“Ma fine est mon comnencement”: sulle tracce di Marco Polo si è spinto l’interminabile ed instancabile viaggio del Festival “Viator – Menti, cuori e corpi sulle vie francigene del Sud” 2024

Il festival “Viator – Menti, cuori e corpi sulle vie francigene del Sud2024 fa tappa a Molfetta, città d’origine di Giovannangelo de Gennaro, musico-viandante e in più creatore della rassegna, insieme al musicista Michele Lobaccaro.

Il festival, patrocinato dal Comune di Molfetta, è giunto alla sua decima edizione, nasce nel 2015 e celebra l’affascinante mondo dei cammini coniugandolo con l’amore per la musica. Le location sono sempre diverse e di incantevole bellezza, in Puglia e altrove.

Il trekking – concerto “Pietre di luce” si è svolto nei pressi di Castel del Monte dove i musicisti Michel Godard, Giovannangelo de Gennaro e Nicola Nesta hanno suonato in uno jazzo abbandonato, una esibizione inedita e incantevole, tra pietre e arbusti selvatici. Giovannangelo De Gennaro, pellegrino ante litteram, è il musico-viandante che conduce, zampogna alla mano, i moderni camminatori lungo i sentieri più belli della Murgia.

A Molfetta, invece, la location del concerto – lettura è l’Ospedaletto dei Crociati, luogo di passaggio per pellegrini, viandanti e cavalieri diretti a Gerusalemme. Arcate e volte in pietra bianca si ripetono, luci soffuse, un palco intimo e piccolo, un pubblico raccolto e partecipe. L’Ospedaletto dei Crociati, nella Basilica della Madonna dei Martiri, è un luogo della storia che  accoglie melodie antiche, strumenti rari, sconosciuti e dalle forme particolari. Dal liuto quattrocentesco, suonato con il plettro o con le dita, allo oud,  liuto arabo, suonato da Nicola Nesta, strumento principale del mondo arabo e per importanza paragonabile al pianoforte.

Pezzi rari come il rubab che si avvicina a quel magico strumento indiano a corde e che si suona da seduti. Giovannangelo racconta che il rubab usato da loro è stato costruito in Afganistan, dove ora i talebani hanno dato l’ordine di distruggere tutti gli strumenti musicali. La cornamusa della Borgogna simile a quelle del periodo medievale, campane del Tibet e del Nepal, usate per la preghiera e la meditazione. Tamburi a cornice usati come strumento di accompagnamento da Pippo D’Ambrosio, i naccheroni, la viella, cioè la viola a forma di pera, usata per riprodurre suoni dell’alto medioevo, il traversiere, flauto traverso medievale.

L’esperienza di ascolto è immersiva, del tutto fuori dal tempo, intensamente emozionante.
Ninni Vernola è la magistrale voce narrante, il tema è il viaggio, il suo inizio e la sua fine, ci può essere interscambiabilità; come dice Guillaume de Machault “Ma fine est mon comnencement” (“la mia fine è il mio inizio”).
La fine, nel viaggio, è il principio, come si parte si arriva e quell’arrivo potrebbe essere l’inizio di un nuovo viaggio, dice Giovannangelo. “Ma fine est mon comnencement” è, infatti, la citazione che presta il titolo al concerto-lettura valorizzando alcuni passaggi de “il Milione”, resoconto dei viaggi in Asia di Marco Polo.

I viaggi iniziano nel 1261 e finiscono con il ritorno a Venezia nel 1295. Una narrazione che tralascia la dimensione del tempo e si concentra sul viaggio, sull’incontro con altre popolazioni e sulla loro diversità. I suoi racconti – Marco Polo dice di non aver scritto nemmeno la metà delle cose che ha visto – sono scritti in lingua trecentesca; accusati di finzione e spesso reputati delle favole, destarono meraviglia e stupore in tutto il continente europeo, tanto che i suoi racconti sul Catai, Cipango e Giava, si dice, ispirarono Cristoforo Colombo per la sua traversata atlantica.

L’interpretazione di Ninni Vernola è stata intensa, restituita con profondo pathos, con coinvolgimento dalla mente, dal corpo e dalla voce dell’attore che ha svolto un lavoro di ricerca sull’opera leggendola più volte ed estrapolando le descrizioni destinate al reading.
Pubblico in visibilio e lunghi applausi anche per Giovannangelo De Gennaro, Nicola Nesta e Pippo D’Ambrosio, musicisti d’indiscussa maestria, che suonano insieme da tanti anni mostrandosi sempre entusiasti ed affiatati,  orgogliosi l’uno della esibizione dell’altro.
Per non lasciare il pubblico solo, nella fine della rappresentazione, ognuno di loro si è concesso in una ancor nuova esecuzione.

Vincenza Amato
Foto di Vincenza Amato

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