Il delicato omaggio al divino Miles Davis di Andrea Sabatino, Guido Di Leone, Bruno Montrone e Giovanni Scasciamacchia rapisce il pubblico di Palazzo Pesce a Mola di Bari

Riprende alla grande, dopo la pausa estiva, la programmazione di Palazzo Pesce a Mola di Bari con “Remembering Miles Davis”, il progetto dedicato al grande trombettista americano che prende in esame solo un periodo ben preciso della sua lunga attività, anche perché per raccontare tutto ci vorrebbe una rassegna (non un solo appuntamento).

Il periodo preso in esame è quello a cavallo tra il cool jazz e il bebop. Parliamo del periodo in cui fu pubblicato il capolavoro di “Kind of blue” (1959), pietra miliare del jazz moderno, alla cui registrazione parteciparono artisti come John Coltrane, Bill Evans, Paul Chambers, Julian “Cannonball” Adderley e Jimmy Cobb.

Il suono di Miles è stato sempre caratterizzato da note lunghe, con un suono rarefatto. Il consiglio che dava ai jazzisti del tempo era quello di non cercare di trovare nelle note l’innovazione, il cambiamento, ma nel timbro. Specie in quel periodo (ma non solo) si è sempre avvalso di giovani e talentuosi musicisti che a loro volta sono diventati fondamentali nella storia del jazz.

Il gruppo che ha presentato il progetto nasce lo scorso inverno e se viene ancora riproposto è perché porta i suoi frutti. La formazione, rispetto agli standard di Davis, è anomala, perché Davis non ha mai utilizzato l’organo Hammond (utilizzato da Bruno Montrone),e neanche la chitarra (quella di Guido Di Leone). Questo almeno fino all’avvento del jazz rock.

Il ruolo più impegnativo è toccato al trombettista Andrea Sabatino, classe 1981, di Galatina, già dal 2000 si avvicina al jazz sotto la guida di Fabrizio Bosso,  Partecipa ai seminari estivi di “Umbria Jazz 2001”, dove è premiato come “Miglior talento”, e “Siena Jazz”. Nel 2003 è selezionato per partecipare al “Premio Nazionale Massimo Urbani”, dove si classifica tra i finalisti.

Nonostante la giovane età. nella sua più che ventennale carriera può vantare collaborazioni con Dee Dee Bridgewater, Sergio Cammariere, Mario Biondi, Mario Rosini, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Gianni Cazzola, Paolo Di Sabatino, Daniele Scannapieco, Marco Tamburini, Giovanni Amato, Enzo Zirilli, solo per menzionarne alcuni. Attualmente docente presso il conservatorio di Nocera Terinese.

Bruno Montrone, classe 1987, barese purosangue a parte una parentesi di qualche anno trascorsa a Londra, anche lui con prestigiose collaborazioni alle spalle (lo ricordiamo in alcuni memorabili concerti al Duke a fianco di Scott Hamilton, Joe Farnsworth, Bobby Whatson, e altri), attualmente è docente presso il conservatorio di Messina.

Giovanni Scasciamacchia, di Bernalda (1977), batterista ormai affermato e richiesto, vanta preziose collaborazioni con artisti del calibro di Dado Moroni, Fabrizio Bosso, Steve Grossman, Michael Rosen, Pietro Lussu, i fratelli Deidda, Emanuele Cisi, ecc.

Guido Di Leone rimane Guido Di Leone. Ormai un’istituzione a Bari con la scuola de “Il Pentagramma” e con il suo Duke Jazz Club. Una lunghissima esperienza alle spalle. Abbiamo avuto il piacere di acoltarlo insieme a musicisti affermati (Bernstain, Hamilton, …) o giovani promesse. Un pilastro nel panorama musicale barese, ma non solo. Ormai la sua scuola (ed il Duke) rientrano tra le realtà più prestigiose dell’intero panorama italiano.

Il concerto è iniziato con “All the things you are” per proseguire con il brano di Coltrane “Impression”, che altro non è che una rielaborazione di un brano di Miles “So what”. Splendide le esecuzioni di “Milestone”, di “My funny Valentine”, con un “All blues” delicatissimo che ha chiuso il concerto, oltre il doveroso bis. Andrea Sabatinno, con la sua tromba, ha dimostrato di aver acquisito a pieno tutti gli insegnamenti di Miles Davis, regalandoci un concerto di rara delicatezza.

A parte Guido Di Leone, punto saldo e di riferimento per gli altri giovani musicisti, debbo ricordare che tutti e tre i “giovani” sono reduci da nuove uscite discografiche: Bruno Montrone con il suo bellissimo album “Unaware beauty”, pubblicato a marzo scorso, e che si avvale anche della collaborazione anche di Joe Farnsworth e Sarah Hanahan (per la A.MA Records), Andrea Sabatino in duo con Vince Abbracciante (Melodico), pubblicato a dicembre 2023 per l’etichetta salentina Dodicilune, ed anche Giovanni Scasciamacchia con il suo “Patto armonico”, che vede la collaborazione di Dado Moroni e Perico Sambeat, pubblicato a giugno scorso per l’etichetta Abeat Records. Tutti musicisti in piena attività.

Voglio ancora ricordare che per il CD “Melodico” di Andrea Sabatino, a marzo scorso Vince Abbracciante è stato proclamato vincitore per la terza volta della quindicesima edizione dell’Orpheus Award 2024, premio della critica per produzioni fisarmonicistiche 2023, a cura dell’Associazione Promozione Arte. Abbracciante ha vinto la competizione, nella sezione jazz.

Dobbiamo solo essere orgogliosi dei nostri musicisti pugliesi, giovani o meno. Anche in questo campo la nostra regione si dimostra una vera fucina di talentuosi musicisti che nulla hanno da invidiare ai nomi più altisonanti. Un plauso i giovani, ma ancora di più ai più “navigati”, che riescono a creare occasioni dove crescere ed esprimersi al meglio, con grande piacere da parte di tutti noi.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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