La Signora del jazz ed il suo pianoforte: Rita Marcotulli chiude la rassegna NoJazz 2024 conquistando il pubblico di Noicattaro

Il piano solo di Rita Marcotulli chiude la Rassegna musicale NoJazz 2024 dedicata alla musica jazz e alle sue varie contaminazioni.

Dopo due serate molto accorsate, con il quartetto di Fabrizio Bosso e quello di Sergio Cammariere, dulcis in fundo una delicatissima performance della pianista romana Rita Marcotulli in una esibizione solistica. Non tutti i pianisti sono in grado di reggere un concerto in solo, e non tutto il pubblico è abituato a tali tipi di soluzioni, ma devo constatare che da subito si è creato un clima di ascolto che ha aiutato la Marcotulli ad esprimersi al meglio.

Come nella prima serata, prima dello spettacolo sono intervenuti, per i saluti istituzionali, il Sindaco Raimondo Innamorato, l’Assessore allo Sviluppo del Territorio Germana Pignatelli e per ultimo il Direttore Artistico della Rassegna, Vitino Laudadio.

Rita Marcotulli, allieva del Conservatorio Santa Cecilia, sorella della cantante jazz Carla Marcotulli, inizia la sua carriera professionistica i primi anni degli anni ’70, suonando all’inizio in piccole formazioni, ma successivamente inizia a collaborare con svariati artisti internazionali come Chet Baker, Palle Danielsson, Billy Cobham (dal 1988 al 1990), Peter Erskine, Steve Grossman, Joe Henderson, Joe Lovano, Charlie Mariano, Pat Metheny, Michel Portal, Enrico Rava, Dewey Redman, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Noa, Norma Winstone, solo per citarne alcuni.

Ormai la sua attività è di lunga data. Nel 1987 viene votata come Miglior nuovo talento italiano nel sondaggio della rivista Musica Jazz e l’anno seguente si trasferisce in Svezia, dove rimane fino al 1992. Tornata in Italia collabora fra gli altri con Ambrogio Sparagna e Pino Daniele (dal 1994 al 1996). Nel 1996 accompagna Pat Metheny in un’esibizione al Festival di Sanremo.

Più recentemente (2010) ha partecipato alla realizzazione del film “Basilicata coast to coast” diretto da Rocco Papaleo , scrivendo la colonna sonora. Grazie a questo lavoro la Marcotulli ha ricevuto il Ciak d’oro nel 2010, il Nastro d’argento alla migliore colonna sonora nello stesso anno, il David di Donatello per il miglior musicista nel 2011 (prima donna in assoluto a ricevere questo riconoscimento) e il Premio Top Jazz 2011 come miglior Musicista italiano secondo la rivista Musica Jazz.

Non ha mai disdegnato l’approccio alla musica pop, partecipando nel 2013, come membro della giuria di qualità alla 63ª edizione del Festival di Sanremo, condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

Il 13 luglio 2014 partecipa al Genoa Jazz Festival dove registra il CD live Trio M/E/D con Peter Erskine alla batteria e Palle Danielsson al contrabbasso

Il 9 febbraio 2018 partecipa con il batterista Roberto Gatto al Festival di Sanremo 2018 come ospite di Max Gazzè, in gara con il brano La leggenda di Cristalda e Pizzomunno.

Il 4 febbraio 2022 partecipa al Festival di Sanremo 2022 eseguendo “My Way” cantata da Yuman nella serata delle cover.

Possiamo considerare la Marcotulli la Signora del Jazz italiano. Per la sua eleganza, raffinatezza, creatività, capacità di improvvisazione. Tra tante collaborazioni su elencate, vorrei in particolar modo sottolineare quelle più recenti con Paolo Fresu e Jaques Morelenbaum, ma anche con l’altra signora del Jazz Italiano: la vocalist napoletana Maria Pia De Vito. Collaborazioni non occasionali e che hanno prodotto progetti indimenticabili.

Il concerto è iniziato con il brano “All toghether”, inciso nel 2022 con Peter Erskine, per poi passare a “Indaco” inciso in trio con Ares Tavolazzi e Alfredo Golino. Dopo di che l’improvvisazione ha preso il sopravvento con lunghi brani in cui è stato possibile riconoscere omaggi a Randy Newton (cantautore e pianista americano) con “I think it’s going to rain today” o al compianto Pino Daniele (Terra mia), inserendo anche un brano, Negro Zumbon, di Armando Trovaioli, che fa parte della colonna del Film “Anna” di Lattuada (1951). C’è stato anche, in alcuni brani, un uso molto contenuto dell’elettronica, ed anche un voler dialogare con l’immancabile campana dell’orologio della piazza, quasi a mascherarne il suono.

Una performance di grande spessore, che è riuscita a catturare l’attenzione dei presenti, appassionati e no. In conclusione, una maratona di tre giorni intensi, di alto valore, che rendono merito a chi si è speso per la riuscita della Rassegna, dall’Amministrazione Comunale a Bass Culture che ha curato tutti gli aspetti logistici ed organizzativi. La promessa è quella di una terza edizione, con un’attenzione ai piccoli problemi che devono essere affinati. Ben vengano questi tipi di appuntamenti. Si spera che anche NoJazz possa rientrare a pieno titolo nell’elenco delle rassegne musicali stabili che animano le nostre estati (come quella di quest’anno … “interminabile”).

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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