eccezione, formata dal contrabbasso di Stefano Senni, che abbiamo avuto modo di ascoltare a luglio scorso a Conversano con la splendida pianista Francesca Tandoi (nonché sua compagna nella vita), ed il vulcanico batterista Lorenzo Tucci che continua ad essere un’anima pulsante per tutti i musicisti con cui suona, è stata impeccabile e ha offerto momenti straordinari.

Tutto questo per dire che stiamo parlando di musicisti più che rodati, presenti sulla scena da tempo, con collaborazioni straordinarie. Una serata ai sensi dell’Hard Bop, iniziata e terminata con due brani di Thelonius Monk (Evidence e Bolivar Blues), alcuni brani di Horace Silver (Nutville, Peace e Gregory is here) ed alcuni di Cedar Walton (Firm roots e Midnight walz), senza dimenticare John Coltrane.

Un’intesa perfetta tra tutti i musicisti, di altissima levatura. Un dialogo tra i due fiati a dir poco eccellente, con straordinarie incursioni pianistiche di Paolo Birro e con un sostegno ritmico ed incessante del contrabbasso e della batteria. Una serata da incorniciare.

Lodevolissimo il lavoro dell’Associazione MusicalMente Odv, della Direzione Artistica di Elio Tanzarella e di Francesco Milone. Le proposte presentate nelle tre serate sono state mirate a proporre un ascolto di qualità, mai banale, Un aspetto negativo di una piacevolissima serata? Le sedie rimaste vuote all’interno del Chiostro stridono fortemente con i tavolini tutti affollati della piazza. La città di Ostuni resta unica nel suo genere in tutto il territorio pugliese, ma è difficile rassegnarsi al fatto che quando si parla di proposte culturali, non ci sia tutto il sostegno dell’Amministrazione Pubblica. Ben vengano tutte queste piccole realtà culturali che stanno nascendo nei piccoli paesi. Faccio riferimento a Laterza, a Casamassima, a Noicattaro (senza contare i Festival ormai avviati). Piazze gremite grazie al sostegno della Pubblica Amministrazione. Mettiamo la cultura al primo posto.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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