Il quartetto di Daniele Gorgone con Flavio Boltro di scena al Duke Jazz Club di Bari, tra sorprese e conferme

Di scena sul palco del Duke Jazz Club di Bari il gruppo del pianista Daniele Gorgone, regalando agli affezionati del Jazz club la presenza di Flavio Boltro alla tromba. A completare la formazione, Giuseppe Venezia al contrabbasso e Dario Riccardo alla batteria.

Una buona occasione per Daniele Gorgone per farsi conoscere anche da queste parti. Classe 1977, di Livorno, poco noto al pubblico barese nonostante abbia avuto modo di partecipare a precedenti edizioni del Beat-Onto Jazz Festival, Francavilla è Jazz, a Ginosa Marina. Sin dalle prime note del suo pianoforte ha mostrato una tecnica fluida ed aggressiva, carica di swing, che ha affascinato il pubblico presente.

E’ tra i musicisti jazz che piu’ hanno a cuore il senso della tradizione e della cultura jazzistica americana in italia. Si e’ formato attraverso vari seminari e corsi con docenti italiani (Dado Moroni, Riccardo Zegna, Stefano Bollani) e americani (Barry Harris, Norman Simmons, David Hazeltine).

Dato il linguaggio prevalentemente swing, blues, gospel che caratterizza il suo pianismo, ha avuto la possibilita’ di poter collaborare con diverse stars internazionali del jazz sia a livello discografico, che partecipando a tour in Italia e all’estero. Tra i musicisti con cui ha collaborato posiamo citare Jason Marsalis, Garrison Fewell, Joe Lee Wilson, Bucky Pizzarelli, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Mattia Cigalini, Emanuele Cisi, Marco Panascia, , Scott Hamilton, Tino Tracanna, David Schnitter, Perico Sambeat ed il compianto Jim Rotondi.

La presenza sul palco di Flavio Boltro, 63 anni, torinese, nome di spicco del panorama jazzistico nazionale ed internazionale ha impreziosito la serata. Boltro fa parte di quella ristretta cerchia di trombettisti che da decenni mantengono alto il nome del jazz italiano. Le sue collaborazioni sono straordinarie, da Steve Grossman a Cedar Walton a Clifford Jordan a Jimmy Cobb e tanti altri. Già nel 1984 viene nominato “miglior nuovo talento italiano” dalla rivista Musica Jazz. Ma forse la cosa più incredibile per la sua carriera è stata la collaborazione durata alcuni anni con il gruppo di Michel Petrucciani, che lo porterà ad incidere con lui un vero gioiello dal titolo “Both worlds”.

E proprio di questa lunga collaborazione, Boltro ha avuto modo di raccontare durante la serata, alcuni aneddoti riguardanti la vita privata di Michel Petruciani, pianista francese affetto da grossissimi problemi fisici, ma che non ha mai perso il senso dell’autoironia, nonostante tutto. I racconti sono stati delicatissimi, che non hanno fatto che esaltare le qualità di un gigante della musica jazz, che a causa della sua patologia, nota come “Sindrome delle ossa di cristallo”, non riuscì a superare i 102 centimetri di altezza.

La sezione ritmica che ha accompagnato questi due strordinari musicisti è stata composta da Giuseppe Venezia al contrabbasso e Dario Riccardo alla batteria. Giuseppe Venezia classe 1982, di Bernalda, ormai è di casa al Duke dove spesso e volentieri fornisce il suo supporto a musicisti affermati, anche provenienti da oltre oceano. E’ fresco della pubblicazione del suo nuovo album “I’ve been waiting for you”, con la partecipazone di Fabrizio Bosso, e che sarà presentato al Duke il 10 e 11 novembre prossimo.

Anche Dario Riccardo, il più giovane di tutti, è di casa al Duke, e nonostante la sua giovane età, vanta collaborazioni di rilievo, da Fabrizio Bosso a Max Ionata, a Roberto Ottaviano e tanti altri.

La sezione ritmica è stata ineccepibile, ritagliandosi i doverosi spazi e ricamando dei duetti sia con il piano di Daniele Gorgone, sia con la tromba di Flavio Boltro.

Per l’occasione, Daniele Gorgone ha sponsorizzato la sua ultima produzione discografica, sempre con Flavio Boltro, dal titolo “River Dance”, realizzata nel 2021, durante il periodo del Covid.

Solo alcuni brani del disco sono stati eseguiti durante il concerto, primo fra tutti il brano che dà il titolo all’album (una composizione di Gorgone). In apertura del concerto è stato eseguito il brano “If I should lose you”, un brano reso famoso da Chet Baker. Altro brano dedicato al musicista che più di tutti ha condizionato lo stile di Gorgone, dal titolo “Driftin’”, scritto da Herbie Hancock nel 1962 (quando aveva solo 22 anni). Il primo set si è chiuso con un brano di Woody Shaw: “Isabel the liberator”. Non poteva mancare un omaggio a Petrucciani con “Brasilian Like”. Un gran bel concerto, concluso con una bellissima versione di “Wasabi blues”, scritto da Boltro, ed un bis con un trascinante “Salt peanuts” di Gillespie.

Davvero una gran bella serata con artisti d’eccezione. Il merito va senz’altro attribuito al leader della formazione, Daniele Gorgone, che ci ricorda che c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, e che ne vale la pena. Boltro resta un grande, con un suono pieno e di una potenza impressionante. L’interplay tra i quattro musicisti ha raggiunto livelli altissimi.

A questo punto mi piace chiudere questa breve recensione riportando alcune note di copertina dell’album, scritte dal trombettista americano Jim Rotondi, scomparso recentemente, qualche mese dopo la sua esibizione barese: “Davvero un bel disco. Il bellissimo pianista Daniele Gorgone è riuscito ad abbracciare tutto ciò che ammiro in un pianista jazz. Ha una grande sensibilità armonica, un tocco meraviglioso, una profonda consapevolezza della tradizione della musica, ed è un grande accompagnatore oltre che un grande solista. Daniele è davvero una nuova stella che brilla all’orizzonte del pianoforte jazz”. Impossibile dargli torto.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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1 commento su “Il quartetto di Daniele Gorgone con Flavio Boltro di scena al Duke Jazz Club di Bari, tra sorprese e conferme

  1. elio Rispondi

    Non e’ proprio vero che non e’ conosciuto dal pubblico meridionale. E, comunque, facciamo in modo che lo conoscano. Il giorno prima del Duke, si e’ esibito a Ostuni a Palazzo Roma riscuotendo apprezzamenti e un grande consenso da parte del numeroso pubblico attento e competente presente. Noi di MUSICALMENTE ODV – OSTUNI siamo sempre un passo avanti………Senza offesa per nessuno.

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