La settimana sportiva: l’analisi di Cremonese – Bari

La partita di domenica ha rappresentato una prova di sostanza e resistenza, con il Bari che ha dimostrato una compattezza invidiabile, mantenendo un gioco basato sul possesso palla per tutta la durata del match, salvo alcuni inevitabili momenti in cui ha concesso terreno alla Cremonese, squadra di casa, dotata di giocatori di qualità indiscussa. Non a caso, è stata proprio la squadra grigiorossa a creare le occasioni più pericolose, con alcuni tiri in porta significativi, una traversa e un paio di calci piazzati che avrebbero potuto modificare il corso della gara.

Tuttavia, il risultato finale non suscita grandi polemiche: un pareggio giusto, se si considera ciò che entrambe le squadre hanno espresso sul campo. È risaputo, però, che nel calcio gli episodi chiave spesso rompono l’equilibrio, e così stava per accadere all’88°, quando Bianchetti ha chiaramente colpito Favilli con un fallo netto. L’arbitro e il VAR, sorprendentemente, hanno ignorato l’episodio, lasciando il Bari con un senso di frustrazione e sconcerto. È inevitabile, in un’epoca in cui il VAR dovrebbe essere lo strumento per eliminare ogni dubbio, provare amarezza quando l’interpretazione degli arbitri non è all’altezza delle aspettative. Quella di domenica, per i tifosi biancorossi, è stata una di quelle occasioni in cui la tecnologia, anziché chiarire, ha finito per aggiungere ulteriore incertezza.

Il Bari, però, ha dimostrato di essere una squadra diversa rispetto allo scorso anno, quando spesso si smarriva dopo i primi dieci-quindici minuti di gioco positivo. Questa volta, la squadra ha mantenuto la propria solidità, mostrandosi sempre padrona della situazione, anche contro un avversario quotato come la Cremonese. Una vittoria sarebbe stata alla portata e, a dirla tutta, non avrebbe rubato nulla, dato che anche il Bari ha creato occasioni da gol importanti.

Nel primo tempo, i biancorossi hanno giocato in modo tatticamente impeccabile, concedendo alla Cremonese il minimo indispensabile e coronando il proprio dominio tecnico con un gol spettacolare della coppia Sibilli-Lasagna, forse uno dei gol più belli della giornata, se non dell’intero campionato, per la qualità della manovra che lo ha generato. Un vantaggio meritato, frutto di una squadra aggressiva e capace di mantenere ritmi elevati, costringendo gli avversari a un gioco confuso. Maita e Benali hanno dominato il centrocampo, impedendo alla Cremonese di sviluppare azioni pericolose, mentre Dorval e Oliveri hanno dato vita a continui allunghi sulle fasce, mandando in crisi la difesa grigiorossa.

Nel secondo tempo, però, la partita è cambiata. La Cremonese ha cominciato a crescere, minuto dopo minuto, fino a trovare il pareggio con Sernicola, grazie a un tiro deviato da Vicari. Un gol inevitabile, considerando la pressione crescente messa in campo dalla squadra di Stroppa. Abbassare troppo il baricentro e concedere troppi spazi a una squadra organizzata, prima o poi, porta a subire un gol.

Nonostante il pari, il Bari non ha perso la sua lucidità, continuando a creare pericoli, come dimostra la traversa colpita da De Luca e le altre occasioni. Il rigore negato all’88° ha lasciato l’amaro in bocca, ma la squadra ha dimostrato maturità e coerenza tattica, elementi che l’anno scorso mancavano.

In conclusione, quella vista allo stadio “Zini” è stata la prestazione di un Bari solido, che non ha subito l’iniziativa dell’avversario e che ha mostrato un notevole miglioramento, soprattutto grazie al lavoro di Longo. Alcuni giocatori, come Maita e Dorval, appaiono rivitalizzati rispetto alla scorsa stagione, simbolo di un gruppo che sta acquisendo consapevolezza nei propri mezzi. Come scriveva Seneca, “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”; il Bari, invece, sembra finalmente aver trovato la rotta giusta.

Massimo Longo

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