Al via la seconda edizione di Nojazz 2024, in piazza Umberto I di Noicattaro, con il quartetto di Fabrizio Bosso con il progetto “We Wonder”, un omaggio alle musiche di Stevie Wonder.
La manifestazione, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale e con ingresso libero, mira a fare delle proposte di qualità alla cittadinanza nojana e a tutti i graditi ospiti provenienti dal circondario.
Il cartellone di quest’anno è stato particolarmente ricco e di alta qualità, con tre appuntamenti selezionati. Nei giorni seguenti gli appuntamenti con il quartetto di Sergio Cammariere e con il piano solo di Rita Marcotulli.
La grande affluenza di pubblico non ha fatto altro che esaltare un clima di festa ed interesse verso questo genere musicale.
Ad accompagnare la tromba di Fabrizio Bosso, il suo quartetto ormai fidato e rodato, con Julian Oliver Mazzarello al pianoforte e tastiera elettrica, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e al basso elettrico, e Nicola Angelucci alla batteria.
Possiamo dire che questa è stata l’estate di Bosso. Lo stesso progetto era stato presentato a Corato all’inizio di luglio (Gusto Jazz), e abbiamo avuto modo di ascoltarlo in duo a Conversano con il chitarrista Bebo Ferra (Conversano summer Music) e a Casamassima con il nostro Mario Rosini (Casamassima Summertime Jazz), e con Vince Abbracciante a Locorotondo (Musica in Festival 2024).
Ma ogni volta che l’ascolti, ti viene sempre voglia di riascoltarlo anche il giorno dopo. La sua musica è sempre esplosiva, accattivante, mai banale. Il timbro del suono della sua tromba è riconoscibile tra mille ed i suoi assoli sono sempre ricercati e raffinati. Non da meno i suoi tre accompagnatori, a cominciare da Mazzariello, diventato ormai l’ombra di Bosso e si può dire che vivono in simbiosi. Julian Oliver Mazzariello è un pianista inglese, nato a Hatfield nel 1978 da madre inglese e padre di origini italiane (di Cava dei Tirreni). Solo a 17 anni, nel 1995, decide di trasferirsi a Cava dei Tirreni, entrando nel giro di tanti e talentuosi musicisti locali come i fratelli Deidda, Daniele Scannapieco, e successivamente con Gegè Telesforo e Stefano Di Battista. E’ dotato di un pianismo fluido e lirico al tempo stesso. Con Bosso da anni gira in duo (Tandem). La sezione ritmica (Ferrazza e Angelucci) è a dir poco eccellente sostenendo Bosso e Mazzariello, trovando ampi spazi per i loro assoli.
Impossibile rimanere impassibili ascoltando questi grandi musicisti. Ogni istante, ogni nota, trascina il pubblico (anche i non addetti ai lavori) in un’esperienza sensoriale. Vederli suonare, ed ascoltare le loro note diventa un “fatto collettivo”, dove tutti (veramente tutti) sono incoraggiati a spronare i musicisti.
Fabrizio Bosso ci ha abituato ad ascoltare progetti di vario genere, dalle musiche di Duke Ellington agli omaggi a Nino Rota. Il progetto presentato a Noicattaro è stato incentrato sulle musiche di Stevie Wonder, non ha fatto che esaltare la su capacità comunicativa, coinvolgendo anche i più distratti e poco inclini alla musica jazz.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Raimondo Innamorato, dell’Assessore allo Sviluppo del Territorio Germana Pignatelli e del Direttore Artistico della Rassegna, Vitino Laudadio, il gruppo ha sciorinato uno dietro l’altro, alcuni tra i brani più famosi di Stevie Wonder, Iniziando con “I wish”, “Moon blue”, “My Cherie amour”, “Vision”, “Overjoyed”. Un brano originale (di Bosso e Mazzariello), ovviamente dedicato a Stevie Wonder, è stato “We Wonder”.
Dopo una “medley” di brani, originali e no, per concluder e il concerto, il brano “Sir Duke”, sempre di Stevie Wonder. E a questo punto i ritmi si sono improvvisamente accelerati a causa di qualche goccia di pioggia che ha fatto temere un’interruzione repentina della serata. Ma forse anche la pioggia non ha voluto guastare la festa. Un bis che ormai è diventato una “consuetudine”: la passeggiata di Fabrizio Bosso tra il pubblico con la sua tromba, con gli altri musicisti sul palco, che continuavano ad intonare un brano delicatissimo di Michel Petruccianì, dal titolo “Cantabile” (a mio avviso la versione migliore è contenuta in un CD registrato live in Tokyo). Un brano che puntualmente sfuma in una ninna nanna per invitare i presenti a rassegnarsi ed andare a casa a dormire.
Fabrizio Bosso resta sempre molto legato alla nostra terra (e noi a lui), anche perché come ha ricordato, ha vissuto a Bari per quasi cinque anni. Ha di certo apprezzato il sostegno del pubblico, scherzando anche sui rintocchi della campana dell’orologio che imperterrita ha continuato a suonare ogni quarto d’ora, cercando di avere la giusta intonazione (possibile che non si possano bloccare i rintocchi?).
Che dire di più? Bosso riesce sempre ad esprimersi al meglio, ed il quartetto è di certo la formazione più congeniale, anche se, da parte mia, nostalgico fino alla morte, rimpiango il quintetto (The High Five) con Daniele Scannapieco. Indimenticabili i loro duetti.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro